Intervista all’artista slovena Raiven, tra i protagonisti di Eurofesta 2025, il primo grande evento live in Italia che celebra lo spirito dell’Eurovision in chiave festival, un’esperienza unica che porta sul palco alcuni tra i protagonisti del Contest degli ultimi anni.
Sara Briški Cirman, nota come Raiven, è una cantautrice, mezzosoprano e arpista slovena, non austriaca. È conosciuta per il suo stile che fonde pop alternativo, musica elettronica e crossover classico. Ha rappresentato la Slovenia all’Eurovision Song Contest 2024 con il brano Veronika. La sua musica è caratterizzata da testi profondi e una notevole presenza scenica.
Intervista a Raiven, tra i protagonisti di Eurofesta 2025
Come ti sei sentita quando ti hanno chiesto di esibirti all’Eurofesta?
Sono molto felice! Rivedrò alcuni degli amici con cui ho già interagito lo scorso anno quando ho partecipato all’Eurovision, e avrò anche l’occasione di conoscerne nuovi tra i precedenti partecipanti al concorso.
Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?
In realtà non ne ho idea! Penso che questa sarà una delle mie prime esibizioni in Italia. Forse ho fatto qualcosa in ambito operistico, visto che canto anche musica classica, ma con la musica pop sarà la prima volta che incontro il pubblico italiano. Sono molto emozionata e felice.
Cosa ricordi della tua partecipazione all’Eurovision?
Ricordo soprattutto le persone con cui ho condiviso quell’esperienza. È ciò che più custodisco nel cuore: chi mi ha aiutata a preparare la performance e i musicisti che ho conosciuto lì, con molti dei quali sono ancora in contatto.
Cosa rappresenta per te l’Eurovision?
Per una musicista che viene da un paese piccolo come la Slovenia, è un evento molto importante. Non abbiamo molte opportunità per farci conoscere fuori dai nostri confini; quindi, l’Eurovision è stata una piattaforma che mi ha permesso di presentare la mia musica a un pubblico internazionale.
C’è qualcosa che non ti piace dell’ambiente dell’Eurovision?
Forse il fatto che sia una competizione. Non è che non mi piaccia, ma io non l’ho mai vissuta come una gara. Forse per una grande nazione, con tradizione di vittorie, può essere differente, ma per me è sempre stata un’enorme occasione per esibirmi davanti a tante persone e fare ciò che mi piace. Mi piacerebbe che in futuro fosse più una celebrazione delle diverse culture, piuttosto che una vera competizione.
Qual è l’aspetto della tua musica di cui sei più orgogliosa?
Il mio modo di mescolare i generi. Vengo da un background classico, ma ho sempre fatto anche pop, e credo che la mia forza sia proprio questa versatilità. Amo unire stili diversi e sperimentare con differenti tipi di musica.
È difficile combinare la tua formazione classica con la musica elettronica che usi nei tuoi brani?
In realtà la musica classica mi dà libertà. Anche se è molto rigorosa, ti fornisce una tecnica solida che poi ti permette di fare ciò che vuoi con la voce. Quindi, al contrario, credo che mi abbia dato più possibilità espressive.
Cosa è stato più impegnativo nella creazione del tuo ultimo singolo “Reverie”?
“Reverie” è diversa dai miei brani precedenti: è euforica, luminosa e dà energia, anche se ha un tocco malinconico. Di solito la mia musica è più misteriosa e introspettiva; quindi, è stato difficile per me aprirmi a qualcosa di più leggero e positivo. Ma sono felice del risultato e credo che continuerò in questa direzione.
Hai pubblicato anche una versione inglese del brano: è un modo per avvicinarti di più alla scena musicale internazionale?
Sì, sicuramente. Non ho un piano di cosa farò, ma in realtà ho scritto la canzone in inglese fin dall’inizio. Poi ho deciso di farne anche una versione slovena per il mio pubblico locale, ma non è stata una scelta strategica — semplicemente mi andava di farlo. Il testo ha un messaggio molto caldo e volevo che anche chi parla inglese potesse capirlo appieno.
Quanto la tua esperienza personale influisce sulle tue canzoni?
Moltissimo. Anche se non sempre in modo diretto, penso che ogni artista si ispiri a ciò che vive. Nessuno vive in un vuoto: siamo influenzati dal mondo che ci circonda e dalle persone che incontriamo.
Hai anche realizzato una versione operistica di “Bella Ciao” per la colonna sonora del film Yama. Com’è nato questo progetto?
È stato un piccolo progetto collaterale, poco prima dell’Eurovision. Il regista sloveno del film mi ha contattata proponendomi di interpretare Bella Ciao. Io adoro cantare in italiano e la considero la lingua più bella per la musica classica, quindi ho accettato con entusiasmo.
Oltre alla musica classica, conosci altri aspetti della cultura italiana?
Certamente! Anche se non lo seguo ogni anno, conosco bene il Festival di Sanremo: avete artisti e tecnici straordinari, il livello è altissimo, a volte persino più dell’Eurovision! Inoltre amo la moda, il cibo e l’atmosfera italiana. Vivo vicino al confine, quindi vengo spesso in Italia — anche solo per fare shopping! Ho molti amici italiani, soprattutto nel mondo dell’opera e del balletto.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua esibizione all’Eurofesta?
Molta energia! Spero anche un bel look, un buon styling… Sicuramente canterò Veronika e probabilmente anche un altro brano, forse Reverie, non ho ancora deciso. Magari i fan potranno votare quale preferiscono!
C’è una tua canzone a cui sei particolarmente legata?
Sì, Veronika è ancora oggi la mia preferita. L’ho cantata tantissime volte ma non mi stanca mai: mi ricorda l’esperienza dell’Eurovision e le persone con cui l’ho condivisa. Sono anche molto legata al mio nuovo singolo, per il messaggio che trasmette.
Come descriveresti la tua musica a chi non ti conosce?
Direi che è misteriosa, drammatica ed eterea.
Vuoi lasciare un messaggio al pubblico italiano per invitarlo all’Eurofesta del 13 dicembre?
Sono davvero, davvero entusiasta di venire all’Eurofesta il 13 dicembre! Non vedo l’ora di cantare Veronika con tutti voi, di vedervi e sentirvi. Ci vediamo presto!
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La musica è la sua grande passione, segue come inviata l’Eurovision Song Contest e il Festival di Sanremo. Negli anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Ama i gatti, il Giappone e la cultura manga!
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