Intervista a Ermal Meta che venerdì 3 maggio torna con il nuovo album Buona Fortuna, pubblicato per Columbia Records / Sony Music. (Qui il link per l’acquisto)
Il cantautore presenterà il progetto in una serie di appuntamenti instore (Qui il calendario), prima di partire per un tour (Qui le date e Qui il link per l’acquisto dei biglietti).
Intervista a Ermal Meta
Per te cosa rappresenta il.nuovo album “Buona fortuna”?
Si tratta di una raccolta di 12 fotografie che per me rappresentano la ricerca silenziosa e quotidiana della propria fortuna. È un modo per raccontarsi, per raccontare; è un modo anche per ritornare. Dopo ogni disco un artista ritorna in qualche modo nuovo, pur essendo sempre lo stesso. In questo caso sento di essere una persona nuova, pur non dimenticando di me stesso, di quello che sono e di quali sono i miei valori legati alla musica, ma anche alla vita, alla quotidianità.
La copertina è una sorta di dichiarazione di intenti e rimanda a una profondità di contenuti testuali e musicali.
Sai quanto io tenga a questo tipo di approccio musicale. Sono anche un po’ nerd sotto certi aspetti, quindi sto lì a cesellare il suono il più che posso. Per Buona fortuna siamo partiti dalla canzone. Cioè prima è stata scritta la canzone e poi le è stato dato un suono. Ho iniziato a scrivere questi brani un po’ alla vecchia, cioè chitarra e voce, piano e voce, poi ho dato forma a ogni traccia, cercando un’anima adatta a ogni canzone. Non vedo l’ora di suonarle dal vivo, perché è quella la dimensione in cui le canzoni ottengono la loro giustizia.
Ascoltando il disco si nota un approccio totalmente libero.
Sono stato molto fortunato da questo punto di vista nella composizione di ogni disco, perché mi sono sempre approcciato alla stesura dei dischi che ho fatto fino ad ora con una grande libertà compositiva. Solo che a questo giro il mio respiro forse era sicuramente diverso. A volte è anche una questione di fortuna, perché noi abbiamo solo scritto delle canzoni, lasciandoci guidare dalle idee.
Credo che non sia per nulla casuale la scelta di mettere come ultima traccia ‘Finché vita non ci separi’.
No, assolutamente. La tracklist non è casuale anche perché questo è un disco fatto di memorie che cambieranno, che probabilmente non torneranno più. Grazie al disco non sarà difficile riviverlo ed è meraviglioso per questo. Infatti le ultime due parole di questo disco sono ‘mai più’. E quindi non è casuale. ‘Finché vita non ci separi’ è un brano che ha un approccio molto pianistico. E’ stato un bel lavoro dal punto di vista dell’arrangiamento.
‘Oro e sale’ è una vera e propria perla.
E’ una canzone in cui parlo delle cose preziose che non sempre sappiamo riconoscere. In questa canzone ho utilizzato una metafora; parla della fatica del viaggio, dei pesi che tendiamo a portarci sulla schiena senza che ci sia un perché e a un certo punto ci rendiamo conto che non verranno degli eroi a salvarci. Dobbiamo farlo da soli. Questo aspetto è semplicemente da accettare. In tutto quello che di sbagliato c’è, c’è sempre qualcosa da salvare.
Ho trovato un’assonanza testuale tra ‘Oro e sale’ e ‘Mediterraneo’, il prossimo singolo.
I due brani hanno una temperatura simile, perché c’è il sole, c’è il sud là dentro. Uso la parola ‘temperatura’ perché ogni disco è un termometro e ci sono brani che vibrano per affinità una con l’altra. A me non è mai piaciuto fare dischi di genere e questo è qualcosa che ascoltando i miei dischi lo si può capire. A me la musica piace tutta e quindi cerco di abbracciare il più possibile un vasto campo di suono. Però succede che ci sia un’affinità fra una canzone e l’altra. Sono, poi, particolarmente soddisfatto di ‘Mediterraneo’. Ha un andamento che è molto dritto, però ci sono degli elementi ritmici che lo rendono speciale. E’ uno dei miei pezzi meglio riusciti.
Un altro pezzo che merita una menzione è ‘Io e te’, in cui duetti con Levante.
Quando ho scritto il pezzo, ho immaginato subito che mancasse qualcosa o qualcuno. La canzone aveva bisogno di un’altra voce e la voce di Levante ha un carattere particolarissimo, meraviglioso. A me piace tantissimo la voce di Levante, il modo che lei ha di interpretare, di mordere, masticare le parole. Sono molto felice della mia intuizione perché il risultato finale… merita!
Videointervista

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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