La nostra intervista a Jess, all’anagrafe Jessica Lorusso, a ridosso dell’uscita del suo primo Ep “sola a casa e altri sbatti”, fuori per Warner Music Italy / ADA a partire dallo scorso 20 ottobre.
Il progetto, prodotto da Ledo, è stato anticipato dalla pubblicazione del singolo “barattolo”. Il risultato è un lavoro intimo, personale, figlio del vortice creativo che ha travolto l’artista negli ultimi due anni.
Abbiamo incontrato la cantautrice e vincitrice del contest musicale “Back to Talent”, con cui si è aggiudicata un proprio concerto al Teatro Nazionale o Lirico di Milano, per approfondire la conoscenza della sua visione artistica.
Intervista a Jess
Partiamo da “sola a casa e altri sbatti”, un EP che rappresenta il tuo biglietto da visita discografico. Cosa ti rende orgogliosa del risultato finale?
«Le canzoni sono tutte oneste e parlano di me e del mio mondo interiore, sono orgogliosa che non ci siano compromessi: è semplicemente la musica che ho scritto, così com’è uscita dalla mia testa».
Il primo album rappresenta sempre una sorta di raccolta del meglio di ciò che si è realizzato fino a questo momento. Come si è svolto il processo creativo di questo progetto?
«Le mie canzoni per ora sono sempre nate tra le mura di casa, nella mia intimità. Ne ho scritte parecchie nell’ultimo anno, queste sono quelle che meglio mi rappresentano fino ad ora».
A livello tematico, cosa hai voluto raccontare in questo EP d’esordio?
«Racconto della solitudine assordante che ci assale appena rimaniamo chiusi in casa, lasciando tutto fuori dalla porta, del turbine di ricordi e rimpianti e delle emozioni che si porta con sé».
Dal punto di vista musicale, che tipo di lavoro c’è stato dietro la scelta del sound e come ti sei trovata a lavorare con Ledo?
«Benissimo, insieme abbiamo costruito il mondo sonoro di tutto l’EP. Su alcuni pezzi avevo le idee molto chiare, su altri ci siamo arrivati insieme. È un ragazzo che ha molte competenze e voglia di fare, è stato un bellissimo viaggio».

“sbatti” è la focus track di questo EP, lo consideri più uno spaccato dell’attuale società o un manifesto generazionale?
«Penso a un manifesto generazionale, perché la nostra generazione è quella dei sogni infranti: ci hanno fatto credere che il mondo fosse ai nostri piedi, che aspettasse noi, ma quando ti trovi a confrontarti con la realtà e con la vita da adulti è tutta un’altra cosa».
Attualmente sei impegnata in tournée con gli spettacoli teatrali “Una volta nella vita (Once)” e “Phantom of the Opera”. Quali skills pensi di aver acquisito grazie a queste esperienze?
«Ogni volta che faccio uno spettacolo teatrale ne esco cresciuta di mille anni e questo mi piace, mi arricchisce artisticamente e mi fa conoscere persone molto interessanti. Non potrei farne a meno».
Come te lo immagini il 2024 alle porte e cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti?
«Me lo immagino pieno di musica, tanti live, spettacoli teatrali e nuova musica».
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.