In radio e in digitale da venerdì 20 maggio, “Dinosauri” è il nuovo singolo di Cabrio e dà il via al nuovo progetto del cantautore siciliano, che festeggia quest’anno vent’anni di musica e parole.
“Il brano gioca su immagini fantastiche, paradossali e colorate. Eppure è malinconico e nostalgico. Quante volte ci è capitato di pensare al passato? Tante! E troppo spesso non riusciamo a distogliere l’attenzione da quello che c’era e che adesso, per forza di cose, non c’è più. Ciò che succede intorno a noi influisce tremendamente sui nostri stati d’animo. Negli ultimi due anni ci siamo trovati a fare i conti dapprima con la pandemia, e adesso con una guerra che ci sta distruggendo anche economicamente. La realtà e il presente sono raccontati nella seconda strofa del brano, dove i fatti della vita prendono una piega più vissuta, attuale e responsabile. Rimane però una certezza: i dinosauri si sono estinti”.
Intervista a Cabrio
Ciao Cabrio, bentrovato su IMusicFun. Come stai?
Benissimo, come ogni volta che esce una mia nuova canzone.
I dinosauri si sono estinti, ma tu sei ancora qua! Com’è il bilancio di questi primi vent’anni di musica e parole?
Io non mi sono ancora estinto per fortuna! Questi primi vent’anni sono stati veramente gratificanti. Sinceramente, quando ho iniziato non pensavo di “durare” così tanto. Non sono mancati gli alti e i bassi, ma per fortuna le soddisfazioni sono state maggiori rispetto alle cadute.
Ci racconti la genesi di “Dinosauri”?
Partiamo dal presupposto che tutti i miei brani nascono osservando quello che mi accade intorno. “Dinosauri“, in questo caso, è nata mentre ero in macchina davanti ad un cinema. Stavo ascoltando la radio e in quel frangente trasmettevano un brano dei Modà. Ad un tratto sono passati davanti a me dei ragazzi vestiti davvero male ed una coppia di anziani che si teneva per mano. Queste visioni un po’ particolari, soprattutto di prima mattina, mi hanno ispirato davvero tanto. Ho preso l’agenda, che porto sempre con me, ed ho iniziato a scrivere. Poi l’ho fatta ascoltare a Guzzi, coautore del brano, e lui l’ha subito terminata. Ed è così che in meno di dieci minuti è nato quello che a mio avviso è il mio brano migliore.

Negli ultimi vent’anni sono cambiate tante cose e tu sei addirittura diventato papà. Cosa ti manca degli anni del tuo esordio? A cosa, invece, non potresti mai rinunciare dei giorni nostri?
Mi mancano le avventure musicali: dormire in autostrada, avere la macchina carica di strumenti e suonare nei posti più assurdi, pur di fare ascoltare la mia chitarra e la mia musica. La tecnologia ed il progresso hanno però aiutato moltissimo noi musicisti e dobbiamo essere felici di questo.
Potessimo tornare nella preistoria, tu che dinosauro saresti?
Il mio preferito è il triceratopo. Mi rivedo molto in lui. È uno dei dinosauri più conosciuti ed è spesso rappresentato come un animale pacifico, ma all’occorrenza capace di difendersi. Mi piace molto anche come viene rappresentato nei cartoni o nei film.
Tu canti: “Faccio a botte con il mondo intero, che mi calpesta e che mi guarda strano. Io che non so mai quello che sono, mi sento solo con le spalle al muro”. Dietro questa frase c’è una sorta di alienazione o guardandoti intorno ti senti solo “troppo vecchio”?
Troppo vecchio per fortuna no… non ho l’età dei dinosauri! Però, con questa frase torno ai miei vent’anni e vedo un mondo totalmente diverso da quello di oggi. Non mi aspettavo di trovare un mondo così, adesso. Questa attualità mi ha spiazzato.
“Dinosauri” anticipa un nuovo album di inediti?
Chi lo sa? Io ho diversi brani già pronti per essere arrangiati. Magari in futuro potrei metterli tutti insieme in un disco… l’idea c’è.
Per festeggiare al meglio questi vent’anni di musica, hai in programma dei live?
Sì, tra radio, eventi, locali e piazze il calendario è in continuo aggiornamento. Trovate tutte le informazioni sui miei canali social.
Cabrio, grazie per essere stato qui con noi! Buona musica e in bocca al lupo per i prossimi vent’anni di musica e parole.
Grazie a voi per lo spazio che mi avete dedicato. Alla prossima!
Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.