Anticipato dai singoli “Ancora un’altra volta” e “I due eschimesi dell’isola di Baffin“, “Con Permesso” è il nuovo album di inediti di Cecco e Cipo, che ci propongono 10 brani figli di una poetica rinnovata, portata avanti con lo stile sincero, acuto e mai banale che contraddistingue il duo toscano.
“Il concetto di ‘assurdo’ – spesso usato per definire il nostro universo – non si perderà, perché cercheremo anche in questo caso di accompagnarvi nel nostro mondo, se voi vorrete ovviamente, con permesso. Ma per questo lavoro in particolare abbiamo una forte dichiarazione d’intenti: prendeteci sul serio. Siamo adulti, abbiamo molti capelli bianchi, siamo pure un po’ ingrassati. E siamo arrabbiati. L’assenza dai palchi ci sta pesando. Non ne possiamo più. Abbiamo voglia di farci capire, di arrivare a chi non siamo mai arrivati e di suonare dove non abbiamo mai suonato. Vogliamo essere degli assurdi professionisti“.
L’intervista a Cecco e Cipo
Ciao Cecco, ciao Cipo. Bentrovati su IMusicFun. Come state?
Ciao a voi! Tutto bene, grazie! 🙂
Il vostro nuovo album inizia con “Che fine ho fatto”. Colgo allora l’occasione per chiedervi: Cosa è successo in questi ultimi 3 anni? Che fine avete fatto?
Sono stati 3 anni duri per tutti quanti noi, come ben sappiamo. Nonostante il periodo di fermo forzato, però, un po’ di cose sono comunque successe: Cecco ha lavorato come cameriere e corriere espresso, Cipo ha addirittura fatto l’attore; Cecco ha preso una gatta che si chiama Piera, Cipo un gatto che si chiama Ottone. Per quanto riguarda Cecco e Cipo insieme, invece, abbiamo continuato a fare concerti in maniera chiaramente e numericamente più limitata e a registrare un gran disco del quale siamo qui a parlare.
In un periodo così difficile per tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, cosa significa per voi continuare a fare musica e pubblicare un nuovo album?
Nonostante le difficoltà che avete sottolineato, per noi questo nuovo disco significa semplicemente continuare ad esserci ed essere noi stessi. La musica fa parte di noi, non possiamo farne a meno. Suonare ed incidere i dischi per noi rappresenta la normalità. Al massimo possiamo leggerci un po’ di speranza… che le cose tornino al più presto come prima, che si possano fare concerti al massimo delle capienze, delle fruibilità e senza limitazioni. Mentre aspettiamo, scriviamo.
“Con Permesso” è il titolo di questo vostro nuovo progetto, ma è anche la formula che più usiamo per congedarci. In questo album da cosa vi allontanate “con permesso”?
Ci piace dire che “Con Permesso” sia il nostro album della maturità. Siamo innegabilmente cresciuti: parlano la carta d’identità, le pancette, i capelli un po’ più radi o più bianchi. Ma non è dalla pura immagine più giovanile di noi stessi che vogliamo allontanarci “con permesso”. Nemmeno dai temi che trattiamo, perché certe cose ci appartengono e continueremo a parlarne per chissà quanto tempo ancora. In questo disco ad essere diverso è l’approccio con cui vi abbiamo lavorato: più meticoloso e studiato, grazie alla professionalità di Federico Gaspari – il nostro chitarrista che ha curato le fasi di preproduzione – e a due direttori artistici come Samuele Cangi e Tommaso Giuliani. Questi tre personaggi ed il loro raffinato lavoro hanno fatto sì che la nostra scrittura, i nostri arrangiamenti, le nostre melodie ed i temi trattati fossero valorizzati al meglio.

Avendo a disposizione soltanto tre parole, come descrivereste quest’album?
Bello, bello, bello.
“Il comportamento degli esseri umani” ci parla di un tempo che abbiamo sprecato e di una simbiosi con la terra che solo la specie animale sa vivere. E un coro swahili canta: “sote tutakufa” (‘moriremo tutti’, nda). C’è un messaggio che vorreste consegnare alle nuove generazioni, affinché non vengano commessi gli stessi errori?
Secondo noi, forse, il modo migliore per sensibilizzare i giovani ad avere una maggior tutela dell’ambiente è semplicemente consigliar loro di passarci molto più tempo. I benefici di una passeggiata in un bosco o in campagna, di una dormita in mezzo a un prato, di una partita di pallone improvvisata in un giardino con gli amici, di un picnic con la fidanzata, e così via, sono immediatamente tangibili al nostro umore. Che lo provino per credere.
Nell’ultima traccia del disco, “Crudo e Zabaione” cantate: “Son sicuro di cosa non voglio, ma non so mai quello che voglio”. Cosa non vorreste mai essere o avere?
Ci piacerebbe tanto non perdere mai la nostra autenticità. Non vorremo mai essere paragonati a nessun altro. Siamo Cecco e Cipo, e basta!
Ci dite un pregio e un difetto l’uno dell’altro?
Un pregio di Cecco? La timidezza. Un difetto di Cecco? La timidezza. Un pregio di Cipo? L’arroganza. Un difetto di Cipo? L’arroganza.
Cecco, Cipo… grazie per essere stati qui con noi. In bocca al lupo per tutto e buona musica!
Grazie a voi, viva il lupo e a presto!

Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.
📢 Segui iMusicFun su Google News:
Clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”
🔔 Non perderti le ultime notizie dal mondo della musica italiana e internazionale con le notifiche in tempo reale dai nostri canali Telegram e WhatsApp.