Per chi ha masticato per anni pane e Battisti, sapere regalare emozioni è una dote innata che colpisce forte al cuore; ne sa qualcosa la cantautrice varesina Laura Bono, che è tornato sul palco dei Magazzini Generali di Milano domenica sera 30 novembre. Un ritorno live tanto atteso che non ha deluso le aspettative.
Alle 21:20 Laura si presenta sul palco con i suoi musicisti: Mario Natale alle tastiere, Paola Caridi alla batteria, Guido Genovesi alle chitarre ed Enrico Mega al basso. L’artista, vestita con un taglio di capelli a caschetto ordinato e con una giacca in stile scozzese, suscita una riflessione: dove è finita la performer con il taglio disordinato e quegli abiti da rockettara?
L’artista inizia con “A un passo” e “Un minuto dolcissimo” e, come dice il titolo del terzo brano “Tutto ha una spiegazione”, Laura è una tempesta di emozioni e ha voglia di abbracciare il suo pubblico, che ringrazia: “Sono felice che voi siate qui con me per festeggiare 20 anni dall’uscita del mio primo disco, è una bella festa. Qui ci sono tante persone che mi hanno sempre supportato, nonostante oggi la musica sia veramente complicata, con tanti alti e bassi, e voi ci siete sempre stati”.
Molto toccante ed emozionante è stata l’esibizione in prima assoluta del brano “Ti sognai”, scritto e musicato per l’amico Tiziano Ferro. Il cuore di Laura si sente potentemente e lei stessa dichiara: “Non so se canterò ancora questa canzone in futuro”.
La sorpresa di Grido
Dopo una pausa con l’ultimo cambio di abito, Laura riceve la visita a sorpresa del rapper milanese Grido, all’anagrafe Luca Paolo Aleotti. Nel 2011, la Bono duettò con Grido nel singolo “Se come me”, un inno contro la ricerca della forza interiore per superare i momenti difficili della vita (in quel caso, la sofferenza per la scomparsa del papà). Dopo 15 anni, il tema è ancora vivo nella società, e questo si tocca per mano sul palco: le rime di Grido di denuncia diventano ancora più graffianti con la voce di Laura.
Il nuovo singolo e l’omaggio a Gianna Nannini
Tra il repertorio di Laura, c’è anche il nuovo singolo “Buona non buonanotte”, pubblicato nel 2025, una canzone dedicata a chi non riesce a prendere sonno la notte, luogo in cui si accumulano fragilità e rinascite. Non manca l’omaggio a Gianna Nannini con il brano “Voglio te”, scritto a quattro mani con l’artista toscana: “C’è una canzone che voglio cantare, che ho scritto con una delle mie artiste preferite, con gli attributi, e si chiama Gianna Nannini. Sono cresciuta con lei, pane e Battisti. Quando sono entrata nel suo studio, prima ho composto e poi ho cantato. Ho avuto la sensazione di volare. Non capita tutti i giorni. Quando hai delle persone che ti ispirano tanto nella vita, e poi hai l’occasione di ispirare questa persona, pensi: ho vinto al totocalcio”.
La band
Tra i musicisti presenti, spicca il consolidato e collaudato Mario Natale, che ha collaborato con Laura sin dal suo esordio con l’album di debutto. Nella serata, ha brillato per forza e ritmiche la batterista Paola Caridi, che ha dato molta energia e un ritmo serrato a tutta la serata. Il basso di Enrico e la chitarra di Guido hanno mantenuto un passo serrato, con geometrie lineari senza eccessive improvvisazioni in un contesto già molto sostenuto dalle ritmiche.
Il finale
Il live si chiude con le tre canzoni “Che Gusto Amaro”, “Che notte Stanotte” e “Che bel Vivere”. Che intensità, verrebbe da dire, da parte di Laura durante la serata: grinta e passione, condite da una dose infinita di amore verso il pubblico. Durante il live, c’era la sensazione che Laura potesse prendere una chitarra in mano e scrivere una nuova canzone: un’empatia molto forte con il pubblico. Coreografie create dai fan hanno trasformato il live in un ritrovo. La festa è terminata oltre le mura dei Magazzini Generali, dove Laura Bono ha abbracciato il suo pubblico, tra cui fan, fedelissimi e anche milanesi che hanno sfidato il freddo per salutarla, insieme ad altri appassionati della sua musica. Alla fine, Laura ha dato tutta sé stessa. Un’artista vera.
Mi chiamo Raffaele Specchia, sono nato ad Ostuni il 24/09/1977 e sono giornalista pubblicista da maggio 2021. Sono un grande appassionato di musica da quando ero piccolo: mio padre mi faceva ascoltare Fred Bongusto, Mina, Peppino di Capri e il jazz. Ho iniziato questo lungo viaggio attraversando diversi generi: dai Beatles al punk, dalla musica dance anni ’80 e 90, al pop italiano, i Sanremo, i Festivalbar, eccetera. Mi sono cimentato con la chitarra acustica, ho fatto il dj nelle feste fino ad arrivare a scrivere musica negli ultimi anni, seguendo diversi Festival nell’alto milanese e tanti artisti con diverse interviste. Amo leggere le biografie e le storie degli artisti, che mi arricchiscono nell’animo e mi danno spunti nella ricerca. La musica è parte di me.
