Little Pieces of Marmelade La Band

La Band è il nuovo singolo dei Little Pieces of Marmelade in uscita oggi, venerdì 29 agosto per Astralmusic.

Un grido lacerante per aprirsi totalmente, senza filtri. Il manifesto graffiante di chi ha voglia di ricominciare e riavvicinarsi a se stesso.

Dopo le scariche ad alto volume dell’irriverente Family Therapy, arriva una ballad minimale e grezza, ostinata e potente con la quale i LPOM proseguono il percorso che rompe un silenzio durato più di due anni e che vedrà l’uscita di un nuovo album.

Un brano il cui titolo non lascia spazio a interpretazioni, una dichiarazione d’intenti racchiusa in due parole semplicissime che però, da sole, riescono a incarnare un’idea ben precisa di approccio alla musica. Ricominciare da dove tutto è partito, come dopo un reset, e farlo ritrovando ciò che è essenziale: la band.

La Band è uno di quei rari momenti in cui ci sediamo al piano e ci mettiamo a nudo. È una canzone che parla di amicizia fraterna, di perdere tutto e tutti. E rimanere solo noi due, Frankie e DD, in carne e ossa, senza ipocrisie. Dopo essere stati svuotati, traditi, abbandonati, ci siamo finalmente ritrovati. È un brano molto intimo, ma necessario: un grido al mondo su come stiamo e su cosa abbiamo vissuto, con la libertà di essere soltanto noi. – dichiarano i LPOM. Lo abbiamo registrato in presa diretta insieme al nostro caro amico Manuele Marani al violoncello, senza sovraincisioni o trucchetti moderni per lasciare che l’imperfezione diventasse parte del linguaggio. Una scelta che esprime appieno lo spirito profondamente DIY del duo restituendo un brano dall’atmosfera cupa, vaporosa e volutamente storta: come una nebbia che non ti lascia vedere fino in fondo, ma che proprio per questo ti costringe a sentire di più.

La copertina del singolo è completamente nera. Non è un vezzo estetico né una scorciatoia minimalista ma una presa di posizione decisa e silenziosa. In questo caso il nero non è elegante, né rassicurante: è tossico – spiega Frankie, come il colore della macchia che si allarga nel cuore della società, la traccia di una febbre che non guarisce. È un promemoria del nostro disagio collettivo, di una generazione che respira ansia e disillusione come fosse ossigeno. Una scelta per rendere visibile l’invisibile, l’alienazione che ci attraversa tutti, anche se la camuffiamo con filtri e sorrisi.

Foto di Francesco Torresi

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