Luca Carboni Milano

Dopo anni lontano dai palchi e una malattia che lo ha messo duramente alla prova, Luca Carboni è tornato a cantare davanti al suo pubblico. All’Unipol Forum di Assago, il cantautore bolognese ha tenuto un concerto intenso, emozionante e carico di significato, ripercorrendo trent’anni di musica e raccontando – nel successivo incontro con i giornalisti – ciò che questo ritorno rappresenta davvero per lui.

Un rientro che non è solo artistico: è umano, esistenziale. Una vera rinascita.

Carboni, oggi 61 anni, ha vissuto un passaggio personale durissimo: un tumore ai polmoni diagnosticato nel 2022, che inizialmente non lasciava molte speranze.

Durante l’incontro post concerto lo ha raccontato con sincerità:

“Al primo impatto è stato molto drammatico, non mi avevano quasi dato speranza. Quello che ho vissuto mi ha fatto vivere un trauma profondo, però ho dovuto reagire. Ora mi sento diverso: ho altre priorità, altri sogni, altri valori”.

Questa trasformazione interiore lo ha portato a guardare alla musica con occhi nuovi, distaccandosi da tutto ciò che è promozione, marketing, orpelli, come lui stesso li definisce.
Un nuovo modo di vivere la carriera, più libero, più autentico.

L’emozione di Assago è stata enorme, ma anche carica di timori:

“Avevo paura di non reggere. Mi era già successo in passato, nei momenti di agitazione non riuscivo a gestire la respirazione. Ho dovuto lavorare tantissimo sul diaframma e avevo preso una lunga pausa dal canto. La mia preoccupazione era dover fermare il concerto per riprendere fiato”.

E invece la serata è stata un successo: due ore e mezza di musica, di storia personale e collettiva, di una voce ritrovata.

Carboni esclude l’idea di un tour tradizionale:

“Non mi interessa ripetere sempre lo stesso concerto. Vorrei creare eventi unici, costruiti ogni volta in modo diverso”.

Un concetto che richiama le sue prime esperienze da spettatore, quando seguiva Guccini:

“Ogni concerto era diverso, dipendeva da cosa beveva, da cosa raccontava. Potevi vederne dieci e vedere dieci cose differenti”.

Un modello di spontaneità e libertà che oggi Luca sente profondamente vicino.

Quando tempo fa gli fu chiesto quale sarebbe stata la prima canzone da cantare “se mai fosse tornato sul palco”, Carboni aveva risposto senza esitazioni: Primavera.

“La primavera è simbolo di cambiamento, di rinascita, di una nuova felicità. Non arriva solo dopo una malattia: a volte arriva quando tutto va bene, e ti regala entusiasmo, voglia di leggerezza”.

Un’apertura che diventa manifesto del suo attuale stato d’animo.

Una delle cose che più lo hanno liberato in questo concerto è stata l’assenza di un nuovo album da promuovere:

“È la prima volta nella mia carriera che salgo sul palco senza avere un disco nuovo. Non dovevo mediare tra brani nuovi e vecchi. Potevo scegliere liberamente dalla mia storia. È stato bellissimo”.

Un viaggio attraverso classici, rarità e pezzi meno popolari ma per lui fondamentali.

Il legame con Bologna, con gli amici e con “San Luca”

Toccante anche il racconto del rapporto artistico e umano con Cesare Cremonini, che lo ha chiamato durante la malattia proponendogli il brano San Luca:

“Ho sentito subito che era una canzone che mi apparteneva. Io mi chiamo Luca proprio per devozione a San Luca. È stato il primo passo per tornare a cantare”.

Accanto a lui, anche Jovanotti ed Elisa, artisti-amici che lo hanno sostenuto e incoraggiato.

Un libro in arrivo: “Voglio raccontare i luoghi della mia vita”

Carboni ha confermato di essere al lavoro su un libro nato dopo la mostra dei suoi quadri:

“Alcuni editori mi hanno chiesto di trasformare tutto in un racconto. Vorrei legare la storia ai luoghi della mia vita: Vito, il cortile dove giocavo, la casa della mia maestra, il mare dell’infanzia. Sarà un percorso cronologico, come la mostra”.

Tra i progetti futuri, un nuovo disco. Ma non un disco qualunque:

“Mi piacerebbe fare un album libero, come Forever. All’epoca non sapevo nemmeno se avrei fatto il cantante. Raccontavo il mio tempo, la mia generazione. Vorrei tornare a essere nuovo, anche se ho più di sessant’anni”.

Una dichiarazione poetica di intenti, che unisce passato e futuro.

Il ritorno di Luca Carboni non è solo un ritorno musicale.
È la storia di un uomo che ha visto la vita cambiare all’improvviso, che ha avuto paura di non farcela e che ha ritrovato nella musica – e nelle persone – la forza per rialzarsi.

Assago è stato il primo passo di un percorso nuovo.
Non un tour, non una routine.
Ma una serie di momenti irripetibili.

Perché, come dice lui,

“Ognuno ha la sua Primavera”.

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