Luigi Strangis Voglio la gonna canzoni

Luigi Strangis Voglio la gonna significato canzoni
Il significato delle canzoni che compongono Voglio la gonna, il nuovo album di Luigi Strangis in uscita il 14 ottobre.

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La libertà e l’amore, nelle sue varie sfaccettature, fanno da fil rouge del disco che si apre con “OCCHI LUCIDI in cui “parole di plastica” e bugie giurate raccontano la fine di un amore e il cuore che va in pezzi.

Con “CHISSENFREGA” prende spazio invece l’amore felice e spensierato nato da adolescenti, dove l’importante è stare insieme “domani e per sempre”.

In “STAI BENE SU TUTTO si respira l’energia e la spensieratezza dei vent’anni, tra feste il lunedì, balli lenti, rave alle sette di mattina, avventure in centro e la voglia di vivere con spontaneità essendo semplicemente sé stessi senza se e senza ma.

La voglia di libertà continua in “SEMBRA WOODSTOCK“: il desiderio di partire “per non ritornare” con quella persona con cui afferrare la vita e viverla fino in fondo senza freni, proprio come a Woodostock.

Il disco continua con “STRANO” in cui il desiderio di essere davvero se stessi si manifesta con la voglia di mettersi a nudo con gli altri, anche mostrando le proprie stranezze, e di sentirsi al sicuro anche in un momento di fragilità con le spalle al muro.

NON CAMBIA MAI” racconta “che l’amore non sente mai il tempo e non cambia mai” in un mondo che si illumina con accanto la persona amata senza la quale non si può stare.

Anche in “NIENTE A PARTE TE” la felicità corrisponde al condividere tutta la vita “fino a quando non invecchieremo” con la persona che si ama perché “la gioia non vive se non sei accanto” perché “non ho mai avuto niente, amore, a parte te“.

In “BANG BANG” l’amore è tormentato, ci si allontana l’uno dall’altro solo per dire un “no” per dispetto per poi però ritrovarsi sempre perché “siamo figli del destino“.In “TRACCE DI TE” prende forma il racconto di un amore finito che ha lasciato dietro di sé “mille perché” e la ricerca vana di quella persona in un’altra.

L’album si chiude con “CICATRICI” dove l’assenza dell’altra persona “brucia come il fuoco” e lascia delle cicatrici che se vengono toccate rifanno male. Forse la soluzione migliore per non soffrire è addormentarsi e non pensarci più.

Foto di Gabriele Gregis

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