Maneskin Eugenio Finardi

Eugenio Finardi, cantautore milanese da sempre ribelle e controcorrente, in un’intervista rilasciata a Rockol ha parlato anche del Festival di Sanremo, del rock e dei Maneskin.

Faccio parte di una generazione per cui essere rock era quasi implicito. Ascoltai ‘Satisfaction’ a 13 anni ed ebbi l’illuminazione come John Belushi nei Blues Brothers. Sì, è uno stato d’animo, è un atteggiamento di vita. E poi per me c’è qualche cosa che è imprescindibile per capire se qualcuno è rock o meno…”

Queste le sue parole riportare da Claudio Cabona.

I capelli lunghi. Se non hai mai avuto, almeno una volta, i capelli lunghi non sei rock. I Coldplay non sono rock. Cremonini? Ha sempre avuto i capelli corti, non è rock. Povera stella, lui è anche bravo…”

Maneskin, le parole di elogio di Eugenio Finardi

Eugenio Finardi ha partecipato tre volte al Festival di Sanremo, kermesse che ora apprezza, ma che in passato…

Credo che il grande cambiamento sia iniziato con la vittoria di Mahmood, che mi è piaciuto tantissimo. Amadeus poi ha fatto un grande lavoro e ha smentito le mie parole: avevo definito il Festival ‘una festicciola provinciale di paese’.”

Un pensiero, poi, sui Maneskin.

Stanno realizzando il sogno che avevo da ragazzo: fare rock in giro per il mondo. Nel 1977 pubblicai ‘Diesel’ e nel retrocopertina ci sono io mezzo truccato, sembro proprio Damiano. È una band che fa onesto rock and roll. E lo fanno suonando, non è vero che non suonano. E me lo ha confermato anche Lucio Fabbri che li ha prodotti. Mi sono simpatici.”