A poche ore dall’uscita di Rush, il nuovo album dei Maneskin, sorge un dubbio; siamo proprio certi che negli Stati Uniti il progetto della band dei record sia così atteso?
Il dubbio sorge dopo aver letto alcune recensioni al progetto che, a dire la verità, cerca forse anche eccessivamente di strizzare l’occhio a un pubblico probabilmente non così interessato.
“Le canzoni dei Maneskin sono chiaramente riciclate, così sfacciatamente mediocri, tanto che l’idea del gruppo che accende una guerra culturale tra rock e pop – e con essa, stereotipi su realtà e falsità, passione e prodotto – sembra nella migliore delle ipotesi tragica.”
Parole riportate dalla rivista The Atlantic, che dimostra di non apprezzare nemmeno le coreografie della band, definite flosce. Una tesi che si basa sul gatto che nell’attuale industria musicale il rock “può esplodere nello stesso modo in cui possono farlo le melodie della Disney”.
Una critica che coinvolge anche l’Eurovision.
“Nessun giornalista riusciva a capire perché una band da bar in pelle bordeaux, che suonava quella che sembrava una canzone dei Rage Against the Machine modificata per una pubblicità Chevy, fosse scappata con il primo premio. L’Eurovision è noto per lo spettacolo in stile Abba, sciocco e brillante.”
Maneskin, siamo certi che gli Stati Uniti vogliano ascoltare la band dei record?
Secondo il Los Angeles Times, invece, i Maneskin sono la rock band preferita dagli americani.
Dove sta la verità? Probabilmente nel mezzo. Se il critico di The Atlantic Spencer Kornhaber ha un’idea di rock piuttosto discutibile, non si può negare che Mammamia, Supermodel e The Lonelies, gli ultimi tre singoli, negli Stati Uniti sono passati pressoché inosservati.
Il tour americano è andato bene? Vero… ma nessuno ha parlato della capienze delle venue che hanno ospitato la band dei record…

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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