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Morgan al Legend Club di Milano: un concerto tra rinascita e malinconia

Morgan

Il 2 novembre Morgan è tornato a esibirsi dal vivo al Legend Club di Milano, regalando al pubblico una serata potente e toccante.

In una serata intensa e trasgressiva, Morgan ha esplorato un vasto repertorio musicale, passando dai classici della musica italiana ai brani dei Bluvertigo, insieme alle sue canzoni soliste. Con un omaggio al “padre artistico” Franco Battiato e reinterpretazioni di artisti come David Bowie, Fabrizio De André e Giorgio Gaber, l’artista ha offerto al pubblico una sorta di viaggio musicale e spirituale.

Il concerto è arrivato in un momento delicato per l’artista, reduce da una serie di controversie, tra cui la cacciata da X Factor di un anno fa e accuse legali che hanno temporaneamente allontanato Morgan dal mondo dello spettacolo mainstream. La serata al Legend Club si è rivelata una sorta di “resurrezione” artistica: sostenuto da una band ribattezzata “Morgan & The Problems” e composta da musicisti come Lele Battista e Gianluca De Rubertis, Morgan ha ringraziato i suoi compagni di palco per la loro lealtà e il rispetto reciproco, facendo emergere il senso di intimità e solidarietà tra artisti.

Morgan ha aperto la serata con una performance dell’Adagio di Ravel, che aveva studiato nei mesi difficili trascorsi lontano dalle scene, definendolo un rimedio contro la “disperazione dell’anima”. Ha poi proseguito con alcuni dei suoi brani più celebri, tra cui Contro me stesso, Altrove, e The Baby, alternando l’interpretazione con dichiarazioni pungenti e riflessioni filosofiche sulla vita e sulla musica. Non sono mancati i successi dei Bluvertigo, come Cieli neri e Altre forme di vita, e omaggi ai grandi cantautori italiani, tra cui Non arrossire di Gaber, Il nostro concerto di Bindi e Un giudice di De André.

In uno dei momenti più toccanti della serata, Morgan ha dedicato a Battiato un tributo accorato, paragonandolo a una figura paterna: “Molto diverso da tutti e per questo mi ricorda me stesso,” ha dichiarato l’artista, esprimendo tutta la sua gratitudine verso il compianto maestro siciliano.

Con un atteggiamento a metà tra il provocatorio e l’intimo, Morgan ha coinvolto il pubblico in una riflessione su se stesso e il mondo della musica. Ha chiuso il concerto con Rutti, un brano di denuncia contro l’industria discografica, lasciando la scena con una frase che riecheggiava nella mente del pubblico: “Molte canzoni fanno male. Perché le facciamo? Non siamo sadici, ma quando una canzone è più triste di noi, possiamo sentirci meglio.

Questa esibizione al Legend Club rappresenta per Morgan un nuovo capitolo, che celebra la sua capacità di rialzarsi e di creare anche nei momenti più difficili. Sarà una vera resurrezione oppure l’ennesima chimera?

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