Videogiochi e musica sono da sempre legati da rapporti estremamente solidi. Fin dai primi passi il mondo del videogaming si è avvicinato a quello della musica, intrecciando con esso un rapporto per molti versi paragonabile a quello del cinema: tracce e colonne sonore, originali o meno, sono lentamente diventate fondamentali nel successo di un videogame.
Allo stesso tempo, però, i contatti tra i due mondi si sono espansi: hanno cominciato a essere impiegati brani su licenza e a essere sviluppati videogiochi basati sulla musica, mentre in direzione contraria numerosi brani hanno citato videogiochi e non solo.
I primi esempi di rapporti tra musica e videogioco si trovano nei videogiochi più datati, che, nonostante l’hardware datato, erano in grado di riprodurre musica originale o meno. Con l’introduzione dei microchip dedicati al suono hanno cominciato a svilupparsi i primi temi musicali: pietre miliari come Super Mario, Donkey Kong o Pokémon vantavano composizioni originali articolate e ancora oggi riconoscibili. Un altro titolo come Tetris, invece, si rifaceva alla musica popolare, rielaborando per le sue tracce alcune canzoni popolari russe.
Tolti i temi musicali principali e le title track, il maggior impiego per le tracce musicali è quello di contribuire al tono generale dell’opera scelta. Gli esempi più significativi ancora oggi vengono dal casual gaming, dove le tracce musicali sono fondamentali per creare un setting.
Se guardiamo a una piattaforma di casinò online come PokerStars Casino, notiamo subito un’ampia offerta di giochi casual: in questi la traccia musicale ambientale risulta parte integrante dell’esperienza di gioco, per esempio accompagnando un gioco ambientato in Egitto con una melodia dalle sonorità orientaleggianti.
Allo stesso tempo, una determinata traccia musicale può contribuire a sottolineare differenti momenti del gameplay: il momento in cui si inizia un combattimento con un boss, per esempio, è sempre sottolineato da un cambio della traccia musicale, tendenzialmente più ritmato e incalzante.

Una delle prime espansioni è stata l’utilizzo dei brani su licenza, iniziata ben presto persino con cabinati e flipper dedicati a gruppi musicali. I motivi sono differenti, ma tra questi sicuramente la volontà di dare lustro al titolo con una particolare hit: il brano Song 2 dei Blur, del finire degli anni ‘90, è associato a FIFA 98, titolo del quale è stato traccia principale; Love Again di The Kid Laroi, invece, recentemente è stato incluso in Fortnite, firmando l’ennesima collaborazione tra il videogioco e una hit contemporanea. In altri casi, brani su licenza sono utilizzati per sottolineare differenti periodi storici. Un esempio perfetto è la serie Grand Theft Auto, che implementa le stazioni radio alla guida dei veicoli: i brani riprodotti sono simboli degli anni in cui si svolgono le vicende, contribuendo all’immersione.
Oppure, il capitolo Black Ops della serie Call of Duty è ambientato in Vietnam; una delle missioni si svolge con il sottofondo di Sympathy for the Devil dei Rolling Stones, uno dei gruppi musicali maggiormente associati al periodo. Mentre, un ulteriore esempio è dato dall’impiego di brani su licenza in videogiochi, a loro volta dati su licenza. Basti pensare ai videogiochi ufficiali dei film, sviluppati con una licenza che comprende l’utilizzo delle musiche della colonna sonora originale.
Sempre sulla scia delle colonne sonore, i brani scritti per i videogiochi sono diventati in breve tempo talmente famosi da essere raccolti in colonne sonore, esattamente come accade per il cinema. E se il cinema ha fatto conoscere compositori come Ennio Morricone o John Williams, il videogioco non è certamente da meno. Da Kōji Kondō, autore delle musiche di Super Mario e Zelda, fino a David Wise e Jesper Kyd, le musiche dei videogiochi sono spesso create da vere e proprie celebrità. E, in molti casi, diventano protagoniste di concerti dedicati: esattamente come le colonne sonore cinematografiche, anche le OSTs dei videogiochi vengono spesso riprodotte in concerti dal vivo.
Concludiamo sottolineando alcuni legami ancora più diretti tra i due mondi. Per esempio, considerando quei videogiochi che nel loro gameplay includono proprio elementi musicali: in Guitar Hero bisogna riprodurre un brano premendo i tasti a tempo, in Just Dance bisogna ballare seguendo una coreografia, mentre la serie Sing Star si comporta praticamente come un karaoke.
In direzione opposta, sono innumerevoli i brani che nei loro testi citano qualche videogioco: tra gli italiani impossibile non pensare a Caparezza che, in Abiura di Me, mette in fila un gran numero di riferimenti a titoli degli anni ’80 e ’90. Ma anche i Club Dogo, in PES, si riferivano all’omonimo simulatore calcistico, mentre Eugenio Finardi ha partecipato a Sanremo 1999 con Amami Lara, che si riferisce alla Lara Croft protagonista di Tomb Raider.

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