MyDrama

E’ uscito venerdì 11 marzo L’una di notte (Columbia Records / Sony Music Italy), il nuovo singolo di MyDrama.

Si tratta di un brano estremamente personale e intimo, in cui MyDrama si espone come forse mai fatto prima, senza paura di mostrarsi fragile e vulnerabile, cantando quel misto tra malinconia e sollievo che si prova quando una relazione finisce e scoprendo senza vergogna quelle ferite dell’anima che con il tempo diventano cicatrici.

L’artista sembra inizialmente rivolgersi a una persona reale, che poi diventa vera e propria personificazione della sofferenza.

Ad essere provata è una sensazione di libertà dal sapore agrodolce, un dolore catartico che aiuta a maturare, ad avere maggiore consapevolezza di sé, a tramutare in positivo le negatività e le angosce del passato, affinché si possa guardare al futuro senza paura o rimpianti.

MyDrama

Con L’una di notte, MyDrama torna sulle scene dopo un 2021 ricco di soddisfazioni e successi, in cui si è contraddistinta nello scenario musicale attuale grazie al suo inconfondibile stile, libero e senza etichette, e in cui ha pubblicato singoli che hanno dimostrato la sua trasversalità.

Tra questi, Le luci feat. Dani Faiv, che racconta il momento magico che si vive quando i propri sogni nel cassetto cominciano a prendere forma, e Uh La La feat. Vhelade, un brano esotico che invita a ballare e lasciarsi andare.

MyDrama ha inoltre partecipato al brano Tocca a me di Federica Carta, a cui ha dato ancora più grinta grazie alla sua spiccata personalità artistica, la stessa con cui si è progressivamente affermata come uno dei talenti più promettenti in circolazione, pronta a lasciare il segno grazie al graffio della sua voce.

MyDrama L’una di notte

È un’atmosfera intima, raccolta, sospesa nel tempo e nello spazio, quella che pervade il videoclip diretto da Byron Rosero, perfetto, nella sua eleganza ed essenzialità, per enfatizzare le parole che MyDrama canta a cuore aperto, fragile e potente allo stesso tempo, in parte celata da una vegetazione che sembra quasi avvolgerla e proteggerla, custode del ricordo da cui il brano ha tratto vita.

La macchina da presa indugia lenta e discreta sul suo volto e sulle sue movenze, che si specchiano sul pianoforte che l’accompagna, mentre racconta quel misto tra malinconia e sollievo che si prova quando una relazione finisce e scoprendo senza vergogna quelle ferite dell’anima che con il tempo diventano cicatrici.

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