Malakay

Anticipato dai singoli “Millennium ghetto“, “Higher love” e l’omonima traccia, “Monster cries solo in the heaven” è l’album d’esordio del rapper e produttore sardo Malakay. Un viaggio interiore nel segno della rinascita, 8 tracce che suonano come singoli episodi di una serie tv, con il voice over – affidato agli speech dei capi di Stato – a fare da narratore esterno al racconto e un’estetica cinematografica ricercata.

L’idea è nata durante la prima fase della pandemia, quando le figure istituzionali dominavano incessantemente la scena mediatica, tanto da essere l’io assoluto fuori campo, l’unico a poter raccontare al mondo quanto stesse accadendo. Così lo speech di Kennedy del 1962 per il lancio dell’uomo sulla Luna, quello di Obama che si insedia alla Casa Bianca, il voice over di Bill Clinton e il terrore del “millennium bug”, passando per Nixon con lo scandalo Watergate fino ad arrivare ai più recenti Boris Johnson e Trump, tracciano il perimetro della narrazione di Malakay.

Monster cries solo in the heaven” è dunque un racconto di rinascita e di maturità, che l’artista affida a una pluralità di linguaggi: dalla musica all’estetica raffinata del tappeto di fiori della cover, passando per lo stile cinematografico che tiene insieme l’action movie di “Millennium ghetto“, i rimandi ai video musicali anni 2000 di Hype Williams per “Monster cries solo in the heaven“, i classici video motivazionali, la filmografia di Guy Ritchie e gli spot di moda per i tre monologhi che hanno accompagnato, sul profilo Instagram di Malakay, le uscite dei videomusicali, contribuendo alla complessità narrativa del suo primo concept album.

Malakay, ritratto di un rapper elegante

Classe 1990, Malakay – al secolo Andrea Camboni – è un rapper “elegante”, che sfugge a una vera classificazione. Estraneo al prototipo del suo genere musicale, che lo vorrebbe più aggressivo e meno rassegnato, più sfrontato e meno pacificato, il cantautore e producer sardo canta le insicurezze, la fragilità e l’amore. E lo fa in un album intimo, velato di malinconia personale e generazionale, dominato da sonorità elettroniche che fanno da tappeto a un flow e a un’interpretazione a volte vicina alla trap, a volte all’r’n’b.

La tracklist di “Monster cries solo in the heaven”

Accettare il fallimento in un mondo che ci vuole tutti vincenti, rifiutare i cliché della tradizione rap e del machismo tossico, fotografare un momento storico complesso con uno stile del tutto personale imbevuto di influenze elettroniche, hip hop, trap e r’n’b. “Monster cries solo in the heaven” è tutto questo e molto altro. Di seguito riportiamo la tracklist con gli 8 brani che lo compongono:

  1. 2THEDARKNBACK
  2. MILLENNIUM GHETTO
  3. MONSTER CRIES SOLO IN THE HEAVEN
  4. FRAGILE
  5. PEACEFUL PRESIDENTIAL
  6. COMA
  7. HIGHER LOVE
  8. GRAZIE