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Niccolò Agliardi, l’inedito “Sull’orlo del mondo (Ki Niye)” per i 30 anni della Fondazione Corti

È disponibile in tutti gli store digitali il brano inedito “SULL’ORLO DEL MONDO (KI NIYE)” (Edizioni Curci) scritto dal cantautore, scrittore e podcaster NICCOLÒ AGLIARDI a sostegno della Fondazione Corti per festeggiare i 30 anni di attività (brano disponibile su https://orcd.co/agliardizoni-sullorlodelmondo).

Il rapporto tra il milanese Agliardi (autore, scrittore, conduttore radiofonico e televisivo che grazie alla scrittura del brano “Io sì (Seen)”, nel 2021, si è aggiudicato insieme a Laura Pausini e Diane Warren il Golden Globe e il Nastro D’Argento per la miglior canzone originale, oltre a ricevere una nomination ai Premi Oscar, e autore e voce del podcast disponibile su tutte le piattaforme digitali “A DOMANI – La scomparsa di Giacomo”, tra i podcast più ascoltati su Spotify) e la Fondazione è un rapporto lungo decenni e ha come sfondo da una parte la città di Milano e dall’altra l’UgandaFu inizialmente la nonna di Agliardi, Joselinda, a sostenere i primi passi della Fondazione e oggi il testimone di tifoso e alleato è passato a lui e a suo figlio Sam.

Insieme sono partiti lo scorso giugno per il Lacor Hospital (uno dei maggiori ospedali non profit dell’Africa Equatoriale) dove insieme al musicista Enrico Zoni hanno scritto e registrato la maggior parte del brano, poi finalizzato a Milano, a cui hanno collaborato ai cori gli studenti delle scuole del Lacor.

Agliardi ha presentato il progetto durante l’annuale Cena Benefica per raccogliere fondi per la Fondazione nata nel 1993 a Milano su iniziativa di Piero Corti e Lucille Teasdale, per sostenere il St. Mary’s Hospital Lacor di Gulu (ospedale non profit fondato nel 1959 dai missionari comboniani nel Nord dell’Uganda).

 “Ho trascorso 10 giorni all’interno dell’ospedale – racconta Agliardi – raccogliendo quante più disperazioni e sorrisi possibili. E poi ho fatto ciò che ho imparato a fare nella mia vita fortunata: tradurre i sentimenti in qualche forma di racconto. Le canzoni sono il mio primo grande amore. Quello a cui torno quando ho bisogno di rassicurazione e di coraggio”.

Agliardi aggiunge poi: “SULL’ORLO DEL MONDO è l’essenza della mia infinita gratitudine verso un popolo che intende vivere e non sopravvivere; che è grato ad ogni alba, malgrado e nonostante le notti scure a cui è costretto. Sull’orlo del mondo ci sono uomini e donne che provano ad aggiustare tutto, con quello che c’è. Vite, famiglie, rapporti, ferite e ambulanze al grido di “KI NIYE” – Abbi fede; nel cielo, ma soprattutto in terra. Negli uomini e nella loro gentilezza“.

I coniugi Lucille Teasdale e Piero Corti, medici a cui fu affidata la gestione dell’ospedale fin dal 1961, dedicarono tutta la vita a sviluppare il Lacor e formare il personale ugandese che li avrebbe poi sostituiti. Da subito il loro obiettivo è stato offrire le migliori cure al maggior numero di persone e al minor costo possibile.

Per realizzare questo obiettivo è stato essenziale il contributo della Fondazione Corti, oggi presieduta da Dominique Atim Corti, figlia di Piero e Lucille. È soprattutto grazie alla generosità dei donatori della Fondazione, infatti, che il Lacor può continuare a essere una concreta speranza di guarigione per milioni di persone cosicché la popolazione ugandese possa diventare sempre più protagonista delle sfide sanitarie e sociali del proprio Paese.

Da oltre sessant’anni il Lacor Hospital garantisce cura e sviluppo in Nord Uganda, una delle aree più fragili del pianeta, devastata da anni di guerra civile e oggi dalle malattie della povertà: malaria, polmoniti, gastroenteriti, HIV. Ogni anno, accoglie, visita e cura oltre duecentomila pazienti, soprattutto donne e bambini, le persone più vulnerabili e ogni anno nascono in media 8 mila bambini.

Volute da Lucille Teasdale nel 1973, oggi nelle scuole del Lacor (per infermiere, ostetriche, assistenti di sala operatoria e tecnici di laboratorio e anestesia) studiano circa seicento giovani e l’ospedale è anche polo universitario della Facoltà di medicina di Gulu contribuendo così a formare il futuro personale sanitario del Paese.

Inoltre, il Lacor Hospital è un fondamentale motore di sviluppo economico e sociale: i suoi 700 dipendenti mantengono in media otto persone ciascuno e garantiscono la possibilità di studiare ai bambini della famiglia allargata e della comunità.

Il sogno di passare il testimone alla popolazione locale è divenuto realtà nel 2008, anno in cui sono diventati direttori tre medici ugandesi. Niccolò Agliardi Sull’orlo del mondo

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