Notte della Taranta 2022 Dardust

Dopo due anni difficili in cui La Notte della Taranta ha avuto luogo tra mille restrizioni, l’edizione 2022 verrà ricordata come quella dell’autentica rinascita.

Dardust, Maestro Concertatore della nuova edizione della kermesse, è il protagonista e il vero e proprio mattatore di una reale esperienza artistica a 360 gradi. Una sorta di installazione sonora contaminata e in continuo movimento, che simboleggia alla perfezione quella ripartenza ormai conclamata.

Una scaletta di oltre tre ore in cui la tradizione si lega a una concezione postmoderna di musica ed energia, portata al limite da un’idea folle e precisa di un genio. Dardust, il folletto della musica capace di coniugare il pop con la tradizione più rigida e il futuro più indecifrabile, sul palco di Melpignano crea un’atmosfera unica, trovando davanti a sé un pubblico di oltre 200’000 spettatori entusiasti e attenti.

La Notte della Taranta 2022, l’energia contaminata di Dardust illumina Melpignano

L’overture mette in risalto immediatamente l’idea del Maestro Concertatore, con il dialogo tra gli strumenti tradizionali e le percussioni che diventano ipnotiche momento dopo momento. Non solo tamburelli, ma anche qualche inserto elettronico, cucito alla perfezione.

Una narrazione che prende forma anche grazie a coreografie precise, deliziosamente deliranti e che mescolano sogno e realtà, in una dimensione in cui passato e presente si abbracciano e percorrono insieme ogni passo di un cammino musicale mai banale e capace di sorprendere a ogni quadro.

La scelta di proiettare sui wall immagini anche piuttosto eterogenee tra loro crea quell’ulteriore coinvolgimento, ulteriormente amplificato da una regia televisiva che il pubblico di Rai 1 potrà gustare attimo dopo attimo.

Il primo ospite a salire sul palco è Samuele Bersani, visibilmente emozionato, ma felice per aver superato… la prova della lettera Z. (“Le zeta romagnole sono diverse da quelle salentine!”)

La versione pizzica di Chicco e Spillo restituisce verve a un brano crepuscolare e che non ha perso smalto nonostante sia uscito trent’anni fa.

Davvero commovente il virtuosismo partecipato di Katy Fusco, che con la sua arpa accompagna la struggente Aremu.

Elodie dimostra ogni giorno di più di essere la vera e propria regina della musica e dello spettacolo. Un ruolo acquisito con il lavoro e con quella costanza di chi conosce le proprie potenzialità, ma sta cercando di capire fino a dove può spingersi.

La Pizzica di San Vito, cantata e ballata con quell’entusiasmo di chi ama ciò che fa, dimostra che l’artista oggi è un punto di riferimento importante per la musica pop e non solo.

Stromae, assente alle prove, convince, ma non coinvolge totalmente il pubblico, che si abbandona alle note di Alors on dance.

Massimo Pericolo rappresenta un’innovazione della quale non si potrà non tenere conto in futuro. A differenza delle contaminazioni rap con Clementino e Guè Pequeno, l’artista originario di Brebbia, guidato dal suo mentore Dardust, trova un pubblico attento per diffondere un verbo artistico verso una popolarità più ampia.

Più anonimo il brevissimo intervento di Madame e non troppo a fuoco il momento riservato al collettivo Studio Murena, forse l’unico attimo in cui si perde il filo della narrazione.

Marco Mengoni, visibilmente emozionato, nelle due interpretazioni mette in risalto la sua anima vasta e contaminata, dimostrando sensibilità e attenzione anche nei confronti di una lingua per nulla semplice.

Verso il gran finale ci si aspetta quei fuochi d’artificio che Kalinifta regala. Una versione esplosiva, un ponte aperto verso un futuro musicale che Dardust ha in mente e sul quale sta portando un certo tipo di musica non solo nel nostro paese. Notte della Taranta 2022.

Il talento di Dardust

Per Dardust prova ampiamente superata e con il massimo dei voti. Tornare dopo tre anni dall’ultima Notte della Taranta con il pieno del pubblico era rischioso. Non era, poi, semplice raccogliere il timone di un innovatore come Enrico Melozzi e di una talentuosa visionaria come Madame.

Dardust ha dimostrato, pur non avendo nulla da dimostrare, di avere il massimo rispetto per ogni forma tradizionale. Pur senza temere di forzare certi meccanismi.

L’omaggio a Bregovic e a un certo tipo di musica balcanica strizza l’occhio verso un approccio tipico di tre o quattro lustri fa. Mentre le citazioni ad alcune sue composizioni, ma anche a David Bowie, ai Cure e in particolare ai Chemical Brothers, filo conduttore elettronico tra diversi pezzi, certificano la capacità di osare con la diligenza del genio curioso e attento.

Dopo l’esperienza con Dardust, La Notte della Taranta ha preso una via ben precisa. Dopo aver toccato l’apice, quale può essere il futuro. C’è tempo per pensarci, ma ciò che è certo che la venticinquesima edizione del Concertone di Melpignano non si scorderà facilmente.

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