Manuel Agnelli

Manuel Agnelli torna con nuova musica e questa volta lo fa senza gli Afterhours. Il 30 settembre uscirà infatti il suo primo album da solista, “Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso“.

Si tratta di una delle massime più legate al senso comune e, allo stesso tempo, più rivoluzionarie che siano mai esistite: “Questa frase è di una potenza devastante e non si è mai consumata perché non è mai stata realizzata. Rappresenta dunque molto bene il mio disco e gli argomenti di cui parlo. Si tratta infatti di una frase molto forte di una contemporaneità devastante“.

Questo titolo nasconde però anche una certa ironia: “Se come me non ti ami troppo, è meglio che tu non ami il prossimo così come ami te stesso“, argomenta Manuel Agnelli. E aggiunge: “La frase ‘Ama il Tuo Prossimo Come Te Stesso’ è una chiave di lettura per i brani contenuti all’interno dell’album, perché in fondo sono tutte canzoni d’amore ed io – forse per la prima volta – uso la parola ‘amore’ senza vergogna“.

Manuel Agnelli, “Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso”

Il cuore del primo album da solista di Manuel Agnelli è senza alcun dubbio un’indagine sulla complessità dei sentimenti umani, rivolta sia all’interno che all’esterno di sé. “Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso” è in fondo l’album della maturità e della ritrovata innocenza creativa. Non sarebbe infatti stato possibile concepire alcuni dei brani contenuti nel disco senza la crescita e la padronanza della materia che gli derivano dall’esperienza ultra-trentennale da musicista, performer e autore di canzoni.

Un ruolo di fondamentale importanza per la nascita dell’album lo ha avuto poi anche il lockdown che, dilatando i tempi e moltiplicando le incognite, ha concesso a Manuel l’opportunità di scrivere senza una scadenza e senza un progetto troppo definito: “Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso è cresciuto nel tempo. Non è nato per caso, ma in maniera causale, non progettuale“.

Manuel si libera così da ogni gabbia, per spaziare tra tutte le sue ispirazioni, le sue influenze e le sue velleità: “Questo non è un disco di rottura, ma si pone in continuità con tutto quello che ho fatto finora. Vorrei pubblicare un disco ogni due anni e riuscire ad essere più snello nel fare musica. Mi piacerebbe inoltre spaziare ancora di più all’interno di un solo genere musicale e lavorare maggiormente sulla mia voce. Cercherò però di non darmi scadenze e di lavorare alla musica in maniera molto libera“.

“Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso”: testi e sound

Rispetto al passato, Manuel – oltre a essere autore, interprete e co-produttore di tutti i brani dell’album – ha suonato la quasi totalità degli strumenti presenti nelle varie tracce. Si tratta di una scelta inizialmente dettata dalle contingenze (durante il lockdown era impossibile incontrare altri musicisti per lavorare ai brani) e portata successivamente avanti come una tenace sperimentazione.

L’utilizzo peculiare di alcuni strumenti si discosta poi ulteriormente da molti dei precedenti lavori di Agnelli. Stiamo parlando dell’uso del pianoforte come elemento noise e ritmico in “Proci“, della doppia batteria (una tradizionale e una che Manuel definisce «preistorica e tribale») di “Signorina Mani Avanti” e dell’orchestrazione sontuosa, struggente e malinconica degli archi di “Pam Pum Pam“. Ma non è tutto. A forgiare il suono di “Ama il Prossimo Tuo Come Te Stesso” concorre infatti anche la vita di tutti i giorni. Di fatto, Manuel ha “suonatocoperchi, catene, scatole di cartone, bidoni della spazzatura, bottiglie di plastica, sacchi da boxe e molto altro ancora.

In sintesi, quest’album ci consegna il ritratto di un Manuel Agnelli che si mette in gioco come ancora non aveva avuto occasione di fare. Pur rimanendo sempre fedele a se stesso, spazia infatti in territori per lui inesplorati, indagando con occhio acuto, ironico e sempre originale aspetti e tematiche che gli appartengono davvero: come ascoltatore, come essere umano e come musicista.

Manuel Agnelli: gli Afterhours, i Maneskin e il Festival Sanremo

Durante un incontro con la stampa, Manuel Agnelli ha parlato del successo dei Måneskin (“Hanno funzionato e funzionano tuttora per un qualcosa di magico. È per questo che vedo qualunque cambiamento come un potenziale pericolo per la loro carriera“), del ‘matrimonio‘ con gli Afterhours e dei rumors circa una sua possibile partecipazione al Festival di Sanremo: “Non voglio entrare a far parte dei Big in gara. Io Sanremo l’ho già vinto. Ci sono andato con i Maneskin e lì ho fatto qualcosa di significativo. È molto difficile ripetere una cosa del genere”.

Sulla pubblicazione di questo progetto da solista e sul suo rapporto con gli Afterhours ha invece voluto chiarire che “all’interno della band, ho sempre avuto un ruolo di grande privilegio. Non mi è mai mancato lo spazio. Mi dava però fastidio in modo in cui venivo identificato, ovvero il canzonettaro della band, quello che canta e suona la chitarra. Ma all’interno di quel progetto io non facevo solo quello. Con questo album da solista ho voluto dunque dichiarare l’appartenenza di certi suoni, che sono miei e non alla band“.