Anticipato dai singolo “14 maglioni“, “nnsnqua” e “che schifo“, “2” (Atlantide Dischi) è il nuovo album di inediti della cantautrice sarda Valentina Luiu – in arte Valucre – e vuole essere un percorso cronologico ed emotivo, in cui l’artista racconta la storia di due entità che si avvicinano e si allontanano e di come dubbi, speranze e strade si incrocino in un modo difficile da controllare.
Entrando un po’ più nello specifico, “2” traccia la linea entro cui si riconosce la propria individualità nella coppia, ma non è solo una storia d’amore, bensì un vero e proprio percorso di maturazione e di presa di coscienza individuale. L’album è dunque un invito ad ascoltarsi, a riconoscersi e a lasciarsi andare, per imparare ad amarsi e ad appezzarsi esattamente per come si è.
La penna creativa della giovane musicista, che racconta la quotidianità con una semplicità e una bellezza disarmante, diventa così il punto di forza di questo suo nuovo progetto del tutto autobiografico, che assume i connotati di un diario in cui Valentina si mette a nudo, confidandosi con i suoi ascoltatori.
Valucre, la tracklist di “2”
Prodotte da Alessandro Forte, le dieci tracce che compongono “2” sono state scritte dalla stessa Valucre e spaziano dal lo-fi (“14 maglioni“e “la porta”) all’EDM (“nnsnqua” e “che schifo”).
Di seguito riportiamo la tracklist:
- 14 maglioni
- che schifo
- lavitadiuncane
- casino
- agile
- la porta
- nnsnqua
- colpa mia
- + x me

Valucre, “2”: Track by Track
“14 maglioni“: L’INIZIO E LA FINE
Qualcosa è appena finito e qualcosa sta iniziando. Queste due cose sono talmente vicine da confondersi, da sembrare la stessa cosa e la stessa persona. Lo scambio tra qualcosa che arriva e qualcosa che se ne va è destabilizzante. È triste e bello al tempo stesso, porta calore e movimento.
“che schifo“: ANDARE A FONDO
Il caos ci mette un po’ a calmarsi e, come succede, arriva lo schifo. Lo schifo di quello che se ne va e lo schifo di quello che è appena arrivato. Eppure, lo schifo è bellissimo. Mi permette di capire le sfumature di quello che ho perso. Mi permette di avere paura di quello che ha appena occupato una sedia piena di maglioni.
“lavitadiuncane“: UN POSTO SICURO
Vedere le cose da vicino, in tutti i particolari, è pesante. È pesante vivere sentimenti profondi con questa attenzione allo schifo. Il paradosso è proprio quello di vivere sentimenti profondi con superficialità, o meglio, con leggerezza. La sfida è stata riuscire a costruirsi uno spazio sicuro, una sorta di cuccia – se così si può dire – nella novità e, allo stesso tempo, godersi quel luogo sinceramente.
“casino“: L’ISOLAMENTO
La leggerezza è momentanea, o forse non esiste, almeno per me. Il caos è dietro l’angolo, se c’è una conoscenza reciproca e un coinvolgimento profondo. Il caos è un senso di colpa, ma è anche causato da un senso di colpa: verso gli altri e verso se stessi. Il casino è l’isolamento dei pensieri rispetto alla realtà; è il disperato tentativo di riordinare un mondo fatto di particolari schifosi e insensati.
“agile“: UN DESIDERIO
Come si fa a rimettere in ordine? La svolta è stata capire che dalla separazione tra pensiero e realtà non si ottiene ordine. Non lo si può ottenere in ogni caso. Il desiderio è riuscire a tenere stretti pensieri e realtà, i propri sentimenti, i propri sensi e le proprie esperienze di vita. Bisogna allenarsi ad avere un cuore agile. Non rifiutare a prescindere il casino, ma accettarlo e affezionarsi a lui, come allo schifo.
“la porta“: LA DISTANZA
È difficile essere coordinati nei desideri. È altrettanto estremamente difficile tenersi ancorati alla realtà, sentendosi rifiutati. Una porta chiusa, una distanza. Da qui in poi la comunicazione avviene attraverso uno spiraglio sottilissimo tra pensiero e realtà, tra uno e due. Ascoltare diventa sinonimo di provare a leggere il labiale di qualcuno che sta di spalle. Parlare significa formulare parole senza suoni. Essere presenti significa essere dietro a una porta chiusa. Percepire la presenza diventa invece scommettere se davvero ci sia qualcuno dietro quella porta oppure no.
“nnsnqua“: I PENSIERI LEGGERISSIMI
Dietro quella porta c’era qualcuno che stava per andarsene. Io dietro quella porta ero leggerissima, tenuta in contatto con la realtà da quello spiraglio sottilissimo. Il brano rappresenta un sacco di pensieri leggerissimi e zuccherati, che mi hanno portato su e lontanissimo come un palloncino che si tiene al suo bambino solo perché quest’ultimo lo stringe a sé con un cordino. Se non ci fosse stato quel cordino, sarei volata via fino a che quei pensieri leggerissimi non avrebbero acquisito un peso reale e mi avrebbero fatto rotolare via.
“colpa mia“: LA VISIONE D’INSIEME
Cosa si vede da lontano? Nei pochi secondi prima che lo spiraglio si chiuda, che il cordino si spezzi, c’è un momento di lucidità. I pensieri leggeri hanno ancora il sopravvento e mi permettono di vedere tutto da lontanissimo. La famosa visione d’insieme. Le distanze si allargano, pensieri leggeri e pesanti, nuovi e vecchi, si confondono. È bella la vista da lassù. Il fascino dello schifo è ancora più bello da quassù, ma sono l’unica a vederlo.
“+ x me“: IL PROPRIO PESO
Il cordino si spezza, la porta si è chiusa e io sono fuori. Sto cadendo dal punto più alto, da sola. La bella vista che vedevo da lontano si avvicina sempre di più. Da vicino non è così bella, ma quanto è più bello sentire il mio peso, sentire quanto fa male la caduta, rotolare giù, i lividi e tutto quello che comporta essere reali e avere un corpo. Avere finalmente conquistato un cuore agile, che si sforza di provare qualcosa e finalmente ci riesce.
Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.