“GOMME DA MASTICARE” (Thamsanqa/The Orchard) è l’Ep di debutto di Ottobre, la cantautrice rock che sta conquistando pubblico e critica con il suo immaginario intenso e ruvido nelle emozioni più crude e genuine. “GOMME DA MASTICARE“ rappresenta l’inizio del percorso dell’artista delineando il suo sound potente e profondamente emotivo, costantemente in bilico tra rock e pop, in una costante lotta con se stessa. È un Ep ricco di storie autentiche e che arriva dritto come pugno allo stomaco, fa male, ma proprio per questo risuona vero e indimenticabile, come un masticare nervoso per sfuggire al senso di smarrimento. Le 6 canzoni che compongo il progetto sono appiccicose, si impastano in bocca come chewing gum e anche se sono piene di zucchero, alla fine diventano amare e ti viene voglia di sputarle.
Un’esplorazione cruda e senza filtri delle emozioni più profonde, l’artista arriva dritta al cuore catturando un senso di solitudine e rabbia. Ogni traccia è un viaggio dove Ottobre afferma sé stessa e le proprie idee. I brani evocano immagini palpabili, trasmesse attraverso rumori distorti, riff graffianti, batteria potente e una voce che, seppur tormentata, non perde mai di potenza.
L’Ep è stato prodotto e diretto dai Granato, che suonano anche chitarre e bassi. Mentre alla batteria troviamo Federico Ascari. I brani sono stati scritti dalla stessa artista Ottobre in collaborazione con Stefano Santoro, Simone Panetti, Riccardo Vignola.
“Gomme da masticare” – TRACK BY TRACK
Una breve presentazione per ogni brano, ognuna accompagnata da un commento dellastessa Ottobre.
“idea di merda”
Un’amara delusione e il rimpianto per aver dato fiducia a qualcuno che non la meritava. Ottobre descrive così la prima traccia dell’Ep: “Sì ho avuto un’idea di merda, pensavo di poterti dare una seconda possibilità e invece era una cazzata, tutto è andato a finire male e va bene così, ti metterò nel lungo elenco delle storie perse, delle gomme masticate rimaste appiccicate sotto le scarpe”.
“prima dell’alba”
Il brano riflette una nostalgia intima e malinconica, legata a ricordi di momenti felici e alla consapevolezza di un ciclo che sembra inevitabile. “Stamattina mi sono svegliata e avevo voglia di pancake, e allora li ho preparati, e mentre lo facevo mi chiedevo dove avessimo sbagliato, un tempo ci volevamo bene e io ancora me lo ricordo quando facevamo l’amore e in fondo lo so che ti richiamerò, che mi riscriverai e che ci finiremo ancora una volta nella tua stanza”.
“tachicardia”
“Ci rinuncio, è tutto sbagliato e neanche lo so se è colpa mia o è colpa tua, mi scoppia la testa, ho l’ansia, voglio starmene da sola, ho paura, il cuore mi batte a mille e vorrei ancora poterti avere vicino per poterti chiamare casa, ma io lo so che non sei più casa mia” così l’artista spiega questo brano . La canzone esprime un forte conflitto interiore e un senso di smarrimento, mescolando ansia, paura e malinconia.
“a letto sveglia”
Il brano è una versione riletta dagli occhi di Ottobre del brano “A letto sveglio” di Naska. Viene esplorato il tema della reciproca incomprensione, emerge la paura di non essere accettata per ciò che è e la consapevolezza delle differenze tra lei e l’altra persona. “Mi convinco troppo spesso che sono sbagliata, che non mi puoi capire, e mi chiedo se siamo destinati all’infelicità, non sarò come vuoi tu e tu non sarai come voglio io ma mi chiedo in ogni caso se insieme siamo ancora qualcosa”. Nella canzone anche una citazione/omaggio a Cesare Cremonini.
“pugnale”
Il brano rappresenta l’auto accettazione del dolore e della sofferenza, trasformando il vuoto e la paranoia in un luogo in cui l’artista si immerge volontariamente. “Sto in paranoia, sento il vuoto e mi ci butto dentro, ci nuoto e alla fine mi piace, il dolore me lo prendo e ci costruisco qualcosa di nuovo, neanche un colpo di pugnale può ferirmi, mi resterà un segno da cui nasceranno nuove storie”.
“alla fine”
L’incertezza sul futuro si mescola con un’accettazione serena della separazione, sottolineando che, nonostante il dolore, potrebbe essere meglio così. Ottobre commenta così l’ultimo brano dell’EP: “Spengo le luci, spengo il telefono, ho detto tutto quello che avevo da dirti, ci siamo fatti tanto bene e ci siamo fatti tanto male, la pianto con le accuse e sto zitta, tanto non ci capisco niente, forse è tardi e forse no, non lo so, so solo che alla fine mi giro e non ci sei più, e forse, alla fine, va bene così”.
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