Patrizio Trampetti, artista napoletano protagonista indiscusso della musica folk italiana con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, pubblica l’album “L’Ideale”, promosso dal singolo “Ciao Luì” con Claudia Gerini.
L’ideale sarebbe un mondo di ideali. Certo, non sarà uno slogan a salvare l’umanità, ma è bello pensarlo.
Nello scegliere il nome del suo nuovo album, L’Ideale, Patrizio Trampetti ci ha messo cuore, un po’ come quando decidi il nome di tuo figlio. Selezioniamo le parole in maniera ponderata: cuore-figlio. In questo caso il figlio è l’autore stesso però, perché oltre alla accezione degli ideali che andremo ad approfondire, è bene dire da subito che questo disco, il cantautore napoletano l’ha dedicato alla madre. Più cuore di così non si può.
Ma perché mettere gli ideali al centro del villaggio? Il rischio retorica è dietro l’angolo. Eppure, la dittatura della mediocrità -a cui ormai siamo assuefatti nella scena odierna- merita di essere messa in discussione.
Siamo tutti figlio o nipoti di generazioni che hanno improntato la loro vita sul terreno degli ideali, ma forse lo abbiamo dimenticato, qualcuno rinnegato. Ecco perché parlare di ideali oggi non è retorico: sarebbe come dire che un Paleologo non ha ragione d’essere. Gli ideali, in più, possono riprendere vita, non sono dei fossili da proteggere in una teca, per quei pochi nostalgici che ancora pagano il prezzo del biglietto in onore alla memoria.
Potremmo definirla una reazione alla canzone fast food a cui gli stomaci si sono abituati. Nell’intreccio tra il valore degli ideali, e il valore del cuore, con l’omaggio alla madre, Patrizio Trampetti con questo nuovo progetto ha voluto ridare nobiltà alla forma canzone riempiendola, come fosse una sacca, di contenuti. E nel farlo, ogni canzone è a suo modo omaggio ai padri cantautori (Rino Gaetano, Fabrizio De André, Fabrizio De Gregori).
E lungo il percorso del disco, ci sono numerosi compagni di viaggio, come Tricarico, Pietra Montecorvino, gli Inti-Illimani, e Claudia Gerini, da cui vogliamo partire.
Il primo estratto del disco, Ciao Luì, nasce da una collaborazione insolita ed emozionante. Patrizio Trampetti, inventa la collaborazione che non ti aspetti: Claudia Gerini.
La celebre attrice italiana si cimenta nel canto in maniera sorprendente. Come in una matrioska di rivelazioni, ci troviamo all’ascolto di un brano sotteso tra italiano e napoletano. Ma i ruoli di questo dualismo sono a loro ribaltati, per cui il paradosso è che la cantante romana si lascia andare al partenopeo, e il cantautore napoletano si concede in massima parte all’italiano.
Una danza cantautorale bagnata da arrangiamenti e assolo di sax jazz. E qui c’è la chiave per capire l’omaggio che si cela sin dal titolo del brano. Luigi Tenco proviene dal jazz, il che non è certo casuale. Ciao Lui’ è in assoluto un ideale in musica: è un omaggio a Luigi Tenco. Perché quel giorno in cui Trampetti apprese la notizia della sua scomparsa, usciva da scuola. Ed è ancora più coraggiosa l’idea di omaggiare un grande della scuola cantautorale italiana come quella genovese, tramite un’altra grande tradizione quale quella napoletana.
In questo omaggio Claudia Gerini si inserisce con grandissima classe.
Il singolo è accompagnato da un videoclip con la regia di Lorenzo Cammisa.
Il disco vuole essere un viaggio alla ricerca della nostra identità in questo momento storico. La ricchezza musicale e poetica dell’album porta l’autore all’esigenza di sintesi del suo percorso. I colori ritmici della musica popolare si fondono con le melodie della canzone d’autore. Tra omaggi, citazioni, collaborazioni, riscoperta del contenuto tematico degli ideali in forma canzone, la voglia di schierarsi, di impegnarsi socialmente, emerge continuamente il tributo ai padri fondatori della nostra canzone. L’elenco l’abbiamo già fatto, ma nel puzzle ognuno troverà i suoi pezzi di riferimento. Un gioco a specchi fatto con le note.
“Questo disco è dedicato a mia madre, che mi ha cresciuta da sola avendo perso mio padre che ero un bambino. Nata in un paesino oltre Eboli, dove Cristo non si è mai fermato…. mia madre ha vissuto un’infanzia e una giovinezza quasi segregata. Non poteva uscire, neanche continuare gli studi, questa era la dura lex dei padri/padroni del profondo Sud dei suoi tempi.
L’unica cosa, adorava cantare e così una volta scappata a Napoli, avendo avuto un figlio e sentendo la sua voce, ha invogliato me a farlo. Questo era il suo ed anche il mio “ideale”.

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