Pink Floyd Legend

Bastava osservarlo: a un certo punto il pubblico era completamente incantato, ipnotizzato da un vero e proprio “pifferaio di Hamelin” impersonato dai Pink Floyd Legend, la band protagonista del concerto di giovedì 21 novembre al Teatro Ariston di Sanremo.

Molto più di gruppo tributo/cover band, i Pink Floyd Legend creano uno show completo fatto di suoni, immagini, luci ed effetti speciali per rivivere tutta la genialità dei Pink Floyd, il leggendario gruppo britannico che ha conquistato il mondo da generazioni. Un gradito ritorno, come ha detto il cantante e chitarrista Alessandro Errichetti, rivolgendosi a un teatro gremìto: “siamo felici di tornare in questo teatro cosi prestigioso. Pare che Carlo Conti voglia riunire i Pink Floyd a febbraio: non so se ci riuscirà, ma nel dubbio un saltino l’abbiamo fatto, che poi se vengono quelli veri siamo rovinati”, ha scherzato con una certa modestia, anche se, chiudendo per un attimo gli occhi, il confronto decisamente regge.
D’altra parte, si sa, i fan dei Pink Floyd sono piuttosto esigenti, ma gli applausi scrosciavano copiosi, a dimostrazione che il gruppo italiano sta facendo un ottimo lavoro.

I Pink Floyd Legend offrono ogni volta uno spettacolo diverso: questa volta, la prima parte ha mescolato diversi brani, mentre la seconda era tutta dedicata a “The Dark Side of the Moon“, album mitico datato 1973.

Il segreto della band, come spiegano sui loro canali ufficiali, è quello di uno “studio approfondito delle partiture e dei concerti che la band inglese ha proposto nel corso degli anni“. Attenzione massima anche a livello tecnico, con la “strumentazione originale dell’epoca: dalla Fender Black Strat al Fender Precision, dal Farfisa Compact Duo al Binson Echorec“.

Insieme a Errichetti, capace di tenere note difficili sia con la voce che con assoli di chitarra degni di nota, l’altra voce interessante è quella di Fabio Castaldi (anche bassista). I loro timbri, che devono misurarsi con mostri sacri come David Gilmour e Roger Waters, rendono i brani in modo fedele e rispettoso. A completare la formazione strumentale ci sono Manfredi Roberti (voce e tastiere), Paolo Angioi (chitarre, basso e cori) ed Emanuele Esposito (batteria). Un plauso particolare alle coriste Giorgia Zaccagni, Daphne Nisi e Claudia Marrs: emozionante il momento in cui ognuna di loro ha interpretato, a turno, il celebre assolo di Clare Torry in “The Great Gig In The Sky“. Il concerto è stato inoltre impreziosito dal sax di Maurizio Leoni. 


Un meticoloso lavoro è stato eseguito sulla ricerca e la scelta delle immagini proiettate sul maxi-schermo circolare di 15 metri. Stralci dai video più iconici si alternavano a immagini d’epoca in bianco e nero, ma anche a pattern geometrici per un’esperienza davvero psichedelica.

A sorpresa, durante l’esecuzione di uno dei brani più noti al mondo, “The Wall“, un marionettista nascosto dietro al palco ha manovrato un’enorme riproduzione del personaggio che appare nel celebre video.

Altra apparizione a sorpresa, quella del grande maiale gonfiabile che volava sopra al palco dell’Ariston, omaggio a quello realizzato per la copertina del loro album “Animals“, anche se poi ne furono utilizzati altri in vari concerti.

Tra i brani più noti, anche “Time“, con le immagini di orologi proiettati a valanghe sul maxi schermo, una riflessione sull’eterno tema del tempo; e poi “Money“, altra canzone iconica che tratta di un altro tema universale, croce e delizia dei tempi di ieri e, soprattutto di quelli odierni: il rapporto con il denaro e il potere, la sete di giustizia e l’esaltazione degli umili.

Sul finale, grande emozione con “Wish You Were Here“, seguito da “Comfortably Numb“, che ha visto il pubblico dell’Ariston accendere le torce dei telefonini e inondare di luce platea e galleria.
Dopo il naturale richiamo dei “bis”, è arrivato il gran finale a tutto rock con “Run like hell“, con il pubblico in piedi: uno sguardo tra i fan ed era tutto chiaro; a cantare insieme c’era sia la generazione che ha vissuto quei mitici anni ’70, ma anche i loro figli e nipoti.
Ecco perché in pochi anni i Pink Floyd Legend hanno superato le 100.000 presenze: perché il potere della grande musica non tramonta mai.

Dopo Sanremo, il tour prosegue in tutta Italia: Bari, Mantova, Legnano, Agrigento solo per citare alcune delle prossime date. Qui il calendario completo e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

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