Un fatto storico ha scosso il mondo della musica: per la prima volta in oltre 35 anni, nessuna canzone rap compare nella Top 40 della Billboard Hot 100. La notizia, riportata dalla stessa Billboard, segna un momento simbolico per il genere che per decenni ha dominato le classifiche e la cultura pop mondiale.
La fine di un’era: fuori classifica “Luther” di Kendrick Lamar e SZA
A far cadere il record è stata la scomparsa di “Luther”, la collaborazione tra Kendrick Lamar e SZA, rimasta per 13 settimane al numero uno e ora rimossa dalle classifiche a causa di un cambiamento nelle regole di Billboard.
Lamar e SZA hanno chiuso così una striscia ininterrotta di brani rap nella Top 40 iniziata il 2 febbraio 1990, quando “Just a Friend” di Biz Markie era arrivata al numero 41, preludio a un’epoca di dominio hip hop durata più di tre decenni.
Secondo le nuove regole, infatti, i brani vengono rimossi (“recurrent”) se restano troppo a lungo in classifica ma scendono sotto determinate soglie: “Luther” era al 38° posto dopo 46 settimane, motivo sufficiente per essere eliminata.
Le nuove posizioni e la crisi commerciale del rap
Attualmente, il brano rap più alto in classifica è “Shot Callin” di YoungBoy Never Broke Again, fermo alla posizione 44, seguito da “Safe” di Cardi B feat. Kehlani (n.48) e “Hell at Night” di BigXthaPlug feat. Ella Langley (n.49).
Un segnale che, secondo Billboard, “rappresenta l’ennesimo segno del calo della dominanza commerciale del rap negli ultimi anni”.
In effetti, già nel 2023 si era registrato un calo: nessun album rap aveva raggiunto il numero uno nella Billboard 200 fino a “Pink Tape” di Lil Uzi Vert in luglio, mentre tra i singoli solo “Paint the Town Red” di Doja Cat aveva conquistato la vetta in settembre.
Le reazioni del mondo hip hop: “Non è una questione di qualità”
La notizia ha suscitato un’ondata di commenti da parte di artisti e produttori. Tra le voci più influenti, quella del leggendario The Alchemist, che ha scritto su X (ex Twitter):
“Nessun brano rap nella Top 40 non significa che la musica sia diventata peggiore o migliore.”
Un pensiero condiviso da molti, che leggono questo fenomeno non come un tracollo artistico, ma come il segnale di un cambiamento nelle tendenze del mercato musicale, sempre più orientato verso pop alternativo, R&B e dance elettronica.
Kendrick Lamar, Drake e una rivalità che ha segnato l’anno
Il 2025 è stato comunque un anno intenso per il rap, grazie al successo dell’album di Kendrick Lamar, “GNX”, spinto dalla celebre faida con Drake. Il diss track “Not Like Us” ha vinto due Grammy Awards nelle categorie principali, ma la tensione tra i due artisti ha continuato a dominare le cronache.
Drake ha addirittura intentato una causa contro la sua etichetta, UMG Recordings, accusandola di aver promosso contenuti diffamatori contro di lui legati proprio al brano di Lamar. La causa è stata poi archiviata, ma i legali del rapper canadese hanno annunciato un ricorso.
Il futuro del rap: fine o rinascita?
Sebbene i numeri raccontino un momento difficile, gli esperti vedono in questa fase una transizione più che un declino.
Negli ultimi anni, il pubblico mainstream ha ampliato i propri gusti, premiando generi ibridi e contaminazioni tra pop, soul, trap e reggaeton. Tuttavia, il rap resta una forza creativa e culturale dominante, e molti scommettono su un ritorno in grande stile nei prossimi mesi.
Come ha scritto un utente su X, sintetizzando il sentimento comune tra i fan:
“Il rap non è morto, sta solo cambiando ritmo.”

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