Recensione di “Brutta storia“, nuovo singolo di Emma che vede la firma di Olly, Juli e Paolo Antonacci.
Dopo alcune collaborazioni di dubbio gusto con nomi come Tony Effe e Baby Gang, da cui si avvertiva più il proposito di inseguire a tutti i costi le piattaforme streaming piuttosto che una reale urgenza artistica, seguite da un periodo di silenzio, torna Emma con un nuovo singolo, il primo pubblicato per Island Records dopo la chiusura della label Capitol. “Brutta storia” – questo il titolo – arriva oggi in radio e su tutte le piattaforme digitali e vede la firma degli attuali “Re Mida” della musica italiana: scrive Olly e produce Juli.
Vogliamo essere subito chiari: parliamo di una buonissima canzone che rappresenta sicuramente la miglior proposta della Emma più recente perché contraddistinta da una interessante componente melodica che appartiene all’autore e che mancava a brani come “Apnea” e “Femme fatale”. “Brutta storia” parte come una ballad con la voce accompagnata unicamente dalle note rarefatte di un pianoforte ma sfocia poi nell’urban con una produzione molto più lavorata e, proprio per questa costruzione inusuale, pur appartenendo maggiormente al mondo pop, strizza l’occhio alla veste presentata da Rose Villain negli ultimi due Festival di Sanremo.
Ed è proprio qui che diventa necessario fare una riflessione più allargata sul percorso intrapreso da Emma negli ultimi anni: a lei conviene senz’altro vestire questi panni urban e, infatti, con l’ultimo album si è rilanciata dopo i risultati timidi del precedente “Fortuna”, ma è un mondo che non esalta le sue qualità interpretative e, anzi, le affossa. Anche in questo caso, più che la sua intensità e il suo impeto vocale, si nota un eccesso di effetti e di post-produzione di cui lei non avrebbe nemmeno bisogno e che non fanno altro che toglierle quella componente sanguigna, viscerale e passionale tipica della sua vocalità.
Emma sta pubblicando pezzi in linea con le tendenze più attuali che assomigliano, quindi, a tante proposte già in radio negli ultimi anni e che la rendono poco personale, togliendole quell’unicità che avrebbe se tornasse a pubblicare canzoni come “Mi parli piano”, diventata recentemente virale su TikTok. Ripetiamo, “Brutta storia” è un buon brano ma non è per lei, che avrebbe bisogno di spingere e non di sottrarre. Qui è tutto troppo morbido e cozza parecchio con la Emma che, solo due anni fa, dichiarava che “il rock è un’attitudine e io sono la più punk rock grunge d’Italia”. Dov’è l’attitudine rock in “Brutta storia”? Già, non c’è. Ed è da troppo tempo che manca dal repertorio della cantante pugliese.


Classe ’92, ho iniziato a scrivere di musica nel 2020 aprendo un mio blog con cui ho catturato le primissime attenzioni di artisti e addetti ai lavori, in particolare di Kekko Silvestre dei Modà, la persona che, più di tutti, mi ha spinto a credere in questa strada. Dal 2022 ho, quindi, iniziato a collaborare con due siti di informazione musicale focalizzandomi su recensioni, approfondimenti e analisi del settore
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