Roby Facchinetti Maneskin


Roby Facchinetti con un lungo post sui social ha detto la sua sui Maneskin, reduci dalla conquista del premio Best Rock agli MTV EMAs di Budapest.

Roby, avendo militato per 50 anni nei Pooh, ha una certa esperienza in fatto di band e le sue parole nei confronti dei Maneskin sono di sincero apprezzamento. Un orgoglio che traspare riga dopo riga.

Roby Facchinetti parla dei Maneskin

“Cari amici,

oggi vorrei proprio sottolineare l’orgoglio che provo, da italiano e da musicista italiano, per i successi che stanno ottenendo i Maneskin nel mondo.

Il loro percorso trionfale è qualcosa di unico, a mia memoria: Sanremo, l’Eurofestival, il palco dei Rolling Stones coi complimenti di Mick Jagger e gli applausi di un pubblico certo non facile, e ora gli MTV Ema, l’elezione a miglior gruppo rock davanti a gente del calibro dei Coldplay!

In pratica, i Maneskin hanno sbaragliato chiunque in pochi mesi, conquistando contesti diversissimi fra loro e dando onore e visibilità straordinari a tutta la musica italiana.

E se i Maneskin hanno vinto e convinto ovunque, ragazzi, bisogna essere chiari: ci sono dei motivi precisi. Non ha senso dunque contestarli, o esserne addirittura dispiaciuti; anche perché la musica è emozione, è espressione di sensibilità, non è un combattimento.

Io personalmente, a questi ragazzi porgo i miei applausi a scena aperta.

Tanto di cappello, Maneskin: la vostra musica e il vostro modo di porgerla, nonché la personalità ben precisa con cui vi presentate e ponete al pubblico, sono degne di una realtà musicale internazionale, come è stato confermato dai fatti.

Semmai, vorrei che l’esempio di questa giovane band fosse messo in luce di più ancora.

Perché quando io ho iniziato c’erano le balere, le discoteche, i locali. Oggi invece i ragazzi non hanno spazi per esprimersi, palchi per esibirsi, occasioni per confrontarsi col pubblico e capire quanto valgono: loro e la loro musica.

Però, i Maneskin la gavetta che io ho fatto fra balere e locali, l’hanno fatta in strada!

Il percorso che si dice manchi a chi fa i talent, ed è vero che manca, una mancanza che impedisce a tanti talenti di sfondare o restare nel tempo, i Maneskin invece se lo sono costruito: e con che fatica. Con che passione per la musica.

La strada è un palco difficilissimo ma straordinario, per avvicinare la gente e imparare come conquistarla. E oggi, anche per questo i Maneskin trionfano ovunque; hanno un’esperienza sul campo, hanno sudato, faticato, sofferto per crescere, hanno un know-how che non è fatto di astrazioni.

E… Così si fa, bisognerebbe gridare ai giovani aspiranti artisti.

Elogiamo dunque i Maneskin per quanto hanno raggiunto, ma anche come esempi: da mettere in primo piano davanti ai ragazzi che sognano il palcoscenico.

Perché sapersi inventare, volersi mettere in gioco, avere il coraggio di osare pur di realizzare i propri sogni, lottare duramente per esprimere quanto si ha dentro, è tutto questo che porta lontano.

Applaudiamoli dunque, i Maneskin, e soprattutto non dimentichiamo il loro percorso: è l’unico, in fondo, ancora avvicinabile a quello che ha reso importante e solida nel tempo la musica della mia generazione.

Roby”

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