San Siro

San Siro verso la demolizione: resterà solo il 9% dello stadio. Proteste a Milano contro il progetto di Inter e Milan e la vendita del Meazza.

Il futuro di San Siro entra nel vivo. Secondo la Relazione conclusiva alla negoziazione firmata dai docenti Alessandra Oppio (Politecnico) e Giacomo Morri (Bocconi), dopo la demolizione resterà in piedi appena il 9% dell’impianto. Concentrandosi sul secondo anello, la quota salvata sarà solo del 20%.

I numeri sono impressionanti: verranno abbattuti il primo e il terzo anello, oltre alle torri, mentre dell’anello centrale rimarranno appena 8.247 metri cubi. In totale, si parla di 91.382 mc di calcestruzzo demolito e 228.458 tonnellate da smaltire. Un dato aggravato dalla presenza di materiali contaminati, come rivelato da analisi chimiche che hanno riscontrato valori anomali di pH e cromo.

Nel documento consegnato al Comune di Milano il 12 giugno, Inter e Milan hanno illustrato i servizi previsti attorno al nuovo impianto:

  • 43.000 mq di uffici
  • 20.000 mq di hotel (due strutture a quattro stelle da circa 350 camere ciascuna)
  • 15.000 mq di parcheggi
  • negozi, ristoranti e il museo congiunto di Inter e Milan, con biglietti a 38 euro e una previsione di 450.000 visitatori l’anno.

Le società stimano un impatto economico complessivo di circa 3 miliardi di euro l’anno, con 900 milioni nel quartiere San Siro e 1,2 miliardi nel resto della città metropolitana.

Se da un lato i club spingono per accelerare, dall’altro cresce la contestazione. Il 20 settembre circa 100 persone hanno sfilato dall’Ippodromo La Maura a via Falck contro la vendita dello stadio e i progetti immobiliari collegati.

Durissime le parole dei rappresentanti politici presenti:

  • Carlo Monguzzi (Europa Verde): “La vendita è la delibera più antidemocratica e antiambientalista che si potesse fare. Sala non ha i voti nemmeno nella sua maggioranza”.
  • Enrico Fedrighini (Gruppo misto): “Si perdono milioni in opere pubbliche, si regalano aree ai privati. È un atto ingiustificabile e senza interesse pubblico”.
  • Elena Sironi (M5S): “Ai milanesi non piace quanto sta accadendo. Ci siamo già battuti contro il ‘Salva Milano’, anche il Pd dovrà aprire gli occhi”.

Intanto, il presidente del Comitato Sì Meazza ha annunciato un ricorso al TAR e un esposto in Procura e alla Corte dei Conti.

Mentre il sindaco Sala ha parlato di un nuovo stadio pronto entro il 2031, restano aperte molte incognite: rendering ufficiali ancora assenti, proteste crescenti e un voto in Consiglio comunale che potrebbe spaccare la maggioranza.

Quel che è certo, però, è che del “Tempio del calcio” resteranno solo macerie: appena il 9% di San Siro sopravvivrà alla demolizione.

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