Sanremo 2022 rinvio marzo
Il Festival di Sanremo 2022 prenderà il via tra meno di un mese. La kermesse è prevista tra il primo e il 5 febbraio, ma vedendo l’attuale situazione legata all’andamento della pandemia è lecito chiedersi se un rinvio potrebbe avere un senso.
La Liguria da lunedì 10 gennaio molto probabilmente entrerà in zona arancione. Una misura necessaria visti i numeri crescenti soprattutto per quanto riguarda i ricoveri ordinari e quelli in terapia intensiva.
Il Festival, quindi, inizierebbe tre settimane dopo il passaggio in zona arancione e, a fronte dei numeri, pare veramente improbabile immaginare per febbraio una situazione normale.
Sanremo 2022, il rinvio a marzo è un’ipotesi percorribile?
Il rinvio del Festival a marzo sarebbe un’ipotesi percorribile? La risposta non è per nulla semplice. Innanzitutto ci sarebbe un problema legato alle prenotazione alberghiere, ma anche alla programmazione del Teatro Ariston.
Lo scorso anno il Festival si svolse a marzo in una situazione surreale. Liguria in zona rossa e totale assenza di turismo legato alla kermesse, con i cantanti blindati nelle loro stanze d’hotel. Nonostante questo Irama non ebbe la possibilità di esibirsi e conquistò il quinto posto finale grazie alla trasmissione di un video registrato durante le prove.
Nelle scorse settimane il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri ha parlato dell’impossibilità di prevedere eventi e iniziative collaterali (Qui il nostro articolo).
Un Festival praticamente a porte chiuse quale ritorno avrebbe per la città? Minimo, quasi nullo. Lo scorso anno Amadeus ipotizzò come risarcimento per la città un evento televisivo e musicale, un progetto mai concretizzato.
Un secondo Festival blindato come sarebbe vissuto dai cittadini, dagli albergatori e dai commercianti di Sanremo? Sicuramente non bene.
Per la Rai, inoltre, un rinvio significherebbe togliere per un mese risorse all’organizzazione dell’Eurovision Song Contest di Torino.
Da quello che si evince il rinvio di un mese, pur essendo difficilmente praticabile, potrebbe essere una soluzione efficace per salvare almeno in parte quella funzione sociale che negli anni il Festival ha creato.
Per il momento nessuno si schiera. Ma se questo silenzio da parte della Rai e del Comune di Sanremo fosse proprio legato allo studio di una soluzione?

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello”, nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia” e nel 2205 “Ride bene chi ride ultimo”
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