A pochi giorni dalla partenza di Sanremo 2024 abbiamo incontrato Dargen D’Amico, in gara per la seconda volta al Festival con “Onda alta”.
A due anni di distanza da “Dove si balla”, canzone certificata sei volte Disco di Platino, l’artista fa il suo ritorno sul palco dell’Ariston portando il suo stile e il suo carisma.
«L’immobilismo credo che caratterizzi l’Italia ormai da trent’anni – spiega a proposito del brano in conferenza stampa – quindi è un tema non attuale e non strettamente politico. Non ho la necessità di suddividere i piani nel momento in cui scrivo una canzone, credo che la forza degli esseri umani sia quella di comprendersi».
E sull’ispirazione che ha favorito la nascita di “Onda alta”, il cantautore precisa: «Non è accaduto un evento in particolare, l’ispirazione è arrivata gradualmente. In precedenza avevo già affrontato il tema in “Modigliani”, il primo brano presentato a Sanremo 2015 e che non era stato scelto. Io che ho una lettura più umana degli spazi, credo che ci sia sempre un approccio per affrontare i problemi, un Paese come l’Italia ha bisogno di crescita e di sviluppo. Ogni occasione è buona per parlare di futuro e, non essendo più giovanissimo, mi ritengo sensibile a questo genere di temi».
Nella serata del venerdì, quella destinata alle cover, Dargen D’Amico ha scelto di omaggiare Ennio Morricone accompagnandosi alla BabelNova Orchestra, sulle note di “The Crisis”, tema centrale del film “La leggenda del pianista sull’oceano”. Su questa musica immortale, l’artista canterà due suoi pezzi: “Modigliani” e “Dove si balla”.

Sanremo 2024, Dargen D’Amico racconta “Onda alta”
Sulla tendenza musicale del Festival di quest’anno, l’artista spiega: «Non sapevo che i pezzi di sarebbero stati quasi tutti con la cassa dritta, non ho un’idea chiara di quello che fanno gli altri colleghi. Ciò che possono dire, però, è che ho un rapporto quasi terapeutico con la cassa dritta, per me è un po’ come un tamburo tribale, l’obbligo a muoversi è un modo per non crogiolarsi a restare stare fermi».
Dargen D’Amico ha poi spiegato il suo rapporto con la scrittura: «Io mi diverto a produrre e non mi diverto a scrivere, ma è anche vero che la produzione non mi chiarisce nulla, mentre la scrittura mi da la possibilità di meditare. Tendenzialmente non scrivo cronache autobiografiche, contemplo la possibilità che ci siano momenti che rappresentano la mia vita, ma non ho la necessità di farlo a tutti i costi».
Infatti, la musica è arrivata nella sua vita un po’ per caso: «Mi sono trovato in questa vicenda della musica quasi casualmente – aggiunge – non avrei mai pensato di farne un mestiere, a me piaceva scrivere e volevo farlo per il cinema italiano, ma il cinema italiano non ha voluto. Sin dall’infanzia ho cominciato a prenderci la mano, o forse la mano ha cominciato a prendere me. Quando sei piccolo non hai gli strumenti per metterle a fuoco, la scrittura ti permette di risolvere le cose anche senza conoscerle».
Sull’attuale scena musicale spiega, Dargen D’Amico esprime il suo personale pensiero: «Non voglio sembrare paraculo, ma non sono uno che crede ai limiti del mercato musicale, anche quello italiano. Le cose accadono e si avvicendano le scelte stilistiche, questo rinnovamento della musica italiana sembrava quasi impossibile e invece è successo. Sono limiti numerici, se vado io a Sanremo vuol dire che tutti possono fare questo mestiere!».

Sanremo 2024, Dargen D’Amico spiega “Ciao America”
Da venerdì 2 febbraio sarà disponibile per Island Records su tutte le piattaforme “Ciao America”, il nuovo album di Dargen D’Amico, che si compone di 13 tracce e include le collaborazioni con Guè, Rkomi, Beatrice Quinta e Vincenzo Fasano.
«“Ciao America” un titolo cumulativo – rivela il cantautore milanese – mentre lavoravo al disco ho notato di aver avuto una tendenza nel descrivere i legami familiari e questo titolo rappresenta un momento della mia infanzia. La memoria è andata a quando andavo in vacanza in Sicilia e mi capitava di parlare dei nostri italiani emigrati all’estero. “Ciao America” è anche un riassunto di ciò che faccio io, cioè musica italiana che si approfitta di stilemi internazionali, un mix di elementi che reputo riassuntivo di questo momento storico che stiamo vivendo».
La tracklist di “Ciao America”
- “Onda alta”
- “Metà di qualcosa” feat. Rkomi e Vincenzo Fasano
- “Complicarti la vita” feat. Gué e Beatrice Quinta
- “Pelle d’oca”
- “Energia electronica”
- “6 di sera”
- “La chiave”
- “La goccia”
- “Check-in”
- “1000 persone”
- “Patto di fango”
- “1/2 kilo”
- “Vita x sempre”
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.
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