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Il dado è tratto: a poche ore dalla partenza di Sanremo 2024 arrivano le nostre pagelle delle canzoni dopo le prove generali al Teatro Ariston in scena nel pomeriggio di lunedì 5 febbraio.

Sanremo 2024, le pagelle delle prove

Negramaro – “Ricominciamo tutto”

Dirige l’orchestra il Maestro Davide Rossi.

La notizia è che la band salentina è tornata allo splendore di un tempo e, francamente, se ne avvertiva un po’ la mancanza. L’esecuzione dal vivo conferma ciò che avevamo avuto modo di ascoltare e di ipotizzare a metà gennaio con la versione in studio. Ispiratissimo Giuliano Sangiorgi, accompagnato dalla sezione archi in grande spolvero. Funziona alla grande su questo palco, chissà dopo.

Voto: 8.5

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Ricchi e Poveri – “Ma non tutta la vita”

Dirige l’orchestra il Maestro Lucio Fabbri.

L’impatto al primo ascolto è molto forte, le nostre endorfine danzano a ritmo di un irresistibile “tunz tunz”. Due coppie di ballerini entrano sul finale, rendendo l’atmosfera ancora più latina, accompagnati da una chitarra flamenco molto più evidente rispetto alla versione in studio. Preparatevi perché questa sarà la vera scheggia impazzita di questo Sanremo. Al mio segnale scatenate i meme e i mash up!

Voto: 7, ma con lode e abbraccio accademico (più di così proprio non si può)

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Annalisa – “Sinceramente”

Dirige l’orchestra il Maestro Daniel Bestonzo.

Andrà bene in radio, ma dal vivo la sua performance appare un po’ povera, non basta il gioco di luci a riempire un palco che appare vuoto per il tipo di proposta. Un po’ come per Elodie lo scorso anno, da un’artista come Annalisa ti aspetti una performance da Super Bowl. Come cantava in un precedente singolo, l’artista savonese appare sul palco come una “ragazza sola”.

Voto: 7.5

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Rose Villain – “Click Boom!”

Dirige l’orchestra il Maestro Davide Rossi.

Arpeggio messo ancora più in evidenza nella versione dal vivo, Rose c’è, carica a pallettoni, mentre l’orchestra un po’ meno. La sezione archi entra sul finale, forse troppo tardi e non spinge troppo, aggiungendo ben poco rispetto alla versione in studio. Si poteva fare di più a livello di partitura, ma l’ottima fattura del brano e la splendida interpretazione della Villain non passano certo inosservate.

Voto: 7.5

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Diodato – “Ti muovi”

Dirige l’orchestra il Maestro Rodrigo D’Erasmo.

La canzone guadagna con l’orchestra e con un ascolto in più, diventando da intima sempre più corale. Nessuna reference con “Fai rumore”, nemmeno nella messa in scena, con Diodato che appare più libero e meno “ingessato” di quattro anni fa. Sul finale entrano una quindicina di ballerini che rievocano le suggestioni provate all’Eurovision, gli stessi ballerini che avrebbero fatto comodo anche ad Annalisa.

Voto: 7.5

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Mahmood – “Tuta gold”

Dirige l’orchestra il Maestro Carmelo Patti.

Narrativa trap per Mahmood, che riempie il palco con la sua presenza mai banale. Alla sua quarta partecipazione, torna per mostrare nuove sfumature della propria visione artistica. Proprio come accaduto con “Soldi”, il brano guadagna punti con l’esibizione dal vivo, restituendo una versione fedele e aggiornata di Alessandro, che con la sua performance aggiunge molto in termini di pathos.

Voto: 7.5

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Bnkr44 – “Governo punk”

Dirige l’orchestra il Maestro Enrico Melozzi.

Ritmo e sregolatezza per il gruppo proveniente da Sanremo Giovani, in un multiverso lontano il risultato apparirebbe come un qualcosa a metà tra i Ragazzi Italiani degli anni ’90 e i Colla Zio dello scorso anno. Luci color rainbow accolgono il loro debutto sul palco dell’Ariston della boyband 2.0, agile a muoversi sul palco alternando i membri come ai tempi dei migliori Backstreet Boys o Blue.

Voto: 6

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Sangiovanni – “Finiscimi”

Dirige l’orchestra il Maestro Davide Rossi.

Lontani i tempi delle farfalle nello stomaco, Sangiovanni torna a Sanremo con una ballad classica ma non troppo. Probabile che la reference iniziale fosse qualcosa di vicino a Jovanotti, ma il risultato si sposta più verso un effetto simile alla performance di Will dello scorso anno. Il testo è crudo, autentico e sincero, Insomma… il cantautore vicentino tocca corde diverse, pur non toccandola affatto piano.

Voto: 6

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Clara – “Diamanti grezzi”

Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle.

Cresce rispetto al primo ascolto. Clara si muove molto bene, sembra quasi come se su quel palco c’avesse fatto altri passaggi nel corso della sua carriera, altro che esordio. L’energia e il pathos vanno a braccetto, con la vincitrice di Sanremo Giovani che si mostra spavalda quanto basta, ma soprattutto concentrata a scandire un testo serrato per niente facile da eseguire dal vivo.

Voto: 7

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Alessandra Amoroso – “Fino a qui”

Dirige l’orchestra il Maestro Francesco Macarella

Primo atto festivaliero per Alessandra Amoroso, le luci bianche accompagnano il suo debutto carico di pathos, anche se sono quindici anni che rimanda questo appuntamento. Il brano cresce e la voce dell’ugola salentina va talmente su da guadagnarsi una facile stonding ovation. “Fino a qui” è la canzone da battere, lo conferma l’attitudine live di Alessandra, una performer nata, emozionata al punto giusto.

Voto: 8.5 

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Fred De Palma – “Il cielo non ci vuole”

Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle.

Chi si aspettava del reggaeton dal buon Fred De Palma rimarrà piacevolmente stupito. Il risultato è un uptempo trascinante con guizzi dal respiro dance e super internazionale. Vocalmente impeccabile, l’artista è sorretto dal bel gioco di archi costruito da Chiaravalle, con i violinisti in piedi sul finale. Funziona meglio rispetto alla versione in studio, l’orchestra c’è e fa la differenza.

Voto: 6.5

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Fiorella Mannoia – “Mariposa”

Dirige l’orchestra il Maestro Clemente Ferrari.

Ritmo suadente e latino, un ritorno alle melodie di “Sud” e “Onda tropicale” per l’interprete romana, alla sua sesta timbratura di cartellino in Riviera. L’orchestra accompagna una Fiorella Mannoia inedita, almeno per il palco dell’Ariston. Menzione d’onore per il testo, senza l’ausilio di retorica e con la giusta dose di eleganza, mescolando la canzone d’autore al Carnevale di Rio.

Voto: 8

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Santi Francesi – “L’amore in bocca”

Dirige l’orchestra il Maestro Daniel Bestonzo.

I Santi fanno i Santi, portando sul palco dell’Ariston il loro mondo e poco più. Compito eseguito alla perfezione, la performance rispetta le aspettative, per il duo che abbiamo avuto modo di apprezzare sia ad X Factor che alla finalissima di Sanremo Giovani. In un Festival di tanti uptempo, potrebbe sia perdersi per la mancanza di qualche reale elemento di novità che splendere di luce propria.

Voto: 6.5

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The Kolors – “Un ragazzo una ragazza”

Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle.

Ritmo a go-go per un pezzo che appare meno vintage di “Italo disco”, sorretta dalla combo tra i Room9 e Katoo alla produzione. Stash in perfetta forma e con la chitarra, il pezzo è sorretto una componente orchestrale massiccia e organica. Una proposta costruita ad hoc per martellare il nostro cervelletto fino alla prossima stagione balneare. Questa non sarà Ibiza, ma perlomeno un’isola dello stesso arcipelago.

Voto: 8

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BigMama – “La rabbia non ti basta”

Dirige l’orchestra il maestro Alberto Cipolla.

Si diverte e fa divertire BigMama che scandisce bene le parole di con questa power song contenente al su interno un messaggio molto emotivo e personale. Il risultato è un uptempo che racchiude un significato importante, autobiografico quanto universale. Trascinante e ben fatta la produzione, con innesti che si distinguono dalle altre similari proposte. E in questo calderone festivaliero è un bene.

Voto: 7

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Renga Nek – “Pazzo di te”

Dirige l’orchestra il Maestro Luca Chiaravalli.

Le due voci si alternano su un brano melodico dal retrogusto anni ‘90, che nel 2024 suona inevitabilmente come qualcosa di pluri sentito. Finora la loro più riuscita canzone insieme, ma questo non basta a giustificarne la presenza in un Festival che ha assunto dei connotati sfacciatamente contemporanei.  L’orchestra fa il suo, ma il risultato sa un po’ di vecchio.

Voto: 5.5

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Emma – “Apnea”

Dirige l’orchestra il Maestro Alberto Cipolla.

Ritorno inedito per l’ugola salentina, anche lei votata alla cassa in quattro, con l’inciso che restituisce quel senso asfissiante espresso dal titolo, quella sensazione di soffocamento che si apre poi in un mood da club. Prepariamoci a pogare a tempo di bit, trascinati dal talento di un’artista in piena fase sperimentale, pronta a sorprenderci a colpi di disarmanti intuizioni. Emma è in forma, in tutti i sensi.

Voto: 8

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Irama – “Tu no”

Dirige l’orchestra il maestro Giulio Nenna.

Voce impastata e graffiata per un pezzo che può certamente dividere e che può crescere ascolto dopo ascolto, una volta superato il paragone mentale con “Ovunque sarai”. In occasione di questa quinta volta al Festival, Irama opta per qualcosa di più ricercato, affidandosi a una proposta incline all’epicità. I presupposti per mettere in mostra il proprio potenziale ci sono. Arriva dopo, ma arriva e ti stende.

Voto: 8

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Angelina Mango – “La noia”

Dirige l’orchestra il maestro Giovanni Allotti

L’indole in continua evoluzione di Angelina incontra la freschezza di Madame e l’esperienza di Dardust, dando vita ad un brano perfetto per questo debutto. La narrazione piuttosto dark ci restituisce un giusto compromesso tra le sue primissime produzioni e ciò che ci ha proposto da Amici in poi. Il carisma della giovane artista lucana fa il resto, portando in scena tutto il suo innato talento. Chapeaux.

Voto: 9

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Geolier – “I p’ me tu p’ te”

Dirige l’orchestra il maestro Francesco D’Alessio.

Porta il suo mondo Geolier, un mondo ormai apprezzato a livello nazionale e mainstream. I presupposti per bissare o addirittura superare l’effetto-Lazza ci sarebbero, peccato che il brano non abbia una punchline così forte, la performance live non aggiunge molto rispetto alla versione in studio, ma il suo personaggio è senza ombra di dubbio più forte della canzone proposta in gara.

Voto: 7

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Maninni – “Spettacolare”

Dirige l’orchestra il Maestro Enrico Brun.

Una proposta autentica e radiofonica, che non si sovrappone e che non rischia di passare in secondo piano. L’esibizione live, sincera quanto liberatoria, accentua il racconto di un sentimento speciale, in modo semplice, ma mai banale. Un pezzo che potrebbe crescere ancora con più ascolti, grazie all’attitudine pop di Maninni che racchiude al suo interno ben più ispirate intuizioni d’autore.

Voto: 6.5

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Ghali – “Casa mia”

Dirige l’orchestra il Maestro Enrico Melozzi.

Per il suo debutto in gara, Ghali sceglie un brano cosmopolita quanto distintivo, a dimostrazione che si possono dire cose sensate anche con l’ausilio di un tappeto sonoro diverso, a tratti insolito, favorendo un movimento sia di bacino che di pensiero. La performance è perfettamente riuscita e guadagna molto, al punto che l’alieno a bordo platea passa quasi in secondo piano rispetto al contenuto musicale.

Voto: 8.5

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Gazzelle – “Tutto qui”

Dirige l’orchestra il maestro Enrico Melozzi

Il suono del pianoforte introduce e sorregge una ballatona intima e corale al tempo stesso, arricchita dall’orchestra e dalle sue sezioni, tutte in grande spolvero. Il risultato è un indie pop di ottima fattura. Bella l’idea dei coristi con gli occhiali da sole, in perfetto stile Gazzelle. Il consiglio è sempre lo stesso, preparatevi ad accendere gli accendini, o le torce del telefonino che dir si voglia.

Voto: 8.5

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Il Volo – “Capolavoro”

Dirige l’orchestra il Maestro Carmelo Patti.

Che Ignazio, Piero e Gianluca siano tre interpreti di razza non credo abbiano ancora bisogno di dimostrarlo, ma in questo loro terzo Festival abbattono ogni etichetta cambiando pelle, proponendo un giusto compromesso tra Il Volo di oggi e quello di ieri. Chi li voleva un po’ più pop sarà accontentato, con Gianluca e Ignazio che cambiano registro, mentre Piero mantiene la cifra lirica del trio. Un kolossal.

Voto: 8

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Alfa – “Vai!”

Dirige l’orchestra il Maestro Valeriano Chiaravalle.

Un brano folk con accenni country per il debutto festivaliero di Alfa, che si rinnova di nuova linfa pur mantenendo la sua impronta suonata e analogica. Apprezzabile il coraggio, visto che avrebbe potuto tranquillamente bissare qualcosa di vicino a “Bellissimissima”, invece opta per un manifesto generazionale esposto con estrema franchezza ed eseguita dal vivo in maniera molto convincente.

Voto: 6.5

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Dargen D’Amico – “Onda alta”

Dirige l’orchestra il Maestro Enzo Campagnoli.

Il ritorno di Dargen D’Amico a Sanremo è nel segno della prevedibilità, manca forse l’effetto sorpresa e rispetto a “Dove si balla” non aggiunge molto. Insomma, il rischio di ripetersi è più alto dell’onda. Un brano furbacchione in cui non si capisce il messaggio, con un testo quasi bipolare, direi agli antipodi, estremamente serio ed estremamente scanzonato. La performance dal vivo non sposta il giudizio.

Voto: 6

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La Sad – “Autodistruttivo”

Dirige l’orchestra il Maestro Simone Bertolotti.

Seppur il pezzo si lasci apprezzare per la sua struttura analogica e suonata, il risultato non convince al secondo ascolto, avvicinando a qualcosa a metà strada tra i Finley e GionnyScandal. Questo è frutto della contaminazione tra un gruppo che finora ha proposto un genere a metà strada tra punk e trap con una delle penne più pop della scena nazionale, quella di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari.

Voto: 6

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Il Tre – “Fragili”

Dirige l’orchestra il maestro Carmelo Patti.

Il Tre debutta al Festival portando nient’altro che se stesso, giocando su vari mood, grazie a un arrangiamento imprevedibile che va in direzioni differenti e che restituisce un fedele spaccato del mondo dell’artista. Non si discosta molto dalle sue ultime produzioni, ma come biglietto da visita per il grande pubblico credo sia giusto mantenere un proprio tratto distintivo. Dal vivo canta bene e ha fiato.

Voto: 6.5

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Mr Rain – “Due altalene”

Dirige l’orchestra il Maestro Enrico Melozzi.

Torna da protagonista dopo la medaglia di bronzo dello scorso anno, ma senza coro di voci bianche e con tutto il proprio carico emotivo. Mr Rain non scimmiotta nessuno se non se stesso, proponendo elementi di novità intrisi alle emozioni. Staremo a vedere quanto il paragone con “Supereroi” peserà sul giudizio finale. Unica pecca? Il vocoder utilizzato da Riki quattro anni fa, dal vivo non fa certo impazzire.

Voto: 7

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Loredana Berte – “Pazza”

Dirige l’orchestra il Maestro Luca Chiaravalli.

Inguaribilmente rock la signora Bertè, in splendida forma. Grande arrangiamento di Chiaravalli che fa suonare tutta l’orchestra in maniera differente rispetto alla versione in studio, dando un respiro diverso e più adatto per quel palco. Loredana canta come forse mai, facendo registrare l’unica vera standing ovation in questa lunga ed emozionante giornata di prove.

Voto: 9

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