Carlo Conti aspettando Sanremo 2026

Mancano 100 giorni al via di Sanremo 2026 e Carlo Conti ha pubblicato sui social una foto piuttosto eloquente; la domanda è d’obbligo? Chi parteciperà al prossimo Festival? Un ampio punto della situazione firmato Stefano Brocks.

Sanremo 2026, il dado è tratto; per Carlo Conti è il momento della scelta!

Lunedì 17 novembre è giorno della chiusura dei termini per la presentazione delle canzoni da proporre per la partecipazione alla categoria principale del Festival di Sanremo: poi ancora qualche giorno di riflessione per il direttore artistico Carlo Conti e nel giro di una settimana o due il fatidico momento dell’annuncio al Tg1, previsto per domenica 23 o 30 novembre. 

Paradossalmente, per molti appassionati di toto-nomi, il Festival si conclude, anziché cominciare, in quella data e la vera “settimana santa” non è quella dello svolgimento del Festival ma quella dell’attesa del momento in cui sul video compare colui che in questo caso è artefice del destino di molti prodotti discografici e anche in qualche caso di carriere artistiche da puntellare o da lanciare, accettando o meno le proposte arrivate da valutare. 

Ogni anno la sfida per indovinare i nomi del cast appassiona social e siti, ma col tempo i direttori artistici hanno sempre meglio protetto le proprie info, fino ad arrivare all’annuncio al Tg1 con il foglietto scritto amano proprio per evitare fughe di notizie (leggendario quando l’annuncio avveniva nella serata di Sanremo Giovani e certi folli spulciavano orari di treni ed aerei cercando di verificare se sul mezzo ci fosse o meno qualche artista). Per cui ormai più che di spoiler fondati, spesso gli articoli o i post sono fatti di sensazioni e fantasie. 

Proviamo anche qui a mettere insieme qualche tassello,aggiornando progressivamente nei giorni di attesa dell’annuncio quanto man mano percepito decrittando dichiarazioni sparse e facendo calcoli sui tempi di uscita delle novità discografiche, fermo restando che l’avvento delle pubblicazioni digitali svincola ormai del tutto la pubblicazione di un brano per la gara da un nuovo disco in arrivo o da uno pubblicato pochi mesi prima del Festival. 

La sfida è immaginare un cast bilanciato in tutti i generi possibili, ma gli schemi puntualmente possono saltare per assenza di proposte convincenti in un comparto o particolare abbondanza di qualità in un altro, il tutto senza dimenticare la variabile case discografiche: negli ultimi anni, dall’arrivo di Pico Cibelli e Gianluca Guido in direzione, la Warner ha pressoché triplicato gli inviti ai propri artisti a partecipare, la Sony ha sempre parte da leone avendo il roster più ampio tra le major, la Universal tradizionalmente sta più defilata, con poche partecipazioni ma di spessore.Poi una certa quantità deve rappresentare il mondo della discografia indipendente (il che non significa strettamente lo stile musicale indie), da cui però è improbabile trovare in gara più di una proposta per label, massimo due. 

Proviamo quindi ad applicare queste regole da manuale Cencelli, ragionando per quote, sia di genere fisico degli artisti (uomini, donne, gruppi o duetti), che di genere musicale.

Il punto di partenza è la dichiarazione resa poche settimane fa da Carlo Conti al Festival dello Spettacolo, quando ha ipotizzato un cast di 28-30 cantanti, spiegando di avere tre livelli di valutazione, paradiso-purgatorio-inferno, e che tra il primo e il secondo, avrebbe inserito circa 40 canzoni. Se fosse così sarebbe a buon punto, ma nelle restanti tre settimane potrebbero essere pervenute altre proposte, oltre a quella porta che resta sempre aperta per qualche super big: e si sa che questi aspettano spesso l’ultimo momento, fiutando l’aria su possibili avversari in concorrenza per i posti più dignitosi. Inoltre il direttore ama molto le sfide uno-contro-uno, per cui non è da escludere che, fatta una base con quei nomi o brani più convincenti che già dal primo ascolto o dal curriculum hanno forza per essere dentro, sull’altra metà del cast giochi di Cencelli con ballottaggi tra proposte simili, scegliendone uno per tipo.

Salvo poi appunto sbiellare ogni schema in caso di arrivo di proposte bomba all’ultimo. 

Lasciando quindi per ora stare i super big, dei quali si leggono più smentite che conferme, sia tra nomi storici che contemporanei, proviamo ad elencare qualche nome, basandoci sulle voci più diffuse, sul cui fondamento non si può giurare poichè tutti sono abbottonatissimi.

Questi alcuni nomi cui dire no sarebbe se non un suicidio, quanto meno un’opportunità buttata, per cui sono superiori alla quota per genere, la base della prima parte del cast, diciamo una decina di posti tra i vari: 

ALFA, BLANCO, MADAME, EMMA, coppia FEDEZ/MASINI, coppia RKOMI/ELODIE. Non è da escludere che tutti insieme si presentino, ma nemmeno certo, soprattuto i primi due che paiono fiutare l’aria in attesa di un eventuale ritorno, Alfa per non bruciare il momento d’oro della sua carriera, Blanco per calibrare adeguatamente il rilancio (ma Maledetta rabbia e la ripubblicazione in duetto del brano di Giorgia sono già stati ottimi punti di ripartenza, oltre ai tre brani come autore lo scorso anno in gara).

Questo pugno di nomi, se tutti confermassero, sarebbe già il presupposto per un ottimo festival imbevuto di contemporaneità. 

Poi ci va un lotto di esordienti, non importa quanto affermati o meno. Per questo secondo blocco occorre attingere a indie e urban in particolare. Per il primo, i nomi più affermati sono COEZ e CARL BRAVE, ma hanno chance anche FRAH QUINTALE, VENERUS e CHIELLO, oltre ai già visti ma fugacemente AIELLO e FULMINACCI. Per molti di loro può avere un certo peso la resa live, non sempre impeccabile, per cui è probabile che ne entri, se tutti si sono presentati, uno per blocco, o che tutto la scelta ricada sui più conosciuti, tra l’altro approdati di recente in Warner. Migliore resa e stile compositivo più classico possono avere GIORGIO POI e TROPICO, che potrebbero essere la quota Lucio Corsi dello scorso anno, sia pure con meno impatto di immagine, così come la quota Joan Thiele potrebbe essere un ballottaggio tra EMMA NOLDE (attenzione però a non sovraccaricare quota Sugar) e LA NIñA, oppure prenderle entrambe, dando anche visibilità al Club Tenco, invertendo clamorosamente le parti tra le due rassegne sanremesi. 

Quota urban molto sfaccettata: Conti predilige proposte che uniscano il rap al pop, per cui TREDICI PIETRO, FRED DE PALMA, LUCHE’, l’emergente SAYF rappresentano un quadro sufficientemente variegato per infilarli forse anche tutti, inserendoci anche Carl Brave come quota cantautorap o MR.RAIN che sta riaffacciandosi con un nuovo lavoro.

Poi c’è la quota talent, che più che gente da lanciare, a meno di non dare credito a Trigno o Holden, che non si sono proposti tra i giovani, offre gente in cerca di puntellare una traballante carriera, da SANGIOVANNI a SARAH TOSCANO, al duo LDA/AKA7EVEN. Possono essere in competizione per due o tre posti assieme alle proposte di Sanremo Giovani dell’anno scorso, SETTEMBRE ed ALEX WYSE, con quest’ultimo che potrebbe spuntarla nel caso in cui partecipasse Alfa, provenendo dalla stessa casa discografica. Da X-Factor, poca ciccia: forse i Patagarri, entrando in quota band con gli Eugenio in Via di Gioia, che potrebbe essere anche la “quota Brancale” dello scorso anno, ripescando dalle Nuove Proposte di molti anni fa.

Quota over con poche chance: visti i deboli risultati delle ultime edizioni, possibile si riduca alla sola PATTY PRAVO, che ha rinviato l’album annunciato l’estate scorsa. Tra gli uomini qualche chance per Michele Zarrillo e Fausto Leali, ma debole. Non è anagraficamente in quota over, ma lo stile melodico si confà anche a quel pubblico di riferimento SAL DA VINCI.

Per i cantautori, si propongono i non più giovanissimi ma nemmeno over ERMAL META, ENRICO NIGIOTTI, DIODATO.

Per le donne, tutti danno per certa Emma, poi quota cantautrice LEVANTE, quota urban Madame, quota ritorno e ritmo SERENA BRANCALE. Poi l’intrigante idea di cavalcare la cronaca e lanciare CALIFORNIA da solista. Questi i nomi più papabili, cui se ne potrebbe aggiungere qualcuno da una quota dispersi, in silenzio da qualche tempo o con brani di minore successo ma non proprio fuori da tutti i giri, è suddivisa tra BABY K o ELETTRA LAMBORGHINI, Anna Tatangelo o Chiara Galiazzo, MALIKA AYANE e/o ARISA, MARA SATTEI o BIG MAMA.

Sono circa 40-45 nomi, come quantità corrispondente al Paradiso-Purgatorio di Conti. E da qui è quasi fatto il cast: provando a ricalcare quello dello scorso anno, due uomini pop (Irama, Achille Lauro), due cantautori contemporanei (Brunori, Gabbani), una cantautori generazione precedente (Cristicchi), due donne pop (Elodie, Gaia), due cantautrici (Noemi, Francesca Michielin), una donna urban (Rose Villain), sei urban di cui due rap (Fedez, Emis Killa poi ritiratosi), tre pop-rap (Rkomi, Rocco Hunt, Willy Peyote), un exploit estivo ma fuori da suo stile (Tony Effe); quattro gruppi, di cui uno pop (Kolors), uno pop melodico generazione precedente (Modà), un duo (Coma_Cose), un producer con feat. (Shablo), un ex talent (Sarah), due ex Sanremo Giovani (Clara, Olly), un Sanremo Giovani di anni prima (Serena Brancale), un cantautorap (Bresh), due indie (Lucio Corsi, Joan Thiele), due over (Marcella, Massimo Ranieri), una “ciliegina” come disse Conti all’annuncio (Giorgia). Spulciando la lista precedente, con nomi piuttosto probabili, un cast sovrapponibile è facilmente costruibile.

Certamente però non sarebbe, pochi nomi a parte, un mix esaltante, ovviamente al netto dell’ascolto delle canzoni, che spesso celano sorprese clamorose da nomi inizialmente accolti con un punto interrogativo. 

Carte poi che possono essere sparigliate se si affasciassero altri nomi più o meno in voga, rimpiazzando i papabili attuali o modificando lo spazio per ciascuna quota, ribadendo però che da qui in poi sono tutte supposizioni non al momento verificabili ma nemmeno impossibili, ovviamente non tutte insieme. Per cui, proviamo a fare uno sforzo di immaginazione e di ottimismo per inserire almeno 3-4 nomi bomba in più. E’ un’ipotesi, per cui da qui in poi, vale tutto, senza riscontri.

In quota urban, TEDUA e ANNA, o anche il più navigato SALMO, ora votato a una contaminata forma di country blues. Sono numeri uno assoluti, non solo per la popolarità tra i giovani al momento ma anche per qualità e originalità della proposta. Non è agevole immaginare si siano convinti o meno, ma su Anna lo scorso anno Conti disse che la sua manager voleva prepararne adeguatamente l’arrivo tenendo l’opzione per le prossime edizioni. E aveva anche aggiunto che chi non trovava posto o non si sentiva di partecipare nel 2025 avrebbe poi avuto più chance per il 2026.  

Idem GEOLIER, con un album pronto e un duetto con Gigi D’Alessio nel cassetto, per fare definitivamente incriccare la macchina del televoto. Chissà. 

Oppure osare, inserendo personaggi che potrebbero essere un po’ abrasivi per il pubblico adulto televisivo ma cantori disincantati delle nuove generazioni urbane, come ARTIE 5IVE o 22SIMBA.

In quota pop superbig, MAHMOOD, ELISA, MARCO MENGONI hanno dischi in uscita e tour in preparazione e qualcuno ha fatto dichiarazioni sibilline e altri non parlano da troppo tempo. Mengoni ha detto una mezza frase scatenando il putiferio, può avere illuso tutti ma anche sognare di puntare al record di Claudio Villa e Domenico Modugno; Mahmood ha sempre detto che fosse per lui verrebbe al Festival ogni anno e può a sua volta sia puntare al suddetto record e anche arrivare sesto come due anni fa e godersi il disco più venduto dell’anno ugualmente. Con Mengoni sarebbe una sfida tra le ugole e le personalità più significative della musica italiana degli ultimi 15 anni, anche con riscontri esteri. Elisa negli ultimi singoli pur belli non ha brillato in riscontri e potrebbe avere bisogno. Unico dubbio per averli tutti, troppi di loro e di altri citati appartengono alla Universal, che difficilmente manderebbe i suoi cavalli migliori in quantità a scontrarsi direttamente. Ma una “ciliegina” ci sarà sicuramente, per cui…

Meno agevole pensare a Tananai o Annalisa, l’uno che ha chiesto pausa, l’altra appena uscita col disco, ma anche “mai dire mai”, mentre invece non direbbero mai mai ad un ritorno Achille Lauro e Irama, ma è piuttosto improbabile. Conti vorrebbe NOEMI, che in pubblico ha detto no ma non si sa cosa abbia risposto all’invito, ed anche i KOLORS sarebbero sempre pronti alla chiamata.  

Come band il panorama è arido: la discografia è cambiata, la resa live grazie alla tecnologia non rende necessari ensemble stabili. Ci sono i Boomdabash per una quota pop. In quota rockband oggi ci sarebbero solo i Fast Animals and Slow Kids. A Conti le band piacciono al punto di averci costruito un intero talent show, possibile che provi ad agganciare I SUBSONICA, che giusto ieri hanno annunciato un nuovo album e avrebbero partecipato anche nel 2024 col disco precedente. Meno credibile che accettino invito del direttore i suoi conterranei Negrita o Litfiba. 

I Subosnica fanno parte del blocco revival anni 90-00, che potrebbe attingere anche a Francesco Renga, che ha cambiato etichetta ma che Conti non ha mai voluto nel cast nemmeno dieci anni fa quando il cantante bresciano girava sui massimi di popolarità, o Nek, dopo i no di Irene Grandi, che spara a zero sul Festival ma l’anno scorso ha certamente mandato il pezzo, e Fabrizio Moro. Tra gli altri papabili inseriamo ZERO ASSOLUTO (con discrete chance grazie al riscontro su TikTok), NEFFA e FINLEY.

Nella terra anni 80-90 Luca Carboni è tornato in pista ma reggere una settimana come Sanremo dopo la malattia non è semplice, in più ha detto di avere sospeso la lavorazione del disco perchè ha nuove idee. Biagio Antonacci due anni fa aveva declinato, non amando la gara, ma potrebbe averne bisogno. 

In quota indie, il nome che mai ha sfiorato il Festival ma manca da un po’ dalle scene è CALCUTTA. Anche TOMMASO PARADISO, anche se oggi decisamente più mainstream pop, non ha mai partecipato disdegnando ancora un mese fa il concetto di gara, ma non è detto che la sua nuova casa discografica non gli chieda di dare spinta in più al nuovo disco.

La quota over potrebbe tracimare se spuntassero LOREDANA BERTE’, che in estate aveva detto di avere progetti per inizio anno con un album, FIORELLA MANNOIA, che ha saggiato il terreno con un singolo che non ha avuto riscontri, e il debutto clamoroso di GIANNA NANNINI, che in estate ha strozzato un singolo pop potenzialmente fortissimo come “Panorama”, inviandolo solo alle radio e senza un album dietro, per poi cambiare anche management. Se ne vocifera da anni. Così come se Rettore volesse completare l’album già uscito con un pezzo bomba, aumenterebbe la tentazione per Conti di allargare la quota over con una sfida tra superdive.

E poi ci sono anche dei mammasantissima della canzone che stanno brigando attorno a nuovi dischi: RICCARDO COCCIANTE per un album scritto con Mogol, Renato Zero già fuori col disco ma con un tour che fa pausa proprio a fine febbraio, ANTONELLO VENDITTI con un brano scritto da Ultimo. Sono tutti di età fra i 75 e gli 80, chissà se puntano all’ospitata o alla gara?

Ecco, ULTIMO. Se fosse lui a fiutare l’aria e vedere quale concorrenza si dipana per piazzare la zampata finale? Oppure un inedita sfida padre-figlio: mai in gara al Festival è successo che fossero avversari in gara. C’è un giovane rapper molto quotato per una partecipazione ed ha un genitore che ama la gara, è in grande forma, non fa dischi da un po’ e sta per avviare un tour celebrativo di anniversario rotondo. 

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