Carlo Conti aspettando Sanremo 2026

Mancano 10 giorni al 30 novembre, data scelta da Carlo Conti per l’annuncio dei Big (probabilmente 30) che parteciperanno al Festival di Sanremo 2026. Dopo le riflessioni di qualche giorno fa (Qui e Qui), ecco un nuovo articolo di Stefano Brocks.

Sanremo 2026, il punto della situazioni a 10 giorni dall’annuncio

L’evoluzione di indiscrezioni continua ogni giorno: si fa presto a dire che i giornalisti buttano nomi nel mucchio sperando di azzeccarli, e indubbiamente a volte succede così, come per il calciomercato e per le candidature in politica. Ma il fatto di riferire costanti aggiornamenti dovrebbe indurre a non fare questo ragionamento, sia poichè effettivamente le verifiche procedono in corso d’opera, sia perchè molti artisti decidono all’ultimo se partecipare o meno, influenzando a cascata le altre scelte ad incastro di chi deve comporre il cast. Per cui il panorama è continuamente cangiante e spesso finisce per contraddire quanto ipotizzato il giorno precedente. 

Inoltre, il fatto che Carlo Conti si stia prendendo più tempo prima di annunciare il cast lascia intendere che molte incertezze siano sotto il sole: al di là della formalità della chiusura dei termini di presentazione, un artista che ha presentato il brano può sempre dire di no e ripensarci prima dell’ufficializzazione del cast, così come se arrivasse una proposta irrinunciabile all’ultimo da qualche superbig non esistono certo limiti di ingresso, ovviamente a scapito di qualcun altro e di altre entrate/uscite per riequilibrare il cast tra generi, stili, case discografiche, popolarità degli artisti.

Purtroppo, rispetto sia alle voci concrete che alle aspettative dei giorni scorsi, sembra che il Festival 2026 dovrà fare i conti con molti no o incertezze, soprattutto da parte di quegli artisti che avrebbero trainato ascolti, popolarità e qualità del cast. E inoltre il numero di canzoni arrivate pare sia 200, contro i 400 degli scorsi anni: che segno è? Proviamo a individuare le prospettive.

La prima è il rischio di un ridimensionamento: a parte alcuni artisti di livello top dei quali non circola assolutamente nessuna conferma o smentita o indicazione, per cui sono stati presi in considerazione solo come “ciliegine”, vedi i vari Mengoni, Mahmood, Elisa, Biagio Antonacci, Ultimo, o altri come Geolier, Tananai, Annalisa, Lauro, che hanno enorme seguito ma non dovrebbero essere della partita, e per cui non si fa affidamento, ora la notizia è che sembrano pronti ad un passo indietro anche altri nomi dati per molto probabili, big di piena contemporaneità, magari non ancora nello status di carriera lunga da metterli nell’Olimpo, ma certamente nomi che darebbero lustro ed interesse al Festival. Alfa ha annunciato ieri che non andrà, Madame sembra non abbia mandato brani e Blanco resta molto incerto pur avendo il pezzo pronto: or dunque, se anche nomi di questo livello, top ma non con status da star assolute, dicono no, il lavoro per il direttore artistico Carlo Conti si fa molto duro. 

Ma soprattutto a colpire è che questi artisti abbiano preferito attendere di capire che cast si profilasse prima di decidere per un no o un sì: si fa presto a immaginare che guardassero quali concorrenti si trovassero per un eventuale vittoria o piazzamento e invece pare non sia così. Sembra piuttosto che molti big siano rimasti incerti nel dubbio di un cast debole, mentre paradossalmente avrebbero accettato con un cast più qualificato e concorrenziale, per avere più esposizione mediatica. Evidente che dietro simili ragionamenti ci siano le case discografiche, che vogliono massimizzare l’investimento Sanremo, ma significa anche un ribaltamento della prospettiva che nei decenni scorsi generava cast deboli: “non ci vado perchè intanto vince quello” , “ci vado perchè non vanno grandi nomi e faccio bella figura”. Oggi no: la classifica non preoccupa più nessuno, vedi Giorgia e Lauro rimasti fuori dalla cinquina ma campioni di vendite che hanno certamente beneficiato del boost sanremese. 

Il dramma è che però se non vanno né alcun superbig, né nomi di livello alto, soprattutto seguiti dal pubblico giovane, si profila un cast debole. E Sanremo potrebbe tornare ai “non-fasti” di dieci anni fa, non per declino ma per implosione da troppe aspettative. Pazzesco, assurdo. 

I Festival i cui anni finiscono per 6, nell’ultimo ventennio, sono stati tra i punti più bassi come qualità di partecipanti, il 2006 per ascolti tv, il 2016 per vendite discografiche. E gli auspici non paiono dare segnali, ad oggi, di inversione di tendenza. Per questo, Conti ha comprato tempo, fissando l’annuncio dell’elenco ufficiale per domenica 30. Voleva evitare la concomitanza con la conduzione dello Zecchino D’Oro, come fu lo scorso anno, ma un collegamento con il Tg1 in diretta da Bologna portandosi sul posto in anticipo risolverebbe la logistica. Tra l’altro non sarebbe nemmeno un anticipo rispetto agli scorsi anni, dato che l’1 dicembre stavolta cade di lunedì. 

Per cercare di evitare il flop, ovviamente saranno determinanti le canzoni, in assenza di personaggi da copertina, anche se i vari Emma, Tedua, Masini/Fedez, solo per fare nomi piuttosto certi non sono ovviamente dei comprimari. Per comporre il cast, con questi chiari di luna, Conti può scegliere tre vie e probabilmente le mischierà tutte nel risultato finale. Una parte con personaggi già visti lo scorso anno, per dare continuità, consolidarne popolarità e riceverne di contro, vedi Serena Brancale, Sarah Toscano, Settembre (che con l’esclusione di Alfa dovrebbe conquistare il posto ex-Nuove Proposte, a scapito di Alex Wyse che è della stessa etichetta del cantautorap genovese ed anche gli Zero Assoluto dovrebbero stare fuori per analogo motivo). Si spiegano così le vociferate pressioni di Conti su Noemi e Francesco Gabbani per ritornare subito (la prima non è convinta per sovraesposizione, pubblica domani un singolo nuovo, il secondo tornerebbe ma non si sa se abbia la canzone). Altro ritorno a strettissimo giro potrebbe essere Francesca Michielin, che vorrebbe consolidare la svolta rock e riscattare un’esibizione sfortunata l’anno scorso: qui c’è in gioco anche il management, con la pluridecorata Marta Donà e spieghiamo perchè. 

A Sanremo Giovani è stata eliminata la sua artista, Lea Gavino, tra l’altro in sfida “apparecchiata”contro uno dei favoriti, Nicolò Filippucci. Da capire se per punzecchiatura, non avendo la sua agenzia mandato nomi di peso tra i Big, o se per stimolarla a calare i grossi calibri, vedi Mengoni o Angelina Mango. Non a caso quest’ultimo nome ha ripreso a circolare quando pareva non coinvolgibile a priori. E da qui per compensazione potrebbe esserci anche il ritorno di Michielin e l’inserimento dell’ex Amici Holden nei big, altro che guarda caso non si è iscritto a Sanremo Giovani. 

La seconda via è imitare l’Amadeus del 2021, quando in piena pandemia tutti i grossi nomi erano fermi e ha sdoganato tra i Big un sacco di nomi dell’indie/alternativo, risultando un’edizione seminale per lanciare artisti che già avevano un seguito ma che non avevano appeal televisivo. Ecco perchè il pacchetto indie/urban, tra cantautori/trici e rapper potrebbe ingrossarsi fino a ben un terzo del totale del cast. Oltre ai già circolanti nomi di Emma Nolde, Fulminacci, Carl Brave, la stessa California (ex Coma_Cose) da un lato e Tedua, Tredici Pietro, Luchè, Sayf dall’altro, con in più la riapertura delle possibilità per Frah Quintale, La Niña, Venerus, Giorgio Poi, Tropico, che parevano fuori dai giochi per scelta propria o selezione, circolano da due giorni nomi insospettabili (e anche sconosciuti ai media tradizionali), ma molto interessanti come i cantautori Tutti Fenomeni (un solista), Eddie Brock (quasi omonimo di chi scrive ma non imparentato), il duo Colombre/Maria Antonietta (solisti artisticamente, uniti nella vita privata, freschi di pubblicazione di un album condiviso). Nel mondo indie si riapre anche la quota band, con i nomi di Fast Animals & Slow Kids, Eugenio in Via Di Gioia, Patagarri, che potrebbero tornare in gioco.

Terza via, a bilanciare il carico di sconosciuti per chi non segue le nuove tendenze, è inserire un po’ di personaggi dalla carriera quindici/ventennale, con buoni successi alle spalle e ben noti al pubblico televisivo, ma un po’ fuori dai giochi negli ultimi anni: Arisa, Malika Ayane, Levante, Dolcenera, Anna Tatangelo, Ditonellapiaga, Ermal Meta, Diodato, Elettra Lamborghini, Benji & Fede, Neffa, Sal Da Vinci, mettendoci dentro posizioni ben diverse fra loro, tra cui artisti che hanno qualità e spessore e con il pezzo giusto potrebbero avere ancora tanto da dire, ma averli tutti insieme che suona come un pericoloso revival del cast 2016.

Si riapre la quota Over, se accanto a Patty Pravo tipi come Nada, Bertè, Rettore, Leali, Zarrillo infilassero il brano giusto, anche se il sogno resta Gianni Morandi.

In tutto questo bailamme, oltre ai primi citati, cioè Emma, Tedua, Masini/Fedez, Biagio Antonacci i Big più affermati potrebbero essere Coeze Tommaso Paradiso, entrambi al debutto festivaliero e forse convinti a vincere le resistenze, e potrebbe emergere anche la candidatura di Salmo. Ottimi colpi, non c’è che dire, ma non certo idoli giovanisismi, avendo già tutti ampiamente girato la boa dei 40 e con il sospetto di avere già inciso i loro dischi migliori. 

Sanremo sarà comunque un grande evento, anche senza i “mammasantissima” della musica: Conti potrebbe confidare nel piazzare alti sul podio nuovi Brunori Sas (già affermati ma al debutto) e nuovi Lucio Corsi (outsider assoluti). Ma vogliamo continuare a sperare in qualche disponibilità in più degli alfieri del pop contemporaneo, non solo in una “ciliegina” finale.

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