Il cantautore comasco Simone Tomassini racconta il Festival di Sanremo 2004, al quale partecipò con il brano E’ stato tanto tempo fa.
Un’edizione strana, non semplice, vissuta con gli occhi di un artista giovane, ma con già le idee molto chiare.
Sanremo, Simone Tomassini ricorda il suo Festival
“Il Festival di Sanremo non è solo un palco, uno show, un programma televisivo, un modo per farsi conoscere…
Il Festival di Sanremo è molto di più!
Andare a Sanremo è il “Sogno”.
Sanremo è una “storia magica”.
Quella che è successa a me.
Estate 2003, sto tagliando il prato a casa mia ed esce il mio vicino di casa Domenico e mi chiede in dialetto: “Alüra come la va la müsica?”
E io gli rispondo: “Bene, l’anno prossimo vado a Sanremo accendi la Tv perché mi vedrai!”
E lui: “Osti, te lo auguro col cuore, ma Sanremo l’è düra. L’è quasi impusibil!”.
E aveva anche ragione !!!
E io forse è da li che ho capito che ci dovevo e volevo andare davvero!
Mi è scattato qualcosa dentro che non so spiegare.
Non sapevo chi fosse il direttore artistico di quell’anno (poi a settembre confermarono Tony Renis).
Non avevo un’etichetta discografica, non avevo nulla di nulla. Avevo solo prodotto (con i miei soldi e non avevo più una lira) 10 canzoni che sapevo essere forti. Avevo “Il mondo che non c’è” e avevo questa “Sorvolo” (diventata poi la famosa “E’ stato tanto tempo fa”) e ”Sorridendo” e “Giorni”. Avevo musicato questa poesia di Vasco e dovevo in qualche modo fargliela ascoltare. Poi tutti sanno come è andata. Ma se devo davvero ricordare un momento e mettere a fuoco quel “momento” esatto in cui ho capito che sarei andato al Festival è stato quello.
Avevo già fatto 10 tentativi gli anni prima. Ovviamente mai preso! Era dal ‘92’ che tentavo di andarci.
Ma non avevo i “pezzi” giusti, ero un ragazzino ed ero troppo immaturo, secondo me…
Presentiamo “E’ stato tanto tempo fa”. Decido di presentarmi con la chitarra a tracolla e con il giubbetto di jeans. Perché così mi sentivo perfettamente a mio agio. Avevo suonato ovunque prima del Festival: dai pianobar, ai night, ai matrimoni, compleanni… Nella maggior parte dei posti dove ero stato, della musica fregava poco o niente alla gente. La musica era più un contorno. Poi sotto la cassa solitamente si metteva la persona anziana che ti chiedeva di abbassare la musica che era troppo alta!
Quindi per me poter cantare una mia canzone davanti a una giuria prima e a un vero pubblico attento dopo, era davvero importante. Non dovevo sbagliare.
Tony Renis quell’anno decise che non c’erano corsie preferenziali, non c’erano Big, Giovani, ecc ecc. C’era una sola e unica categoria: I Campioni.
Fece fare le audizioni a tutti, anche quelli più famosi. Io mi trovai a fare le selezioni con artisti importantissimi che avevano già successi alle spalle. E, senza paura, quando mi chiamarono, entrai alle selezioni e cantai con tutta la grinta e l’emozione che avevo.
Alla fine della mia esibizione tutti applaudirono fortissimo. Nella giuria c’erano il grande Molella (grande persona e professionista bravissimo, a maggio di quell’anno ha poi remixato la mia “Il mondo che non c’è” in maniera eccelsa) Davide Lucaferri di Isoradio e Flavia Cercato che poi, negli anni successivi, è diventata una mia amica “preziosa”.
Loro mentre la cantavo la sapevano a memoria ed io ero completamente spiazzato. Poi Tony mi fece delle domande: mi chiese cosa mi portava al Festival ed io gli dissi che dopo tanto pianobar e gavetta e aver portato in giro tanta musica prestigiosa italiana era arrivato il “mio” momento perché era da quando avevo 14 anni che scrivevo prezzi in continuazione. Lui si congratulò e mi disse: “A giorni saprai se realizzerai il tuo sogno.”

E il 5 gennaio dal Tg1 il grande e mitico Mollica disse tra i vari nomi anche il mio e li cominciò la mia avventura. Ero uno sconosciuto che ce l’aveva fatta. Perché ci credevo davvero. Perché avevo nel sangue la Musica. Perché avevo dato tutta la mia vita per realizzare il mio sogno.
Mi affezionai fin da subito a Simona Ventura che considero ancora oggi una delle più brave conduttrici e professioniste che abbiamo. Poi con lei ho fatto anche MusicFarm, ma quella è un’altra storia che racconterò.
C’era Gene Gnocchi che mi sorrideva e mi incitava sempre. C’era il maestro Leonardo De Amicis che diresse anche l’orchestra del mio brano in maniera eccelsa. C’erano poi tutti i musicisti dell’orchestra a cui tutt’oggi sono ancora molto affezionato. Luca Velletri, Paolo Carta (divenuto in seguito marito di Laura Pausini), Roberto Gallinelli, Maurizio de Lazzaretti, il mitico Pippo Balistreri, direttore di palco e tutti gli altri che ricordo con immenso affetto.
E’ stato un festival “strano” e proprio per quello la gente lo ha amato tanto e lo tiene nel cuore. In quel Festival c’era anche Paolo Meneguzzi che, anni dopo, è diventato un fratello per me. Con lui condividiamo tutt’ora un sacco di cose, dalla Scuola (la Pop Music School) ai live, alla vita “quotidiana” .
Tornando al Festival la mia canzone cominciò a funzionare in radio fin da subito. LaPina di Radio Deejay ne aveva fatta una vera e propria sigla.
Anche i giornalisti erano molto gentili con me. Alla fine a me quello che importava era riuscire a convincere le persone del mio piccolo paesino, Vertemate con Minoprio, che anche un ragazzo come me poteva farcela. Certo, devi metterci tanto impegno e tanta determinazione, ma se ci credi ci puoi riuscire davvero. Quando sono tornato dal Festival il mio paese mi ha accolto come un Re. E a me è bastato quello per capire che il nostro legame non si sarebbe mai spezzato e con la mia terra non potrà mai finire. Infatti dal 2008, anno in cui ho perso il mio papà Alessio e mio nonno Felice, regalo tutti gli anni il mio concerto e, da qualche anno, è diventato un vero e proprio Festival creato da mio cognato Rino Anselmi che si chiama “Eat Sound Festival”.
Ogni anno la gente aumenta e io sono orgoglioso di poter portare al mio paese gioia e allegria e spensieratezza.
I ringraziamenti del Festival di Sanremo 2004 però questa volta li tengo tutti chiusi nel mio cuore.
Nel 2024 saranno passati 20 anni esatti dal mio Festival. Chissà…
Il festival di Sanremo avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, sarà sempre il mio “sogno nel cassetto” realizzato. Brillerà sempre e lo porterò sempre con me, perché ha dato il via a tutta la mia nuova “storia magica”.
Un grande in bocca al lupo a tutti i partecipanti al Festival 2022. Alcuni sono anche degli amici a cui auguro tanta fortuna musicale.
E che vincano sempre le canzoni… SEMPRE!
Simo”

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