Mentre tra le stradine di Ronciglione – in provincia di Viterbo – si respira già aria di Carnevale, mamma Nadia è ancora emozionata per la vittoria del figlio, Marco Mengoni, al Festival di Sanremo 2023 con il brano “Due Vite“, il cui eco in paese si sente ovunque.
C’è dunque chi organizza la sfilata di domenica, rimandata a causa delle elezioni regionali, e chi non smette di parlare di Marco, che già dieci anni fa salì sul gradino più alto del podio con il brano “L’essenziale“. Da quel lontano 2013 è cambiato tutto, o forse non è cambiato proprio niente: “Marco è un grande orgoglio per tutti noi. Gli anni passano, ma lui è rimasto lo stesso. Il successo non lo ha cambiato“, racconta mamma Nadia. E aggiunge: È stata una grandissima emozione. Intensa, pazzesca. Sono felicissima per lui, perché – come tutti – ha lavorato tantissimo“.
Marco Mengoni, le parole di mamma Nadia e la vita a Ronciglione
A Ronciglione lo definiscono “un imperatore“, ma per mamma Nadia resterà sempre e solo Marco. E in tanti lo ricordano da piccolo con il microfono in mano: “Cantava un pezzo di Tina Turner in un paese qui vicino”, racconta l’organizzatore della sfilata di carnevale Francesco Laurenzi. “Non so quanto tempo sia passato, ma si capiva già allora che aveva un talento fuori dal comune”. E aggiunge: “Diverse volte ha partecipato alla sfilata di carnevale, indossando una maschera per non essere riconosciuto. Ci fa piacere che sia rimasto legato al paese“.
Di fatto, le radici di Marco Mengoni – come lui stesso ha più volte ribadito – sono proprio a Ronciglione ed una foto esposta nel negozio d’abbigliamento di famiglia – che lo ritrae insieme a nonna Jolanda, scomparsa oramai due anni fa – ne è la testimonianza.
Inoltre, nel paesino in provincia di Viterbo non c’è il rischio dell’assalto dei fan e il cantautore ha così potuto continuare a frequentare gli amici di sempre: “Sì, si incontrano sempre, come se lui non fosse una star. Certo per tutti noi è stato un dispiacere che sia andato a vivere a Milano. Ma è comprensibile… per il suo lavoro è necessario“.

Classe 1998, negli ultimi 4 anni ha collaborato con diverse emittenti radiofoniche. Di notte recensisce musica, di giorno ne parla con gli artisti. Nostalgica ed empatica, scrive spesso nei giorni di pioggia. La musica? Un ricordo senza origine che ha ribaltato ogni prospettiva.
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