Geolier

Diminuisce la distanza che ci separa da Sanremo 2024 e vi proponiamo la nostra intervista a Geolier, all’anagrafe Emanuele Palumbo, uno dei trenta protagonisti della prossima edizione del Festival.

I p’ me tu p’ te è il brano che il rapper napoletano ha scelto di presentare in concorso, un pezzo che rappresenta il suo mondo, un mondo ormai apprezzato a livello nazionale e mainstream, non a caso ricordiamo che il suo disco “Il coraggio dei bambini” è stato il più venduto del 2023.

Ancora prima di salire sul palco dell’Ariston, Geolier mette a segno un altro gol per il 2024 annunciando l’apertura della terza data allo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli e sarà il primo artista in assoluto, internazionali inclusi, a esibirsi per ben tre concerti nel monumentale stadio della città partenopea. Lo abbiamo raggiunto per ascoltare dalla sua voce gli stati d’animo che lo accompagnano alla vigilia di questo importante debutto.

Sanremo 2024, intervista a Geolier

A poche settimane dal tuo debutto al Festival, cosa ti rassicura e cosa ti spaventa di quel palco e di questa esperienza?

«Mi porto appresso l’esperienza che sto accumulando in questo tempo e anche il saper mantenere la pressione. È una cosa che mi serve. In questo periodo sto provando tutti i giorni il pezzo ogni secondo. L’unica cosa che voglio è che vada bene l’esibizione mia e che io possa essere soddisfatto a livello personale. La cosa che più mi preoccupa, forse, sarebbe paradossalmente vincere».

“I p’ me tu p’ te” parla di una coppia che, pur amandosi troppo, decide di andare per la propria strada. Quali riflessioni e quali stati d’animo hanno ispirato questa canzone?

«La mia ispirazione sempre è Napoli e l’amore a Napoli sta sempre al primo posto. In più ho capito una cosa, mentre scrivevamo questo pezzo insieme a Davide Simonetta e Paolo Antonacci, ho compreso che in un periodo in cui in una relazione l’amore passa in secondo piano e subentra all’abitudine, la prima dimostrazione di amore reale è scegliere di allontanarsi e starsene un po’ “I p’ me tu p’ te”. Cioè io per la mia strada, tu per la tua strada. Questo è quello che il pezzo vuole significare».

Dal punto di vista sonoro, il pezzo si presenta come un uptempo con la cassa dritta, così come diverse altre proposte di quest’anno. A parte la lingua in cui è cantato, cosa pensi possa rendere distinguibile questo brano?

«Guarda, secondo me proprio il napoletano, solo quello».

Come sono andate le prove con l’orchestra e che valore restituisce al pezzo?

«Le prove con l’orchestra mi hanno fatto capire che ho ancora tante cose da imparare, perché in quell’occasione mi sono confrontato con tanti musicisti, con persone che vivono di musica, ma nel vero senso della parola. Quando ho provato il pezzo con l’orchestra è stato tutto molto intenso, perché io vengo da un altro mondo, ovvero dal rap che è molto più molto elettronico, quindi suonare con gli strumenti reali restituisce al pezzo un’altra emozione e uno spessore in più».

Arrivi a Sanremo come l’artista che ha realizzato il disco più venduto del 2023, ti attendono tre date al Maradona, e sei il primo artista ad esibirti per tre volte nello Stadio della tua città. Sono quindi curioso di chiederti come riesci a gestire le aspettative che ci sono attorno a te e qual è l’obiettivo che ti piacerebbe riuscire a raggiungere con questo Festival?

«In realtà l’obiettivo da raggiungere con il Festival l’ho già raggiunto, vale a dire quello di portare il napoletano a Sanremo. Adesso può succedere tutto, va bene tutto. Riguardo i live, invece, dopo aver cantato su palco importante come quello dell’Ariston penso che sarò pronto davvero per tutto».

Sanremo 2024, videointervista a Geolier

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