Nel bel mezzo del tour dedicato al quarantennale di “UN SABATO ITALIANO”, ecco il nuovo singolo di SERGIO CAPUTO, dal titolo “SONO UNO SPIRITO LIBERO“.
In linea con lo stile più classico “pop-jazz” dell’artista romano, il brano si presenta come una sorta di suo “manifesto” musicale e personale.
L’avventura artistica di Sergio Caputo è quella di un uomo irrequieto, insofferente di definizioni, omologazioni, luoghi comuni, retoriche, gabbie e manierismi, un ribelle sempre avverso ai limiti nei quali, per semplificazione o pigrizia, si è spesso tentati di rinchiudere gli artisti e le loro opere. E Sergio Caputo uno “spirito libero” lo è sempre stato, in un viaggio che lo ha accompagnato intorno al mondo senza che mettesse radici in nessun luogo. Anche evadere da se stessi e sperimentare l’ignoto, per poi ripartire da zero con un bagaglio di nuove esperienze, è un modo di inseguire la propria libertà fuori dagli schemi.
“La natura di un artista è proprio quella di cambiare, evolversi, rivoluzionare, di uscire dai recinti mentali e mettersi continuamente alla prova – dice Caputo – e per far questo non bisogna lasciarsi condizionare dagli stereotipi che gli altri vogliono cucirti addosso. Questo nuovo brano mi è arrivato all’improvviso, come qualcosa che avevo dentro da sempre, e che dopo quaranta anni di carriera ha deciso di uscire. Ora entrerà nel mio repertorio e vi resterà, perché mi rappresenta come artista e come uomo”.
Sergio Caputo, il nuovo singolo “Sono uno spirito libero”, manifesto musicale e personale
Il videoclip è altrettanto emblematico:
“Le mie canzoni sono sempre state in qualche modo associate al surrealismo – anche se parlano di storie vissute sul serio e di emozioni vere – e proprio ciò mi ha suggerito la chiave per girare il video, legando le immagini ad un linguaggio surrealista, con allusioni cinematografiche e riferimenti di quel periodo. C’è inoltre la scelta del bianco e nero, e un’atmosfera rarefatta simile a quella dei primi filmati di cantanti francesi come Serge Gainsbourg, Jacques Brel o Gilbert Bécaud.”
Un Sergio Caputo in versione “magrittiana”, citazioni fotografiche alla André Breton, Cristina – la moglie di Sergio – nei panni di Liza Minnelli in “Cabaret”, e i figli Victor, Lucrezia e Ludwig in chiave “chapliniana”.
“Quando guardiamo in TV le storie di personaggi famosi” – racconta scherzosamente Sergio -“ci stupiamo sempre del fatto che siano stati filmati fin da bambini, come si sapesse già che un domani sarebbero stati realizzati documentari su di loro; mentre noi abbiamo ben poche immagini delle nostre vite da mostrare ai posteri; dunque, per rimediare a questo inconveniente, nei miei video uso spesso la mia famiglia: per avere qualcosa di noi da far vedere, ed anche da rivedere per noi stessi.”

Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.
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