Per Simona Ventura, Pippo Baudo non è stato solo un grande conduttore, ma un vero e proprio maestro di vita e di televisione. Fu proprio lui, nei primi anni ’90, a intuire il potenziale della giovane giornalista sportiva di Telemontecarlo e ad aprirle le porte della grande tv. «È stato il maestro di tanti, ma mio in particolare, non posso dimenticarlo», racconta la Ventura al Corriere della Sera.
Il primo incontro risale al 1992, quando Baudo le propose di affiancarlo a Domenica In: «Un’occasione incredibile», ricorda la conduttrice. Da quel momento iniziò un sodalizio durato anni, che culminò nel 2002 con la conduzione del Dopofestival, affidato a lei e a Francesco Giorgino. «Gli sarò per sempre riconoscente», dice Ventura, ricordando anche la fiducia che Baudo le riservava: «Non facevo mai la scaletta, ma a lui andava sempre tutto bene».
Sanremo è il terreno che più di tutti ha unito i due. Pippo Baudo è stato sinonimo stesso del Festival, avendolo condotto tredici volte. Quando nel 2004 toccò a Simona Ventura prendere il timone, Baudo non nascose un po’ di dispiacere: «Si era offeso, ma gli dissi: “Pippo, è un treno che devo prendere perché so che non ripasserà”. Lui, però, è stato Sanremo: il mega direttore di tutti i ruoli».
Per Simona Ventura, la scomparsa di Baudo segna «la fine di un’epoca»: «Era la televisione. Con la sua morte se ne va un certo tipo di tv e un’Italia che rimpiangeremo. È stato un gigante, l’ultimo Highlander insieme ai grandi maestri come Mike Bongiorno, Maurizio Costanzo, Raimondo Vianello, Raffaella Carrà».
Lavorare con Baudo incuteva rispetto e anche un po’ di timore: «Era un mito, ma riuscimmo a entrare in empatia. Era coltissimo, sapeva tutto, non solo di tv ma anche di musica, teatro, cultura. Da lui ho imparato a prepararmi sempre».
Se Baudo poteva forse ricevere di più dalla tv, ha comunque mantenuto intatto l’amore del pubblico: «È stato un uomo coraggioso, si è messo spesso contro i poteri forti e ogni volta che cadeva si rialzava. Se fosse stato più servile avrebbe avuto di più, ma non era lui. E per questo lo amiamo ancora di più».
Per Simona Ventura, Baudo resterà sempre una guida: «Lavorare con lui è stata una fortuna. Porterò con me i suoi insegnamenti per sempre».
Foto dai social di Simona Ventura (uso editoriale)

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