Dalla standing ovation all’Ariston alle polemiche politiche: Simone Cristicchi, dopo la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2025 con Quando sarai piccola, si è ritrovato al centro di un acceso dibattito. Il brano, dedicato alla madre, ha emozionato il pubblico e gli ha permesso di classificarsi quinto. Tuttavia, più che la musica, a far discutere sono state le accuse e le etichette politiche che gli sono state attribuite.
Intervenuto alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, il cantautore ha espresso il suo disappunto per le polemiche: «Sono un artista libero. Allibito che la mia canzone sia stata buttata in politica». La sua posizione è chiara: non vuole essere incasellato in una specifica area politica, eppure il dibattito su di lui si è acceso proprio su questo punto.
Alla domanda «Sei di destra o di sinistra?», Cristicchi ha replicato: «Anche Gasparri ha detto di me che sono un artista libero. Mi pare che oggi si sia completamente dimenticato il mio passato da antifascista: ho cantato Bella Ciao sul palco del Primo Maggio. Però da quando ho raccontato l’esodo istriano e le foibe si è tutto ribaltato. Se canto Bella Ciao divento di sinistra, se racconto le foibe sono di destra. Allora c’è un problema: o sono confuso io, o sono confusi loro».
Le critiche a Cristicchi non sono nuove e derivano in parte dal suo spettacolo teatrale Magazzino 18, in cui ha raccontato la tragedia delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. Un’opera che alcuni hanno interpretato come un avvicinamento a posizioni di destra, nonostante il suo passato antifascista e la sua partecipazione al Concertone del Primo Maggio.
Sul ruolo politico degli artisti, Cristicchi ha dichiarato: «Gli artisti devono parlare con la loro arte, non devono necessariamente dichiarare le proprie idee. Ma chi lo desidera è naturalmente libero di farlo». Una posizione che si inserisce nel più ampio dibattito su quanto la musica debba farsi veicolo di messaggi politici, soprattutto dopo un Sanremo in cui diversi artisti, tra cui Elodie, hanno espresso apertamente le loro opinioni su temi sociali e politici.
Nonostante le polemiche, Cristicchi continua a difendere la sua libertà artistica, rivendicando il diritto di raccontare storie senza essere etichettato politicamente.

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