Versailles

VERSAILLES annuncia l’arrivo di appassirò(?), l’EP completo con tutte le tracce del suo nuovo progetto, anticipato a luglio con appassirò, che ne conteneva cinque brani.

appassirò(?), fuori in CD e su tutte le piattaforme digitali dal 31 ottobre, è il manifesto dell’evoluzione multigenere di Versailles. Dopo essersi fatto conoscere al grande pubblico nell’edizione di X Factor 2021, Luca Briscese ha consolidato la propria identità artistica contaminando rap, hard rock, elettronica e dark pop. 

Il nuovo progetto punta a unire estetica visiva forte — tra videoclip in stile mini‐film e performance fortemente iconiche — a testi densi, simbolici e autobiografici, e rappresenta per Versailles un bilancio tra la sua inquietudine creativa e una nuova maturità.

Questo il racconto track by track.

intro/forse accolto – Questo inizio decisamente introspettivo rappresenta un dialogo tra la parte ottimista e pessimista di Versailles, che esplora il dubbio e l’accettazione dei cambiamenti personali ed elabora il tema legato al concetto di “appassire”. Musicalmente, Versailles ha voluto sperimentare campionando lo standard jazz tipico di “Glad To Be Unhappy” di Paul Desmond con elementi distorti e un cantato disturbante.

felice mai – È stato il primo singolo del nuovo progetto. Il brano critica la condizione dell’artista contemporaneo evidenziando la difficoltà di essere unici in un’epoca di riferimenti condivisi, e accentuando l’insoddisfazione perenne dell’artista. L’arrangiamento si rifà a un mondo dark pop/hip hop con una forte venatura blues che riflette la formazione musicale dell’artista (blues e jazz).

california – Affronta le tematiche legate alla scrittura di canzoni, all’industria musicale, all’esperienza dei talent show e alle aspettative connesse. Il titolo è un riferimento al grande sogno americano, comune a tutti quelli che vogliono diventare delle rockstar. Musicalmente, si muove nello stesso reparto armonico di felice mai ma con un mood più chill e R&B, includendo un sample di “California” dei Phantom Planet (colonna sonora di O.C.) e un monologo da American Horror Story.

mangiami – Parla di amore tossico e idilliaco e descrive la figura dell’amante come “cannibale” e “frutto della propria stessa carne”, con riferimenti orrorifici e demoniaci (Jeffrey Dahmer, streghe di Salem). Il brano è sintetico e volutamente poco dinamico, con una strofa centrale distruttiva per cambio di genere e tono, ed è musicalmente veloce, ispirato alla musica di Labrinth.

costole – Questo brano è la connessione ideale tra mangiami ed eva, un “delirio musicale” che si risolve nell’introduzione della figura di Eva, che viene dapprima mostrificata, poi idealizzata totalmente. La musica evolve da voci distorte e glitchate a una linea di basso semplice e all’introduzione della voce “setosa e angelica” di Maria Virginia Bisconti.

eva – Il concetto esplora l’idealizzazione di una figura femminile e la successiva scoperta di un tradimento, e analizza le fasi dell’amore in cui l’altro viene demonizzato e poi divinizzato. Musicalmente è una sterzata verso il mondo dell’R&B e del soul moderno, con synth e pad digitali e una sezione ritmica solida che richiama la musica black, vocalmente impegnativa, che esplora  un registro tra falsetto e voce piena.

serafica – Ha anticipato la seconda parte del progetto (videoclip qui). Un amore triste, nostalgico e malinconico, che parla del riconoscersi nell’altro in una relazione, ma anche della stanchezza e del desiderio di qualcosa di più, specialmente per persone che si annoiano facilmente. La musica presenta una chitarra più morbida, un arrangiamento essenziale e meno artificioso, con l’uso di synth e batterie per alleggerire il mood, e si avvicina al mondo di Phoebe Bridgers e Boygenius con influenze musicali femminili.

stupido e facile – Riassume un’esperienza personale e di coppia triste e malinconica, e racconta il tentativo di superarla, esprimendo l’invidia per chi riesce a viversela con leggerezza. È un brano che ha attraversato diverse fasi di riscrittura e produzione, arrivando a combinare elementi pop ad altri più rock, e vede la partecipazione di Giovanni Cilio alla batteria e Marco Azzara alla chitarra, e Francesco Massidda alla co-produzione.

appassirò – Versailles lo definisce il  brano più difficile da scrivere del disco: esplora l’idea di “appassire” o “fiorire”, con la consapevolezza che “tutto sembra una merda ma magari non così tanto”, e l’amore, anche per se stessi, è la soluzione. Musicalmente risente di forti influenze british, e conta sulla partecipazione di Maggio e Yuma, e  delle batterie di Domenico Mattia Baggetta (Dmb) .

gang – Nata con l’idea di farne la ghost track del disco, la canzone è invece poi stata inserita nella playlist ufficiale: una polemica senza mezze misure, un’accusa violenta a un’intera generazione di trapper che fa della propria cifra stilistica intrisa di misoginia e disagio un vero e proprio elemento inquinante. Fondamentalmente metal, con l’artista che rappa e Giovanni Cilio alla batteria, il brano rappresenta una chiusura a sorpresa: dopo la delicatezza dell’outro del brano precedente arriva l’ultimo, definitivo schiaffo in faccia.

Foto di Luca Rinaldi

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