A pochi giorni di distanza dalla partenza ufficiale di Sanremo 2024, vi proponiamo la nostra intervista a Clara, all’anagrafe Clara Soccini, al suo esordio festivaliero con “Diamanti grezzi”.
Il brano, composto dalla stessa giovane artista insieme ad Alessandro La Cava e Francesco “Katoo” Catitti, racconta il tema della riscoperta continua e quotidiana di se stessi, in un messaggio universale che unisce tutte le generazioni
Sanremo 2024, intervista a Clara
«La cosa che mi gasa di più è l’esperienza in sé, cioè il vivermela a 360° gradi e poter tornare a casa dicendo a me stessa di essermela vissuta al 100%. Insomma, aver la certezza di aver dato tutto, né di più né di meno. La cosa che mi spaventa, o per meglio dire che mi mette un po’ di agitazione, è sapere che prima di calcare quel palco sicuramente avrò un po’ di ansia, come capita a tutti. Cercherò di sfogarla prima dell’esibizione, anche perché essendo un’esperienza nuova per me voglio davvero dare il massimo».
“Diamanti grezzi” è il titolo del brano che hai scelto di presentare. Vorrei capire se c’è stato una sorta di ballottaggio con “Boulevard”, essendo entrambi due pezzi forti, mi incuriosisce chiederti che tipo di ragionamenti ci sono stati sul pezzo da presentare a dicembre e su quello da lasciare in un cassetto nel caso di un passaggio…
«Ho scelto di portare “Boulevard” a Sanremo Giovani proprio perché parla della mia storia, del mio passato e del mio percorso di crescita. Dall’inizio, raccontando tutta la mia adolescenza, di come mi sono sentita, insomma… della mia storia in provincia. Così mi sono detta: “questo è il pezzo giusto”. Per “Diamanti grezzi” non è stato subito così, in primis perché non è un brano creato a posta per Sanremo, però più lo ascoltavamo e più mi dicevano che sarebbe stato quello giusto. Lo stesso Alessandro La Cava, l’autore che l’ha scritta con me, sosteneva che fosse adatto per questa occasione… ed eccoci qui (sorride, ndr). Ci piaceva il messaggio, trasmettere quanto sia bello essere un diamante grezzo per scoprire qualcosa di noi stessi giorno per giorno».
A proposito di Alessandro La Cava che firma con te il testo, oltre a essere un tuo amico è un artista molto versatile. In questi anni lui ha collaborato e cucito su misura i pezzi per e con artisti diversi, da Sangiovanni a Paola e Chiara, da Angelina Mango a Laura Pausini. Ecco, com’è stato lavorare a stretto contatto con lui?
«Guarda, mi hai tolta le parole di bocca. Alessandro è un talento eclettico, con ogni artista con cui ha collaborato è riuscito a instaurare un legame e ad entrare nel suo mondo, in punta di piedi e senza stravolgerlo, con rispetto e senza imporre la propria visione artistica. Lavorare con lui ti insegna tanto ogni volta, siamo molto complici in studio, io scrivo e lui mi da i suoi consigli. È un “do ut des” ed è davvero bellissimo».
Come stanno andando le prove e che sapore restituisce l’orchestra alla versione dal vivo?
«L’apporto dell’orchestra è incredibile, arricchisce molto il brano. Non ho visto le prove dei miei colleghi, ma ho la sensazione che l’orchestra riesca a comprendere, avvolgere e migliorare le performance di tutti. Nel caso di “Diamanti grezzi”, devo ammettere che con le varie sezioni il brano prende tutt’altra forma e tutt’altra piega. I professori fanno un lavoro bellissimo e credo che l’orchestra rappresenterà come sempre un valore aggiunto».

Per la serata delle cover hai scelto di cantare “Il cerchio della vita”, con te ci saranno Ivana Spagna e il coro di voci bianche. Cosa ti ha spinto a scegliere questo pezzo?
«Credo che “Il cerchio della vita” abbia un significato bellissimo, descrive appieno quello che è la vita, no? Nulla si distrugge, tutto ritorna. Ho scelto questa canzone per due motivi: il primo è che mi riporta indietro alla mia infanzia, a quando alle elementari cantavo questo pezzo pur non capendone il significato; in più cantarlo con Ivana Spagna sarà un grandissimo onore, perché la stimo moltissimo, la sua è una carriera straordinaria e mi ha già dato un sacco di consigli di cui farò tesoro».
Il 16 febbraio uscirà il tuo album d’esordio, che non a caso si intitola “Primo”. Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgogliosa di questo progetto?
«È un disco a cui tengo molto, perché rappresenta una raccolta di canzoni che sono state scritte in periodi e momenti diversi. Ogni volta che entro in studio ho sensazioni ed emozioni differenti, a seconda di come mi sveglio, in base a quello che ho vissuto poco prima e mi lascio molto condizionare da ciò che passa per la mia mente. “Primo” le racchiude tutte, ci sono dei pezzi molto up e dei pezzi un pochino più personali, diciamo pure malinconici, ma che mi rappresentato in egual misura».
In scaletta c’è “Ragazzi fuori”, canzone che è stata scelta come colonna sonora di “Mare Fuori 4”. Hai più volte sottolineato che questa esperienza televisiva ti ha cambiato la vita. Vero è che non era affatto facile, considerato il successo enorme della serie, riuscire a imporre il percorso di Clara parallelamente al personaggio di Crazy J. Immagino che esserci riuscita ti riempia di orgoglio, no?
«Esatto, mi rende davvero molto felice. Sai, non lo davo per nulla per scontato, proprio come abbiamo detto tu, anzi avevo anche paura di non uscire ad affermarmi con la mia musica. Invece la cosa che mi ha reso orgogliosa è essere riuscita a portare avanti entrambe le cose parallelamente. Grazie a “Mare fuori” ho avuto la possibilità di farmi conoscere come Clara, i ragazzi si sono incuriositi e hanno cominciato ad ascoltare anche le altre canzoni su Spotify. Questo, però, non era per nulla scontato. Invece è andata molto bene, non potrei chiedere di più».
Tornando al Festival, quello di quest’anno credo che sia il cast femminile più forte di sempre, da una parte ci sono due colonne come Fiorella Mannoia e Loredana Bertè che rappresentano la storia, poi tre certezze come Emma, Alessandra Amoroso e Annalisa, infine una schiera di giovani provenienti dalla scena urban molto talentuose come te, Angelina, Rose Villain e BigMama. Cosa ne pensi?
«È vero, ci sono tante artiste fortissime ed è bello vedere tante personalità femminili differenti prendere parte al Festival. Abbiamo tutte delle identità molto diverse, anche se non ho ancora avuto la fortuna di conoscere le mie colleghe dal vivo, ma non vedo l’ora che questo accasa, per avere l’opportunità di confrontarmi con loro. Sia Loredana Bertè che Fiorella Mannoia possiedono sicuramente un’esperienza gigante, ma credo di avere molto da imparare da tutte, comprese Alessandra, Annalisa ed Emma, che hanno alle loro spalle dei percorso importanti. Sarà bellissimo poter vivere accanto a loro questo Festival».
Per concludere, per citare il testo di “Diamanti grezzi”, quella che stai per affrontare sarà una prima volta che non scorderai facilmente. Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua performance?
«Sicuramente la certezza che darò tutta me stessa, il tutto per tutto, proprio come accade nel mondo del cinema dopo il ciak. Salire su palco quel palco è un onore che farò di tutto per poter meritare».
Sanremo 2024, videointervista a Clara
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.