L’unione fa la forza, o perlomeno aiuta a superare i propri limiti; nel caso di Irama e Rkomi, tutto nasce da un vero sodalizio artistico, da un solido rapporto personale e da una stima che hanno dato vita alla nascita hit come “5 gocce” e “Luna piena”, certificate quattro volte disco di platino. “No stress“ non è altro che l’evoluzione di questo incontro di penne e di voci.
Il progetto, fuori per Warner Music Italy / Island Records da venerdì 7 luglio, non è altro che un punto d’incontro tra i loro due carismatici percorsi. Sotto la direzione artistica di Shablo, sono numerosi i producer che si alternano in questo lavoro, da Takagi & Ketra a Giulio Nenna, passando per Cromatico, Robert Ner, Cucina Sonora, Eryden, SHUNE, Junior K e Luca Faraone.
In concomitanza con l’uscita del disco, Irama e Rkomi hanno annunciato il NO STRESS Tour, la tournée nei palasport in partenza dal prossimo novembre, prodotta e organizzata da Vivo Concerti. I due artisti multiplatino si esibiranno a Firenze, Napoli, Roma, Milano, Bologna e Torino.
Ecco cosa ci hanno raccontato alla vigilia di questa nuova e congiunta uscita.
Intervista a Irama e Rkomi
“No stress” è il titolo di questo nuovo progetto, che non è il disco di Filippo, non è il disco di Mirko, ma è il vostro disco. E’ arrivato in un momento in cui sentivate entrambi l’esigenza di condividere il lavoro con qualcuno?
Rkomi: «Arrivavamo da un momento molto simile per entrambi, reduci da due progetti che sono andati bene e che ci hanno messo anche addosso una discreta, carina e simpatica pressione, non tanto nei confronti del pubblico ma di noi stessi. Questa è stata la grande motivazione che ci ha legato, permettendoci di portare avanti la cosa per sviluppare poi l’idea di “No stress”. Abbiamo iniziamo a lavorare a tanti brani, senza la consapevolezza che questo portasse poi ad un album. Da lì, al quarto o quinto brano, in silenzio abbiamo entrambi metabolizzato l’idea che tutto questa collaborazione potesse evolversi in qualcosa di più grande».
Quali sono gli elementi e le caratteristiche che vi rendono rispettivamente orgogliosi del risultato finale?
Irama: «In generale, fare un disco insieme a qualcun altro non è mai facile, perché ognuno ha la propria personalità, però il rispetto e la voglia di fare ti permettono di superare qualsiasi barriera. Sono orgoglioso di quello che abbiamo realizzato, di tutte le canzoni che compongono il disco, così come sarò orgoglioso dei live che faremo insieme. Alla fine, questo progetto è nato con l’idea di proiettarlo dal vivo. Tutto è arrivato molto naturalmente, ci siamo chiusi in questa villa a Los Angeles, questo ci ha spinto a fare cose che non avevamo mai sperimentato. Ci siamo spinti e spronati a vicenda. Questo sarà sicuramente uno step importante della mia vita e sono contento di averlo condiviso con Mirko».
E’ un disco sia personale he congiunto, ma anche corale, vista la partecipazione di numerosi professionisti che hanno aggiunto colore a questo caleidoscopio di suoni e di stili. Che valore hanno aggiunto Shablo e gli altri producer che si sono alternati in questo lavoro?
Rkomi: «Questa è un’altra cosa che ci accomuna, perché entrambi abbiamo sempre creduto nei grandi team e nel diversificare la nostra musica, in termini di lavoro in studio. Se avessi trovato un compagno di viaggio legato a un solo produttore, probabilmente questo disco sarebbe stato più difficile da realizzare, se non impossibile. Invece entrambi siamo molto aperti alla sperimentazione e la contaminazione con altri produttori ci hanno portato a dirigerci in mondi diversi rispetto a quelli che avevamo frequentato anche in passato».
E tutto questo vi ha spinto anche ad abbandonare, se mai ci fosse stata, una zona di comfort per dirigervi in direzioni che non avevate ancora toccato singolarmente?
Irama: «Mi sento di dire che entrambi non abbiamo mai sposato il concetto di zona di comfort. Sia nei miei dischi che in quelli di Mirko, non c’è mai stata una grande ripetizione, bensì tanta voglia di mettersi in gioco e di rischiare senza aver paura. Questo atteggiamento, per adesso, ci ha sempre dato ragione, più che per un discorso di classifiche mi riferisco più in termini artistici, per la qualità e il livello di ciò che abbiamo costruito finora. Anche questa volta mi sento di dire che siamo entrambi soddisfatti del risultato, poi speriamo possa piacere a chi andrà ad ascoltarlo».
In autunno, poi, via al No Stress Tour.
Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte di raccontare. È autore del libro “Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin” (edito D’idee), impreziosito dalla prefazione di Amadeus. Insieme a Marco Rettani ha scritto “Canzoni nel cassetto”, pubblicato da Volo Libero e vincitore del Premio letterario Gianni Ravera 2023.
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