Tutti in piedi per Achille Lauro; l’Arena Matsuri di Expo 2025 Osaka si trasforma in un mare di luci e applausi per l’artista romano, accolto da oltre dodicimila spettatori con braccia e telefonini alzati al cielo. Un debutto giapponese travolgente, che ha chiuso l’Italy Pop-Music Fest, rassegna organizzata dal Padiglione Italia dopo i live di Elisa e dei Negramaro.
La scaletta e l’energia
Vestito total black, Lauro apre con “Amor”, il brano che celebra passione e libertà nelle relazioni, e subito conquista il pubblico. Poi spazio a un viaggio nel suo repertorio: da “Bam bam twist” che richiama le origini, fino ai più recenti “Dannata San Francisco”, “Perdutamente” e “Walk of fame”.
Non mancano i classici che lo hanno consacrato a Sanremo: “Rolls Royce”, “Me ne frego” e “Domenica”, cantati in coro anche dai fan giapponesi. L’emozione cresce con “Incoscienti giovani” e si chiude in apoteosi con “16 marzo”, accompagnata dalle urla di migliaia di spettatori che invocano il suo nome.
“È stato fantastico, ci vediamo la prossima volta”, dice Lauro salutando Osaka, promettendo un ritorno che il pubblico già attende.
Il legame con l’Italia e l’arte
Prima del concerto, Achille Lauro ha visitato il Padiglione Italia all’Expo, definendolo “una grandissima opportunità” per mostrare al mondo la bellezza, l’ingegno e la poesia italiani. Tra i capolavori esposti figurano l’Atlante Farnese, il ritratto di Itō Mancio di Tintoretto, il Codice Atlantico di Leonardo Da Vinci, insieme ad opere contemporanee di artisti come Mimmo Paladino e Jago.
“Come abbiamo trasferito in Giappone i grandi nomi dell’arte italiana – ha sottolineato il commissario generale Mario Vattani – ora portiamo quello che, per la musica contemporanea, è il meglio della produzione italiana.”
Un ponte musicale Italia–Giappone
Con l’Italy Pop-Music Fest, l’obiettivo del Padiglione Italia è stato chiaro: avvicinare la musica italiana al pubblico giapponese e creare nuove collaborazioni artistiche. “Vogliamo che gli artisti italiani vengano sempre di più in Giappone, nell’Asia più futuristica e moderna”, ha spiegato Vattani all’Ansa.
E se Elisa e i Negramaro hanno aperto la strada, Achille Lauro l’ha resa incandescente. “Un artista capace di trasformare in poesia il linguaggio delle città – lo ha descritto Vattani – sfumando i confini tra musica, performance e visione. Nella sua espressività convivono estetica, provocazione e racconto.”
Osaka lo ha applaudito. L’Italia lo ha celebrato. E Achille Lauro, con il suo primo concerto giapponese, ha aggiunto un nuovo capitolo internazionale alla sua carriera.
Foto dai social di Italy2025ExpoOsaka (utilizzo editoriale)

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