Isabella Tovaglieri denuncia Baby Gang e alcuni hater per gli insulti ricevuti sui social. L’eurodeputata replica: “Non mi zittiranno”.
L’europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega) ha annunciato di aver presentato una serie di denunce contro il rapper Baby Gang e altri utenti che, secondo quanto riferisce, l’avrebbero ripetutamente insultata sui social. Le segnalazioni sono state ufficializzate nella giornata di mercoledì 3 dicembre attraverso una nota diffusa dall’eurodeputata e rilanciata sui suoi canali social.
Tovaglieri sostiene di essere da tempo destinataria di attacchi verbali legati alle sue posizioni politiche e alle battaglie che porta avanti su temi come l’immigrazione e il rapporto con alcune espressioni culturali del mondo islamico.
Nella sua dichiarazione, l’eurodeputata afferma che si tratta della prima volta in cui decide di ricorrere a un’azione formale:
«Non posso più accettare le offese gravissime rivolte a me e alla mia famiglia sia da giovani musulmani residenti in Italia, sia da simpatizzanti della sinistra che si professano paladini dell’accoglienza e del femminismo, ma poi mi attaccano con ingiurie vergognose».
Tovaglieri definisce questi attacchi come incompatibili con il rispetto reciproco e con il dibattito politico, sottolineando che a suo avviso sarebbero nati come reazione alle sue posizioni critiche su vari temi legati all’integrazione culturale.
A fronte delle offese ricevute, Tovaglieri dichiara di non voler arretrare rispetto alle sue posizioni politiche:
«Questi leoni da tastiera vogliono spaventarmi e zittirmi, ma io non ho paura. Continuerò a dire la mia contro la costruzione delle moschee, la diffusione della carne halal, la sharia e le processioni dell’Ashura».
L’eurodeputata aggiunge che chi proseguirà con insulti o diffamazioni potrebbe ora andare incontro a conseguenze legali.
Le dichiarazioni di Tovaglieri riaccendono il dibattito sui confini del confronto pubblico online e sui rapporti spesso tesi tra politica, comunità giovanili, musica urban e social network. La presenza del nome di Baby Gang — uno degli artisti più discussi e seguiti della scena rap italiana — ha amplificato l’attenzione mediatica sul caso.
L’episodio mette nuovamente in luce la difficoltà di mantenere un dibattito civile sui social, dove attacchi personali, linguaggio aggressivo e polarizzazione restano fenomeni frequenti. Al tempo stesso evidenzia come figure pubbliche e artisti possano trovarsi al centro di controversie che travalicano i confini musicali o politici.
La denuncia presentata da Isabella Tovaglieri apre un nuovo fronte nella discussione su hate speech, responsabilità individuale sui social e rapporto tra politica e cultura giovanile. In attesa di eventuali sviluppi giudiziari, la vicenda continua a generare reazioni e confronti pubblici, confermando la crescente complessità del dialogo digitale contemporaneo.

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