Fedez Lazza Boem

Boem, l’hard seltzer italiano di Fedez e Lazza, chiude il 2024 con perdite record di 3,13 milioni di euro, come riportato da Open. La società punta al rilancio con nuovi gusti e l’espansione internazionale.

Lanciato nel 2023 da Fedez e Lazza, l’hard seltzer italiano Boem fatica ancora a imporsi sul mercato. Secondo il bilancio 2024 della società, presieduta da Annamaria Berrinzaghi, mamma e manager di Fedez, l’azienda ha registrato ricavi per 369.715 euro a fronte di perdite pari a 3,13 milioni di euro, quasi il doppio rispetto al rosso di 1,85 milioni del 2023. Complessivamente, il biennio registra un passivo vicino ai 5 milioni di euro.

Le cause del flop e il sostegno di Del Vecchio

La società, fondata anche con la partecipazione di Leonardo Maria Del Vecchio e dell’imprenditore Camillo Bernabei, è sopravvissuta grazie a un aumento di capitale della holding LMDV Capital, che ha reso Del Vecchio azionista di maggioranza. Tuttavia, l’iniezione di liquidità, pari a circa 3 milioni di euro, è stata rapidamente assorbita dalle perdite del 2024, lasciando solo 438.701 euro nella riserva sovrapprezzo azioni.

Segnali positivi e strategia 2025

Nonostante il bilancio negativo, i manager della società puntano sul 2025 come anno della svolta. Nel secondo trimestre dell’anno, Boem ha registrato una crescita delle vendite, trainata dal lancio di nuovi gusti come Mango e Pompelmo rosa e dal rafforzamento della rete distributiva. Nel canale off trade le vendite hanno eguagliato l’intero volume del 2024, mentre l’on trade ha segnato un incremento del +105%.

L’azienda punta anche all’espansione internazionale, con accordi in fase avanzata per la commercializzazione in Finlandia e Regno Unito, e un team dedicato allo sviluppo estero.

Impatto sul gruppo Fedez

Il flop di Boem si riflette anche sulla holding Zedef, la cassaforte degli investimenti di Fedez. I proventi delle aziende controllate sono scesi da 3,5 milioni a 800 mila euro, con un utile finale di 948.836 euro, circa un terzo rispetto ai 2,8 milioni del 2023. La Berrinzaghi sottolinea come l’aumento dei costi di produzione, trasporto ed energia abbia pesato significativamente sul risultato finale.

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