Clara

Il significato di tutte le canzoni che compongono Primo, l’album d’esordio di Clara, in gara a Sanremo 2024 con il singolo Diamanti Grezzi. (Qui il link per l’acquisto)

Clara, il significato di tutte le canzoni dell’album “Primo”

RAGAZZI FUORI

(Scritto da Clara Soccini, Alessandro La Cava, Vincenzo Centrella e Stefano Lentini. Prodotto da Stefano Lentini)

È un brano generazionale, scritto per la quarta stagione di “Mare Fuori”. Tutto il messaggio della canzone è racchiuso in una frase: “l’amore scotta, la voce è rotta, la vita è stronza”, in poche parole ciò che un ragazzo di oggi impara quando, uscito dall’idillio dell’infanzia, si scontra con i primi intoppi della realtà. “Metti la maglia al contrario che tanto se esce si pensa sia moda” è un invito a essere liberi di esprimere se stessi, senza dover sottostare a canoni imposti.

DIAMANTI GREZZI 

(Scritta da Clara Soccini, Alessandro La Cava e Francesco Catitti. Prodotto da Katoo)

Canzone in gara al Festival di Sanremo 2024, racconta il tema della ri-scoperta continua e quotidiana di se stessi, in un messaggio universale che unisce tutte le generazioni. Ciascuno, infatti, colleziona nel tempo esperienze di vita e relazioni che definiscono la propria identità̀ e che allo stesso tempo la mettono in discussione, dando l’opportunità̀ di scoprire sempre nuove cose di sé, come “mille pezzi di una storia sola”. L’unico modo, tuttavia, per vivere in libertà è abbandonare l’ansia costante di deludere le aspettative altrui e la ricerca stessa della perfezione, fare tesoro dei fallimenti ed essere fieri di essere solo dei diamanti grezzi, in perenne lavorazione. Il videoclip, diretto da Attilio Cusani con la produzione di Borotalco.tv, racconta la storia di più generazioni all’apparenza distanti e molto diverse che si intrecciano e si incontrano, riscoprendo la capacità di divertirsi e di amare se stessi. 

CICATRICE

(Scritto da Clara Soccini e Julien Boverod. Prodotta da Jvli)

È una canzone nata di getto, uno sfogo personale in una giornata complessa in cui le ferite del passato sono venute a galla. Partendo dalla propria infanzia ciascuno può aver vissuto nella propria vita delle mancanze che hanno generato delle cicatrici. Una cicatrice, anche se non visibile, ci rende vulnerabili ma allo stesso tempo unici. Con questa canzone la cantautrice racconta la sua storia con la speranza di riuscire a stare vicino a tutte le persone che stanno provando con fatica a cucire le proprie ferite.

C’EST LA VIE

(Scritta da Clara Soccini, Jacopo Ettorre, Luca Ghiazzi e Luca Di Blasi. Prodotto da Shune)

È un pezzo che parla dei ricordi dell’infanzia attraverso gli occhi e le azioni di una ragazza che va a una festa e balla fino alla mattina ricordandosi di questi momenti. È un invito a fermarsi per assaporare il momento, perché capita spesso di andare troppo veloci, evitando di godersi tutto ciò che accade per la voglia di scoprire cosa succederà dopo. “Ti cercherò tra queste strade” è una frase che Clara dedica a se stessa, “dillo a me se alla fine in fondo c’hai ragione tu” è un po’ come chiedere alla Clara del passato se la realtà che vedeva prima è la stessa realtà di adesso. Ma non sempre è così e spesso si finisce a vivere di ricordi, come in un eterno déjà-vu. 

SOLDI, AMORE

(Scritta da Clara Soccini, Alessandro La Cava e Vincenzo Centrella. Prodotta da Kyv)

È un brano nato per divertimento, un brano leggero che intende essere tale. A volte è più semplice raccontare sfaccettature della propria vita e delle proprie esperienze un po’ meno felici piuttosto che i momenti belli.

AQUILONI

(Scritta da Leo Einaudi e Jacopo Rossetto. Prodotto da GRND)

È la prima canzone che CLARA esegue da interprete e non da cantautrice, grazie a un lavoro lungo e meticoloso a fianco di Leo Enaudi che ha permesso all’autore di conoscere e trasformare in musica tutte le sfaccettature di CLARA. Racconta della difficoltà dell’artista, in età adolescenziale, di rapportarsi con le amicizie, in particolare quelle che sembrano essere per sempre e finiscono per far soffrire, fino a perdersi di vista. CLARA canta della sua paura di fidarsi degli altri e si rivolge, come in una lettera, a un’amica che non vede da tanto tempo.

SOGNI DI CARTA

(Scritta da Clara Soccini, Gianmarco Grande e Riccardo Schiara. Prodotto da GRND)

Un brano che l’artista dedica alla Clara del passato e alle persone che non fanno più parte della sua vita, per mille motivi diversi.

STORIA DI ROSE APPASSITE

(Scritta da Clara Soccini, Alessandro La Cava e Simone Capurro. Prodotto da Starchild)

Una canzone che a primo impatto sembra una dedica d’amore ma nasconde in realtà un messaggio per se stessi. Clara racconta che a volte le capita di piangere ancora, che a volte ci si sente di toccare il cielo e stare in alta quotaavendo allo stesso tempo le fragilità di sempre. È centrale l’immagine delle rose appassite perché molto spesso, una volta secche, vengono gettate nel cassonetto, quando in realtà andrebbero tenute come rappresentazione delle fragilità che ognuno si porta dietro.

BOULEVARD

(Scritta da Clara Soccini e Daniele Magro. Prodotta da E.D.D. e Massimo Colagiovanni)

Brano vincitore di Sanremo Giovani 2023, è un racconto molto personale, un brano che l’artista dedica alla mamma: un omaggio a chi l’ha cresciuta e resa la donna che è oggi. Essere genitore non è un ruolo semplice e spesso non ce ne si rende conto fino a quando non si è cresciuti e, con la maturità dell’età adulta, si comprende che anche chi per una vita è stato il punto di riferimento non è infallibile ma porta con sé le proprie fragilità, i propri dubbi, la propria umanità. Boulevard è anche una dedica a tutti coloro che hanno avuto la forza di chiedere aiuto e di affidarsi agli altri per superare insieme le difficoltà, perché “nessuno si salva da solo”.

ORIGAMI ALL’ALBA 

(Scritto da Clara Soccini, Lorenzo Gennaro e Matteo Paolillo. Prodotta da Lolloflow)

Brano scritto per “Mare Fuori 3”, racconta la fine voluta ma ugualmente dolorosa di una relazione per cercare di preservare la bontà di chi si ama. La canzone parla di un addio definitivo, di una separazione consapevole, presa per il bene dell’altro. La metafora dell’alba che lascia spazio al tramonto rappresenta il passaggio da una fase della vita all’altra, un momento di transizione doloroso ma inevitabile.

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