Il cantautore Don Backy in un’intervista a MowMag ripercorre alcuni momenti cruciali della sua carriera, attaccando Adriano Celentano, ma non solo!
Il cantautore ha ricordato l’infanzia, quando rischiò la vita giocando con una bomba, e il suo debutto musicale in una band che suonava brani americani.
Il focus, però, è il declino del rapporto con Adriano Celentano, inasprito da problemi economici e dalla presenza di Claudia Mori.
“ravamo in quattro: io, Adriano, Ricky Gianco e Guidone. Oggi leggo di gente che si vanta di essere stata nel Clan, tipo Teo Teocoli, ma non è così. Alcuni hanno solo inciso per l’etichetta, punto. […] Si vendevano i dischi, ma le cifre delle vendite risultavano più basse di quelle effettive. Gli attriti sono partiti da lì, ma si sono acuiti con il matrimonio. Dopo essersi sposato, Adriano non era più lo stesso, non si faceva più vedere. Non piacevo alla moglie, perché tifavo apertamente per la sua ex, Milena Cantù. Simpatica, alla mano, una vera compagnona. Quando Adriano l’ha mollata, mi è dispiaciuto. Claudia questo lo sapeva e non mi sopportava. Alla fine, tra i dischi non pagati e il matrimonio, la rottura è stata inevitabile. Ogni volta che vado a fare un concerto, c’è sempre qualcuno che mi chiede: e Adriano? Ma io gli ho lanciato tanti segnali. Ora basta. Se non vuole metterci una pietra sopra, anche adesso che abbiamo più di 80 anni…”
Don Backy lancia un ulteriore messaggio su Adriano Celentano.
“Adriano è terrorizzato dall’idea di ammalarsi. I figli hanno ragione a lamentarsi, perché anche i suoi amici più stretti hanno sempre detto che come padre lascia a desiderare. Ma c’è di più. Una persona che ci conosce entrambi, una sera l’ha invitato a cena, e lui ha risposto: Sono tre anni che sono in pigiama. Non solo: pare che i figli, per vederlo, debbano fissare un appuntamento con la mamma. Vuoi vedere tuo padre? Bene, dimmi quando e ti dico l’orario.”
Don Backy non risparmia nemmeno Mogol, co-autore de L’Immensità.
“Ha cambiato tre parole e si è preso il titolo di co-autore. […] sono stato io a lanciare l’idea della Nazionale Cantanti. Milena Cantù mi aveva invitato a una partita di beneficenza a Milano, e io portai Gianni Morandi e Paolo Mengoli. Il giorno dopo, Mogol ci invitò a giocare da lui e mi venne in mente l’idea di una squadra di cantanti. La cosa piacque, ma non se ne parlò più, almeno con me. Qualche tempo dopo, un funzionario tv mi invitò a Modena per una partita di beneficenza, e mi ritrovai davanti la Nazionale Cantanti già bella che organizzata, con tute e tutto il resto. Io? Neanche considerato. Bè, alla fine non mi fecero scendere in campo. Un organizzatore mi spiegò che Mogol aveva minacciato di non giocare se c’ero io. Forse non ha mai digerito la storia vera dietro L’Immensità. Da quel giorno, ho smesso di frequentare certe persone, eccetto Sandro Giacobbe e Paolo Mengoli, che è un amico. Morandi? Si nasconde dietro gli altri. È una delusione dal punto di vista umano.”
Infine un rammarico legato a Sanremo.
non mi hanno più preso. E io ho smesso di proporre canzoni. Evidentemente, ci sono motivi per cui non vogliono vedermi su quel palco. […] Se dico che c’è un ostracismo nei miei confronti, poi sono io che faccio polemica. Ma la verità è che non c’è spazio per i veterani. […] Oggi quel palco è più interessato al gossip…”
Speaker radiofonico, musicista e collaboratore di diverse testate nazionali e internazionali. Segue come inviato il Festival di Sanremo dal 1999 e l’Eurovision Song Contest dal 2014 oltre a numerose altre manifestazioni musicali. In vent’anni ha realizzato oltre 8.000 interviste con personaggi del mondo della musica, dello sport e dello spettacolo. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo “La Festa di Don Martello” e nel 2022 “Galeotto fu il chinotto” e “Al primo colpo non cade la quercia”.