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Eurovision 2026, Germania e Italia difendono Israele; e ora?

Eurovision 2026 Vienna Logo

Germania e Italia pare abbiano bloccato le sanzioni UE contro Israele e si oppongono alla sua esclusione da Eurovision 2026. Diplomazia e musica si intrecciano sul futuro del Paese al Contest europeo.

Il 30 agosto 2025, durante la riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea a Copenaghen, Germania e Italia hanno posto il veto a nuove sanzioni contro Israele. Tra le misure discusse figurava anche la sospensione della partecipazione israeliana al programma di ricerca europeo Horizon Europe.
La decisione di Roma e Berlino conferma la volontà di non indebolire i rapporti strategici con Tel Aviv, nonostante le forti pressioni di Paesi come Irlanda e Spagna. Questo quanto riportato da Eurovisionfun.

Eurovision 2026: il sostegno all’inclusione di Israele

Poche settimane prima, Italia e Germania avevano inviato un chiaro segnale anche alla European Broadcasting Union (EBU): nessuna esclusione di Israele da Eurovision 2026 senza basi legali solide.
Un ex delegato israeliano ha persino dichiarato che i due Paesi avrebbero minacciato il ritiro dal concorso musicale se fosse stata decisa l’estromissione di Israele.
Pur non confermando ufficialmente questa ipotesi, l’emittente pubblica tedesca SWR ha ribadito che KAN, la tv israeliana, soddisfa tutti i requisiti richiesti e non ci sono motivi per un’esclusione.

La posizione congiunta di Berlino e Roma delinea una strategia chiara: difendere la presenza di Israele sia sul piano diplomatico che in quello culturale.
Il messaggio è netto: la voce di Israele deve continuare a essere ascoltata, nelle sedi politiche internazionali così come sul palco più seguito d’Europa, quello di Eurovision.

Nonostante le prese di posizione, resta un’incognita decisiva: la guerra a Gaza.
Secondo la stessa EBU, saranno gli sviluppi sul campo di battaglia a determinare il futuro, sia in termini di eventuali sanzioni UE, sia riguardo alla permanenza di Israele a Eurovision 2026, in programma a Vienna.
Una cosa appare certa: il legame tra politica e musica è sempre più forte, e il prossimo Eurovision rischia di diventare un nuovo terreno di scontro diplomatico.

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