Eurovision 2023 Israele

Italia e Germania pronte a lasciare l’Eurovision 2026 se Israele sarà esclusa senza basi legali, tensioni crescenti in vista della prossima assemblea dell’EBU.

Le tensioni attorno alla partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest non accennano a placarsi. Secondo quanto riportato da N12News, Italia e Germania avrebbero minacciato il ritiro dalla competizione qualora Israele venisse esclusa senza fondamento legale. La notizia arriva da Amir Alon, ex membro della delegazione israeliana all’Eurovision, che ha spiegato come i due Paesi — entrambi tra i “Big Five” e principali finanziatori del contest — sostengano apertamente il broadcaster israeliano KAN.

Secondo Alon, Italia e Germania non accetterebbero un’esclusione forzata di Israele senza una chiara violazione del regolamento dell’EBU, l’Unione Europea di Radiodiffusione. Una posizione condivisa dallo stesso KAN, che continua a ribadire la propria indipendenza editoriale dal governo israeliano, un punto confermato dalla stessa EBU nella sua ultima dichiarazione ufficiale. Questo distinguerebbe il caso di Israele da quelli di Russia e Bielorussia, escluse per l’uso propagandistico delle rispettive emittenti statali.

L’equilibrio geopolitico si riflette sempre più anche nella musica: da una parte Paesi come Islanda e Spagna si sono espressi pubblicamente a favore dell’esclusione di Israele, mentre Slovenia e altri Stati sembrano sostenere silenziosamente la stessa posizione. Dall’altro lato, Svizzera (Paese ospitante dell’Eurovision 2025) e Austria (che lo ospiterà nel 2026) hanno dichiarato apertamente il loro sostegno a Israele, così come si prevede farebbero Grecia, Azerbaigian e Cipro, oltre a Italia e Germania.

Alon ha però sottolineato come le immagini del conflitto a Gaza continuino a pesare sull’opinione pubblica europea, rendendo difficile per Paesi filo-israeliani difendere apertamente la posizione del broadcaster KAN. Tuttavia, una presa di posizione forte da parte di due nazioni fondamentali per l’equilibrio economico dell’evento rappresenta un ostacolo che l’EBU non può ignorare.

Tutto si deciderà probabilmente a dicembre, quando si terrà la prossima assemblea generale dell’EBU. Se il conflitto sarà terminato, è probabile che Israele possa continuare a partecipare. In caso contrario, la sua permanenza rischia di diventare sempre più difficile, anche per i suoi attuali alleati.

Da notare infine che un’eventuale esclusione avrebbe durata annuale, un’ulteriore conferma che l’EBU non intende assimilare il caso israeliano a quello di altri Paesi già sospesi in passato.

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