Fedez

Negli ultimi giorni il dibattito tra musica e politica si è infiammato, e al centro della polemica c’è ancora una volta Fedez. Tutto è partito da un post di Ghali, che ha accusato molti colleghi del mondo rap di restare in silenzio di fronte a quello che ha definito “un genocidio a Gaza”. Le parole dell’artista italo-tunisino hanno subito provocato la reazione di Fedez, che nel suo Pulp Podcast ha risposto duramente, accusandolo di “doppia morale”.

Il rapper milanese ha ricordato di aver parlato della Palestina “undici anni fa”, molto prima che Ghali si esponesse, e ha criticato la sua coerenza: “Vedere un artista che dalla Fashion Week fa la morale agli altri è un po’ troppo comodo”. Fedez ha poi sottolineato come entrambi abbiano collaborato con brand che, direttamente o indirettamente, sostengono Israele, mettendo in discussione l’autenticità del messaggio del collega.

Ma la polemica non si è fermata qui. Nel suo podcast, Fedez ha allargato il tiro anche a Marco Travaglio e Roberto Saviano, accusandoli di “ipocrisia” e “opportunismo”. Il rapper ha citato un articolo del 2009 in cui il direttore del Fatto Quotidiano difendeva Israele, affermando che oggi “non rende conto di quello che ha scritto allora”. Su Saviano, invece, ha ricordato le critiche ricevute dall’attivista Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza nel 2011, accusando lo scrittore di “aver fatto finta di nulla per anni”.

Le parole di Fedez hanno acceso un dibattito sui social, con opinioni divise tra chi lo apprezza per il coraggio di esporsi e chi lo accusa di alimentare polemiche inutili. Dopo giorni di scontri, l’artista ha annunciato di voler “lasciare i social” e comunicare soltanto “attraverso la musica e progetti creativi”. Una mossa che, almeno per ora, non spegne l’eco delle sue parole.

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