Fedez Giorgia Meloni

Fedez non ci sta e, dopo la condanna di Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole, si scaglia contro il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e le sue parole sibilline.

“Gli influencer che promuovono carissimi panettoni facendo credere che fanno beneficenza, ma poi il prezzo servirà solo a pagare cachet milionari.”

Queste le parole del primo ministro che, pur non citando mai Chiara Ferragni, fa chiaro riferimento all’imprenditrice, moglie di Fedez.

Fedez, dopo la condanna di Chiara Ferragni, attacca Giorgia Meloni

Fedez non è rimasto zitto e ha utilizzato i suoi profili social per diffondere un video in cui difende la moglie e attacca le parole di Giorgia Meloni.

“Non ho parlato fino ad ora perché la vicenda non riguardava me né tuttora mi riguarda. Riguarda mia moglie che è indipendente e impugnerà quello che è stato detto nelle sedi opportune, si difenderà e, non beneficiando di immunità parlamentare, pagherà se dovrà pagare. Nonostante ciò mi sono preso un bel cumulo di m., additato come un truffatore, bollato come fumoso e opaco tutto ciò che faccio nel mondo della charity.

Ciò che fa mia moglie e ciò che faccio io sono due cose diverse, anche se ci percepite come un’unica persona. Ma sono due cose differenti: io sono io, ho una fondazione con bilancio sociale pubblico.

Evento alquanto singolare è che pochi minuti fa sul palco della festa del suo partito il premier Giorgia Meloni parla delle priorità del Paese. Ma non sono disoccupazione giovanile, pressione fiscale, manovra finanziaria. Ma ‘diffidare delle persone che stanno nel web’. Questa è la priorità della politica.

Mi fa sorridere questa priorità, ma visto che bisogna diffidare da noi persone che stiamo nel web, e in particolare da me e mia moglie, elenco le cose che la politica e lo Stato non hanno fatto, ma che ho fatto io insieme a mia moglie.

In pandemia abbiamo costruito in poco tempo una terapia intensiva con 150 posti letto con 4 milioni di euro. Lo Stato e la Regione Lombardia per realizzare una struttura simile con gli stessi posti, mesi dopo, hanno speso 10 milioni di euro per curare un terzo delle persone che abbiamo curato noi. Poi, durante pandemia, le maestranze dello spettacolo sono state dimenticate dallo Stato. A loro è stato distribuito mezzo milione di euro. Io in 10 giorni avevo raccolto per loro 3 milioni di euro, 7 milioni di euro in un anno, che sono stati distribuiti alle famiglie dal Cesvi.

La politica dice di diffidare dalla Rete? Eppure ci sono volute 300mila persone che dopo il mio appello hanno firmato una petizione per sbloccare il bonus psicologo. Evidentemente la Rete serve alla politica come promemoria, per darvi una svegliata.”