Festival Italiano 1993

La storia del Festival di Sanremo è costellata di successi, controversie e tentativi di imitazione; uno dei più clamorosi risale al 1993, quando Canale 5 decise di lanciare un proprio evento musicale per sfidare la storica kermesse della Rai; nacque così il Festival Italiano, condotto da Mike Bongiorno, il re dei quiz e della televisione generalista, affiancato da Paola Barale.

L’idea era chiara: creare un’alternativa credibile al Festival di Sanremo, portando in gara artisti di spicco della scena musicale italiana. Tra i partecipanti della prima edizione figuravano gli 883 con Fiorello, Al Bano e Romina Power, Alessandro Canino, Rossana Casale, gli Stadio, i Tazenda e Amedeo Minghi. La vittoria andò proprio agli 883 e Fiorello con il brano “Come mai”, diventato un classico della musica italiana.

L’anno successivo, nel 1994, Mediaset raddoppiò, affidando la conduzione sempre a Mike Bongiorno, stavolta con Antonella Elia. La competizione vide esibirsi Mia Martini, Gianni Bella, Mietta, Jo Squillo e Sal Da Vinci, con quest’ultimo vincitore grazie al brano “Vera”. Ospiti internazionali del calibro di Naomi Campbell, Céline Dion, Paul Young e Lisa Stansfield diedero lustro all’evento, rendendolo una vera e propria manifestazione di richiamo.

Nonostante il successo iniziale, il Festival Italiano incontrò un ostacolo insormontabile: Pippo Baudo, all’epoca padrone indiscusso del Festival di Sanremo. Infuriato per il tentativo di Mediaset di creare un’alternativa, Baudo decise di vietare la partecipazione al Festival di Sanremo 1995 a tutti gli artisti che avevano preso parte alla rassegna di Canale 5.

Il diktat scatenò il panico tra i discografici, che temendo ripercussioni professionali abbandonarono il Festival Italiano, decretandone la fine dopo appena due edizioni.

Oggi, a distanza di trent’anni, la situazione potrebbe ribaltarsi. Il Comune di Sanremo ha infatti indetto un bando per affidare l’organizzazione del Festival a una rete televisiva, con la possibilità che la Rai perda il controllo della kermesse musicale più seguita d’Italia.

Se ciò accadesse, la tv di Stato potrebbe decidere di rispondere con un evento parallelo, magari trasferendo il format in un’altra città. Torino si è già candidata come alternativa, sognando di ospitare un “nuovo Sanremo” con il nome di Festival della Musica Italiana.

Una cosa è certa: Sanremo è molto più di un semplice show televisivo. È un’istituzione della cultura pop italiana, e qualsiasi cambiamento sarà destinato a far discutere.

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